TEANO
 
Recensioni
 

Teano Sidicina Futura

 
Tra mono-cromia e mono-tonia”
 

Abbiamo visto il DVD su Teano e dobbiamo, purtroppo, parlare di un’ennesima occasione sprecata.
Predisporre un lavoro complessivo di recupero della memoria e delle proprie radici, incentrato sulla storia artistica, sociale e culturale della nostra città era, ed è, un’esigenza doverosa e, ormai, improcrastinabile.
Il nostro futuro, e il nostro presente, passa attraverso la valorizzazione e la piena fruizione delle nostre risorse ambientali e, soprattutto, artistico culturali.
Valorizzare queste ricchezze significa, anzitutto, conoscerle, studiarle, conservarle,  e portarle alla conoscenza e alla fruibilità collettiva.
Tutto questo non in maniera asettica e “specialistica”, ma all’interno di un percorso complessivo teso a coniugare ed enfatizzare tutti gli elementi che concorrono alla crescita della realtà in esame, in termini di educazione, maturazione, crescita culturale e  socio-economica.
Ci sarebbe stato bisogno, quindi, di un ”progetto” di una visione d’insieme per predisporre gli elementi analizzati in un discorso chiaro, coerente e congruo con i fini da raggiungere.
In quest’ottica le improvvisazioni, le estemporaneità e l’approccio singolo e individuale sono controproducenti e, a volte, deleterie.
Il naturale risultato di un lavoro manchevole di tali essenziali condizioni non poteva che essere quello che è stato.
Il filmato è un susseguirsi di parole e immagini, ridondanti e ripetitive, con inesattezze ed errori (già evidenziati da altri su questa e altre riviste), un diluvio di tessere che non s’incastrano e che, purtroppo, non danno luogo ad un affresco intelligibile.
Un video mono-cromo e mono-tono, dominato dal grigio, con foto piatte, sfocate e sgranate che, forse, nelle intenzioni dell’autore, doveva servire a nobilitarlo, dandogli una patina d’antico e che, invece, lungi dal raggiungere questo obiettivo l’appesantisce e non invoglia alla visione.
La professionalità tecnica, da sola, non è bastata, all’autore è mancata la conoscenza diretta dei luoghi, della storia della città, l’esatto giudizio sul valore dei testi riprodotti e assemblati, l’amore e il trasporto passionale per le cose descritte e analizzate.
Emblematico al riguardo, il capitolo dedicato ai “luoghi topici” dove, ignorando i “topoi” classici teanesi, “Pretaliscia”, “Rocce del Diavolo”, “Acqua dei Piccirilli”, “Acquaferrata” o “Caldarelle”, “ ’A Piazza” (Piazza Umberto I) e tutti gli altri, indica solamente Piazza della Vittoria e Piazza Umberto I,  senza cogliere tuttavia il senso e la portata dell’affermazione, pur riprendendola, del “Comitato per la salvaguardia di Piazza Umberto I e della Casina” che parla della piazza  come “IL TOPOS” per eccellenza.
“…Attraversata dal corso, in alto, nel cuore dell’abitato, la Piazza: l’Agorà, non solo nella sua dimensione spaziale, con gli scalini tutt’intorno ad anfiteatro e le colonne basse, ma nella viva dimensione sociale e corale. In piazza c’eravamo tutti, sempre, all’alba, con i giornali vi si prendevano le carrozzelle per la stazione ferroviaria giù nella piana. Partivano gli studenti, gli avvocati i commercianti, vi passavano le donne per la messa e la spesa, i preti, i braccianti, i muratori, il sarto, il falegname, il sindaco o, a suo tempo, il Podestà, gli insegnanti i ragazzi” (Paolo Cristiano, “Luoghi e stagioni”, Argos 1998).
Per quanto vividamente e felicemente  rappresentato nell’affresco del Cristiano, per i fatti del 23 settembre 1943, con la  raccolta e la deportazione degli uomini validi al lavoro, da parte dei nazifascisti, e per ciò che ha sempre rappresentato la “Casina” come sede dei partiti (e quindi del potere) che hanno governato l’Italia e il nostro paese, Piazza Umberto I è il luogo simbolo di Teano, il “Topos” per antonomasia, sin  dalla sua sistemazione urbanistica e  architettonica.
Il lavoro, doveva essere un excursus storico culturale, teso a illustrare e analizzare la sedimentazione delle varie civiltà succedutesi in oltre duemila anni di storia sidicina, ma oltre alla riproposizione di testi già noti e ampiamente reperibili, nulla aggiunge sui periodi meno esplorati e, incredibilmente, trascura e oscura del tutto il secolo appena concluso.
Di questo, sono ricordati solo i fatti inerenti la rivolta popolare per l’inasprimento fiscale del giugno 1924, e le date del 6 e 22 ottobre 1943,  per le incursioni aeree  della seconda guerra mondiale che distrussero la città; tralasciando e ignorando ciò che quelle  tragiche vicende hanno significato per il nostro territorio e per i suoi figli, con l’enorme carico di tragedie, morti, eccidi, deportazioni, devastazioni e rovine che ci hanno segnato, ipotecando il nostro futuro, e che ci  condizionano ancora pesantemente.
Assoluto silenzio, poi,  in merito al grande tributo pagato, in termini di vite umane, durante il  primo conflitto mondiale.
Passato sotto traccia, il periodo del “Boom” economico degli anni sessanta e settanta che,  con l’insediamento di realtà produttive di tipo industriale (“La Precisa”, la “Fly”, poi “Isolmer”, “Irrigazione Italia”, “Unicoop” ecc.), per un breve periodo illuse la città.
Non evidenziata assolutamente la “chance”,  (vedi quello che ha significato per Vairano e Caianello) data dalla realizzazione di un casello autostradale, buttata al vento dalla miope scelta politica di preferire,  invece, qualche posto di lavoro con la realizzazione  dell’Area di servizio. Senza avere presente neppure l’andamento demografico in forte calo negli ultimi decenni, a causa della grave crisi che ha investito e investe il paese, facendo chiudere ad una ad una le poche fabbriche ancora presenti.
Assolutamente surreale, infine, la visione finale di un paese florido e pieno di presenze industriali e fabbriche chimiche (“La Precisa” unica azienda chimica presente a Teano, dopo anni di agonia ha chiuso agli inizi degli anni “90).
Tale deludente risultato si poteva evitare, sarebbe bastato incaricare alcuni tra quelli che, professionalmente o volontaristicamente, con passione, competenza e amore lavorano per la crescita culturale della nostra città.
Si poteva organizzare un gruppo di lavoro, con la consulenza delle Soprintendenze, partendo dalle professionalità presenti sul Comune, già impegnate in analoghi progetti, come Giovanna Passaretti e Maria Rosaria Mesolella, coinvolgendo poi Alfredo Balasco, Carmen Autieri, Elda Molinaro.
In questo modo, l’autentica passione per l’oggetto di studio e l’interesse per le sorti del territorio e dei suoi abitanti, avrebbe certamente dato i frutti attesi.

Martino Amendola
(da Il Sidicino - Anno III 2006 - n. 3 Marzo)

(La copertina del DVD)