TEANO

 
Il passato
 
L'autunno 1943: deportazione e bombardamenti
 
I bombardamenti
 
OTTOBRE IL MESE DEI BOMBARDAMENTI
Il 6, il 16 e il 22 0ttobre 1943 Teano fu colpita da tre violenti bombardamenti aerei anglo-americani, eventi sciagurati e senza giustificazione che non vanno dimenticati. “Per non dimenticare” il Sidicino pubblica una sintesi della relazione redatta, nel marzo 1944, dal Dott. Fabrizio Zarone che fu l'unico medico rimasto a Teano in quei giorni. La relazione, conservata nell'archivio dell'Ospedale, fu pubblicata dall’ente ospedaliero, nel 1981, con prefazione del compianto dott. Carmine Razzino.

Il 1° ottobre 1943 l'Ospedale fu occupato dai militari germanici e trasformato in un “Feld Lazaret”. In conseguenza di tanto al personale fu imposto di lasciare immediatamente a disposizione dell'Autorità militare tedesca le sale e tutti gli altri ambienti ospedalieri, ad eccezione del locale a pianterreno che doveva essere adibito a dispensario e Pronto Soccorso per i civili ed a cura dei medici dell'Ospedale stesso. Si provvide da parte del personale dell'Ospedale allo sgombero recuperando tutto, si sistemò il tutto per le visite di dispensario e pronto soccorso, ma come mai si sarebbe provveduto per i ricoverati? I tedeschi si sa che non discutevano, le Autorità cittadine erano affaccendate in tutt'altro e poi Teano, effettivamente, per la presenza di numerosissimi sfollati, non disponeva di altri locali idonei a ricevere gli ammalati… ed allora? Si sarebbero mai potuto abbandonare febbricitanti, feriti, amputati e… giovani sbandati validi, che messi fuori sarebbero stati senza dubbio catturati dai tedeschi? Il personale dell'Ospedale non avrebbe mai permesso tanto e di sua iniziativa, con grave rischio, ricoverò ammalati e feriti nei ristretti ambienti del secondo piano, ove erano gli uffici di amministrazione dell'Ente Comunale di Assistenza.
Ammassati, ma in comodi lettini, i nostri ricoverati furono affettuosamente assistiti dai medici e dalle Suore e furono al sicuro in quel periodo triste in cui i tedeschi si accanivano alla caccia all'uomo.
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I sedici ricoverati, al pari degli infermi di ambulatorio e pronto soccorso, ricevettero in quel periodo così triste e torbido, nel nostro Ospedale che sempre si è distinto per le amorevoli cure agli infermi, tutte le risorse necessarie per il corpo martirizzato ed il balsamo per le ferite del loro spirito depresso. E l'assistenza premurosa per gli infermi non venne meno neppure quando quel tremendo uragano di bombe si abbattette improvvisamente alle ore 10,45 del 6 ottobre 1943 sulla nostra Teano, che in un attimo rimase priva di molti suoi figli ed ospiti e mutilata orribilmente nella bellezza dei suoi migliori edifici, delle sue antiche istituzioni e dei più importanti servi pubblici. In quell'ora così piena di angoscia e grave di dolore l'Ospedale, che resistette a quel tremendo urto, accolse con amore feriti e moribondi in un angusto corridoio, il solo disponibile, ove essi ricevettero le cure più affettuose dalle Suore degli Angeli, doloranti per la perdita di quattro Consorelle, e dallo scrivente medico, che scampato coi suoi familiari alla morte, fu al suo posto di lavoro a compiere il suo dovere.
L'assistenza, quantunque praticata in un corridoio angusto e sfinestrato, a feriti adagiati su letti organizzati su tavole di legno e con materiale di medicazione (il solo di cui si disponeva) proveniente dalla sfasciata infermeria dell'8° Reggimento Artiglieria “Pasubio” e recuperato dalle Suore in difficilissime e rischiosissime condizioni, continuò non solo per i feriti del 6 ottobre, ma ancora per quelli che si presentarono nei giorni successivi.
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I feriti gravi e quelli privi di abitazione, insieme ad alcuni ricoverati già in forza, rimasero ricoverati in quel corridoio, affidati sempre alle Suore, mentre io continuai da solo la mia opera di sanitario e per molti giorni ancora e cioè sino a quando una seconda minaccia di deportazione a mio riguardo da parte dei tedeschi fu più che palese e, per forza maggiore, fui costretto ad allontanarmi. Affidai i ricoverati alle Suore, che si mantenevano per quanto potesse occorrere ad essi in stretta comunicazione con me, che avevo istituito una specie di pronto soccorso nel palazzo del signor Giuseppe Lisciotti in via S.Maria La Nova.
Intanto il “Feld Lazaret”, che dal 6 ottobre e cioè dal primo bombardamento aveva iniziato lo sgombero, nei primi giorni della seconda quindicina di ottobre sgombrò del tutto.
Teano era deserta. Ad eccezione dei pochissimi che restammo attaccati alle macerie di quelle che furono le nostre abitazioni, tutti avevano cercato scampo nelle campagne.
