TEANO

 
Il passato
 
L'Incontro di Teano
 
MIN. DELLA GUERRA - UFF. STORICO DELLO STATO MAGG.
Relazione definitiva su "L'Incontro di Vittorio Emanuele II
e Garibaldi" (1926)

 

Carlo Ademollo - L'incontro di Teano
 
La controversia riguardante il punto preciso dove avvenne l'incontro fra il Re Vittorio Emanuele II e il Gen. Garibaldi, la mattina del 26 ottobre 1860, risale probabilmente al 1879 perché sotto questa data trovasi nel diario del Comando in Capo, una nota del Capitano Manfredi dell'U.S. che dimostra l'incertezza di poter precisare la località, nonostante che il Diario stesso dica quasi incidentalmente che il Re e Garibaldi si incontrarono alla Taverna della Catena.
La «Taverna della Catena» non è però nominata in nessun altro Diario, in nessun altro documento e neppure ricordata dai numerosi biografi e narratori di quella Campagna e di quell'episodio.
Su quella sola citazione l'U.S. (Capo del Bono) redasse nel 1909 una monografia stampata nelle «Memorie Storiche» dimostrando che, in mancanza di altri elementi di maggiore documentazione, conveniva attenersi alle parole del Diario.
La «Taverna della Catena» è ad un quadrivio, distante più di 8 km da Teano e in territorio di Caianello. La vicina Teano rivendicò perciò l'onore dell'incontro nella zona del suo Comune, e il prof. Boragine raccolse allora e pubblicò poi nel 1914 una quantità di lettere, di testimonianze, di citazioni che comprovano l'incontro al ponte di Cajanello (oggi Ponte S. Nicola) presso la chiesetta di Borgonuovo – dove la strada gira verso Teano – a brevissima distanza da questo paese.
L'U.S. seguì sempre con interessamento queste ricerche del Boragine e per mezzo del Col. Cerqua, che comandava il Reggimento di cavalleria a Caserta, si tenne informato anche di parecchi sopralluoghi e di diverse prove, fatte sul posto, per venire a conoscenza perfetta delle indagini che si facevano.
Così, da questo insieme di cose, venne alla luce la versione ritenuta esatta e definitiva che l'incontro avvenne al bivio, cioè allo sbocco di una strada carrareccia sulla via di Teano, carrareccia che Garibaldi avrebbe percorso come accorciatoia per raggiungere il Re che marciava alla testa del IV Corpo verso Teano.
L'indicazione del Diario è apparsa di conseguenza come una segnalazione occasionale, perché lo stesso Diario soggiunge che quivi il Generale Della Rocca ebbe ordine di proseguire per Caiazzo prendendo la via di Alife.
E poiché è bene notare che chi la scrisse non immaginava di certo l'importanza che doveva assumere l'avvenimento, estraneo del resto alle operazioni del IV e V Corpo dei quali il Diario essenzialmente si occupa, è evidente che il nome della «Taverna della Catena» sia stato ricordato senza soverchia importanza, come luogo dove Della Rocca parlò con Garibaldi e dove Della Rocca girò per Caiazzo e dove si ritiene che Garibaldi restasse per aspettare il Re.
Difatti il IV Corpo (Cialdini) era partito da Presenzano e marciava su Teano, il V (Della Rocca) veniva da Venafro e seguiva il IV ma, giunto alla Catena girò per Alife. E Garibaldi che aveva pernottato a Taverna Cerasello e che aveva i suoi volontari accampati nel Bosco di Cajanello, venne a Taverna della Catena e, trovando il Generale Della Rocca, gli chiese dove poteva incontrare Sua Maestà. (Autobiografia di un Veterano – vol. II, pag. 7). Della Rocca gli indicò che il Re marciava alla testa del IV Corpo sulla via di Teano. E allora Garibaldi tornò indietro, prese l'accorciatoia che attraversa il bosco e giunse al ponticello di S. Nicola, presso la chiesetta di Borgonuovo, dove smontò e attese il Re.
Subito dopo l'incontro il Re e Garibaldi proseguirono per Teano.
