TEANO

 
Arte e archeologia
 
Chiese
 
S. Michele
Il restauro di S. Michele

Posta lungo l'antica Rua, oggi Via Nicola Gigli, la chiesa di S. Michele fa quasi da sostegno al giardino pensile di S. Maria de foris, attualmente inglobato nell'ospedale.
La chiesa ha un aspetto modesto, con l'ingresso preceduto da una ripida scalea di dieci gradini, fiancheggiata a destra dai Gradoni Nuovi e forse per queste connotazioni esterne non lascia intendere la discreta ampiezza dell'interno.
Fino agli anni Sessanta del secolo scorso vi si celebrava ogni anno, il 29 settembre, la festa di S. Michele, poi perse del tutto ogni uso cultuale, finché il terremoto del 23 novembre 1980 ne esasperò quell'inagibilità che decenni d'incuria le avevano già inferto. Fu eseguito un mastodontico puntellamento con grosse travi di legno dolce facili a marcire, che venne meno ben presto alla sua presunta funzione di tutela dell'incolumità pubblica e di salvaguardia del monumento. Passarono gli anni, più di venti, senza che fosse eseguito alcun intervento; sparì del tutto il manto di coppi lasciando la volta a far da spugna alle intemperie e anche la graziosa cuspide del campanile cominciò a sgretolarsi, riversando a più riprese sulla strada i suoi conci.
La chiesa invero, oltre l'armonia delle strutture e dei volumi, non presenta elementi decorativi o opere d'arte che la rendano apprezzabile. Forse, un tempo c'erano….
Essa però ha un'importanza storica che merita di essere sottolineata. Era in origine dedicata a S. Marco e sede dell'omonima parrocchia che poi fu trasferita nella chiesa della Madonna delle Grazie e oggi risiede in S. Maria La Nova.
La relazione alla S. Visita del Vescovo Giordano, celebrata nella chiesa di S. Marco il 21 luglio 1754, è l'unica fonte di notizie sulla sua storia. La parrocchia aveva un territorio di ridotte dimensioni, racchiuso tra la parrocchia di S. Pietro in Aquariis, quella vicinissima dei SS. Cosma e Damiano (S. Maria de foris) e la murazione medievale intorno alla porta della Rua. Nel 1753 contava 626 anime, di cui 280 maschi e 346 femmine, benché nel 1556 le fossero state unite altre due piccole parrocchie, S. Onofrio e S. Agostino. La prima doveva trovarsi nella zona della Viola e la citata S. Visita ne indica le vestigia nella casa di un tal Giuseppe Notarianni; della seconda, sita extra mœnia , non esisteva più traccia già al tempo del vescovo Giordano, tuttavia da antichi istrumenti l'estensore della Visita dedusse che doveva essere ubicata presso la porta di S. Maria la Nova.
La parrocchia aveva un discreto peso di messe, segno di cospicui lasciti, e l'altare laterale di S. Lucia era di patronato delle estinte potenti famiglie teanesi dei Lotterio e dei Magno. Era però pervasa dall'umidità e il Vescovo Giordano, a conclusione della visita, si riservò di decidere sul trasferimento della parrocchia in altra chiesa.
Non è dato sapere quando la parrocchia fu effettivamente trasferita e quando la chiesa mutò titolo in S. Michele. Certo è che sul finire del secondo millennio era ormai prossima al collasso finale.
Nel 2001 la Soprintendenza ai beni architettonici di Caserta è autonomamente intervenuta a salvarla.. La facciata ha riassunto l'aspetto settecentesco e cela a meraviglia i pur vigorosi interventi strutturali, effettuati con tecniche modernissime per assicurarne la staticità compromessa da lesioni che percorrevano l'intero prospetto e la volta. Anche i contrafforti, realizzati secoli addietro sulla parete laterale sinistra, sono stati ripristinati con lo stesso tufo piperino che mette in mostra ora un gradevole senso di contrasto con il fresco intonaco giallino e le ricche cornici del timpano. Il lungo corridoio sul lato dei Gradoni è stato coperto, com'era in origine, con piccole terrazze che lasciano vedere le mensoline di tufo che un tempo reggevano le armature della tettoia a protezione dei finestroni laterali.

Guido Zarone
(Il Sidicino - Anno I 2004 - n. 6 - Giugno)

 
(foto di Mimmo Feola)