La guerra infuriava aspra ed accanita sulla zona, e specie su Teano, mentre i guastatori tedeschi iniziavano la loro opera distruttrice. Fu allora che, libero l'Ospedale, i nostri ricoverati ebbero una più comoda sistemazione nelle sale del Monte dei Pegni, sito nello stesso fabbricato, ma una nuova minaccia di rovina si affacciava per il crollo del fabbricato, da parte dei guastatori tedeschi, scongiurato poi per opera delle Suore, allorquando un secondo violento bombardamento (22 ottobre 1943) scompaginò muri ed ambienti del nostro Istituto. I ricoverati no ebbero danni personali, ma la loro permanenza in quel luogo cominciava ad essere più che pericolosa e l'assistenza si rendeva impossibile. Non vi era dubbio che il fabbricato dell'Ospedale era preso di mira.
Gli Amministratori erano assenti e fu allora che si allontanarono le Suore, mentre ai pochi ricoverati, distribuiti i viveri, fu dato il «si salvi chi può»…..e difatti il 29 ottobre crollò, sotto le bombe degli aerei, l'antichissima chiesa di S. Maria De Foris che faceva corpo con le fabbriche dell'Ospedale e con essa, di conseguenza, altre fabbriche dell'Ospedale stesso. Solo pochi infermi erano rimasti ricoverati e fortunatamente non ebbero a subire danni in rapporto alla terza incursione aerea.
Il 31 ottobre, nelle prime ore del mattino, dopo un violento cannoneggiamento della zona, entrarono in Teano e proseguirono per Roccamonfina le divisioni alleate “Gatto ed Albero”. L'Ospedale, quel magnifico e forte edificio, orgoglio della nostra Città, si ergeva ancora forte nella sua mole maestosa, ma ahimè! Con quali possenti ferite impresse nel suo corpo. I bei fabbricati viciniori massacrati ostentavano le loro nude ed orribili mutilazioni; la bella Via Roma presentava grandi buche, i parapetti abbattuti ed era ingombra di macerie.
Libero, ormai, da minacce di deportazione, mi recai all'Ospedale ove fui accolto con premura da pochi ricoverati e dai feriti civili che giungevano. Lo stato di sporcizia in cui versava tutto lo stabile per la mancanza di acqua e la presenza di cadaveri, che dal 22 ottobre non erano stati rimossi, non mi permisero in quell'ora che poche superficiali medicature, qualche parola di conforto e la ferma promessa ai feriti che nel giro di qualche ora sarebbero stati tutti medicati. Difatti, verso le 13, dopo aver indirizzato militari inglesi della Sanità al domicilio di alcuni feriti da me visitati, fui in Ospedale. Dopo aver preso contatti con tre ufficiali inglesi, rimanevo con uno di essi, un giovane tenente, a curare i feriti con materiale prelevato dagli zaini della Sanità inglese. Era notte avanzata quando lasciai l'Ospedale.
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Il 1° novembre ritornarono le Suore, Occorreva rimuovere i cadaveri e ricordo che le Suore e gli studenti Adolfo e Pasquale B. assolvettero a questa opera di misericordia e rimossero, trasportarono e seppellirono i morti nel giardino di via Roma, alla presenza di diversi operai!
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Dal Governatore di Teano, un maggiore americano, l'Ospedale venne fornito di materiale sanitario urgente che andai a prelevare a Sparanise con automezzi americani e che fu possibile fornire con larghezza agli abitanti di Teano, che non trovarono, per la chiusura delle farmacie, dove poter prelevare le medicazioni loro occorrenti.
Nel periodo acuto della guerra in Teano vi fu una vera anarchia… le autorità fuggirono, si allontanarono i capi d'istituto, amministratori, funzionari; gli uffici erano deserti, tutti i pubblici servizi interrotti… in mezzo a tanta baraonda solo il piccolo Ospedale, che annoverava già al suo attivo tante benemerenze, senza alcuna protezione restò impavido, sprezzante del pericolo, a svolgere il suo lavoro moltiplicato a beneficio dei poveri sofferenti. E lavorò senza tregua, con coscienza, anzi con passione ardente e questo lavoro fu sempre uguale, continuo, costantemente continuo anche sotto il lancio delle grosse e numerose bombe degli aerei, sotto il tiro frequente delle granate e i mille pericoli che presentava la zona di fuoco.
Ed in questo momento in cui il cannone ancora tuona ed il lavoro continua su vasta scala ho voluto, quantunque afflitto per ragioni personali, vergare queste telegrafiche notizie non per fanatismo alcuno, ma perché rimanga documentato come l'Ospedale A.G.P. di Teano assolse da vero apostolo dell'umanità sofferente il suo alto e nobile Ministero mentre la ferocia della guerra devastatrice passò palmo per palmo sulla nostra bella e disgraziata Teano.

Fabrizio Zarone
(da Il Sidicino - Anno I 2004 - n. 10 Ottbre)

Truppe Alleate, entrate a Teano il 31 ottobre 1943, posano in piazza Umberto I per la foto ricordo.
Sullo sfondo, a sinistra, le macerie della chiesa di San Nicola.