Tutti gli storici sono d'accordo che essi percorsero questo tratto di strada insieme e in un quarto d'ora. Ciò dimostra la brevità del percorso, corrispondente alla distanza fra il ponticello e Teano, mentre ciò non sarebbe stato possibile se fossero partiti dalla Taverna della Catena che dista fra gli 8 e i 9 chilometri da Teano stesso.
Le indagini fatte dal Boragine e seguite sempre dall'U.S. negli anni 1910 – 1914 ebbero queste conferme:
L'approvazione di Giuseppe Cesare Abba;
L'approvazione del prof. Mongillo archivista di Stato;
La dichiarazione del Col. Cerqua che scrisse: «esaminati i documenti, studiato il terreno, ripetuta praticamente la scena, giudico che il fatto storico non sia potuto avviarsi altrimenti».
Una lettera di Cialdini da Livorno, del 1891, che diceva: «l'incontro avvenne là dove la grande strada Venafro – Caianello gira a destra verso Teano».
Una lettera del Gen. Milbitz al Gen. Türr in data 27 ottobre 1860 che diceva: «ieri il Re si incontrò con il dittatore a Monte Croce».
Questo Monte Croce, secondo le ricerche del Comm. Broccoli, è il piccolo promontorio sul quale si eleva la chiesetta di Borgonuovo.
A Monte Croce fu ripetuto dallo storico Stefanoni, da Oscar Pio e dai Materazzi.
Alberto Mario nel suo «Garibaldi» edito a Genova nel 1879, scrisse: «i piemontesi sfilarono da Caianello alla volta di Teano sotto gli occhi di Garibaldi collocatosi in una stradetta di angolo».
E il Guerzoni riporta le parole del Mario.
Il Menghini e lo Sforzoni dicono: «a breve distanza da Teano».
Il Pecorini Manzoni (la divisione Türr) soggiunge poi: «Garibaldi avuta notizia che Sua Maestà e Cialdini erano in marcia per Teano, tornò indietro per incontrare il Re».
La parola «presso Teano» è ritenuta pure dal Moreno.
Infine, il Generale Bertolè Viale, che firmò parte del Diario del Comando in Capo del 1860, interpellato dal Boragine scrisse: «l'incontro avvenne al Ponte di Cajanello, dopo del quale la strada gira a destra». (Ciò coincide con la lettera del Cialdini).
E il Missori, rispondendo egli pure ad un questionario, da Milano, l'11 giugno 1908, scrisse che l'incontro ebbe luogo a poca distanza da un bivio sulla strada Cajanello – Teano, escludendo che quel punto fosse un quadrivio (come è appunto la località detta Taverna della Catena).
Per tutto ciò, e in omaggio anche alle numerosissime testimonianze oculari che il Boragine e il Col. Cerqua raccolsero a maggior conferma, l'U.S. (Col. Cesari) ricordando quell'episodio nella pubblicazione: «Gaeta e gli avvenimenti del 1860», ha creduto doveroso di attenersi, con cosciente omaggio a quella che è apparsa la verità storica.
A conclusione di che, si può dire:
1) Che i Comandi dell'esercito regolare non diedero in quel momento soverchia importanza dell'avvenimento e perciò i Diari Militari non ne fecero cenno. Soltanto quello del Comando afferma alla Taverna della Catena per le ragioni anzidette, ciò perché da quel punto deviò il V Corpo e quivi il Della Rocca vide Garibaldi che attendeva il Re (per poi tornare indietro dopo l'indicazione ricevuta).
2) Che dopo tanti studi – tante prove e purtroppo tante incresciose polemiche la versione ultima è da ritenersi la più esatta.
3) Che di fronte ad un fatto di valore storico nazionale, non si deve perpetuare ancora una misera questione di campanile, che nel 1909 parve all'U.S. potersi definire coll'analisi di un solo documento, è stato in 16 anni meglio valutata nei suoi particolari, i quali non smentiscono affatto gli studi precedenti, ma per le moltissime prove accertate in seguito, giungono a conclusioni largamente giudicate positive e definitive
4) Che l'incontro deve chiamarsi: di TEANO – come figura in quasi tutti i testi di storia.