L'ASSOCIAZIONE
 
il Sidicino
 
Indice per autore
 
Indice Guido Zarone
 
 

26 ottobre

 

Lungo la provinciale che porta a S. Giuliano un rustico manufatto in tufo grigio segna l'ingresso a una piccola sorgente, la Fontana Nuova. Sul muro di pietra nuda si fa notare la targa in bianco marmo di piccole dimensioni che riproduciamo in basso. Secondo l'autore del testo epigrafico su quell'altura Vittorio Emanuele II si sarebbe appostato il 26 ottobre 1860 per seguire lo svolgimento della battaglia tra Sardi e Napoletani.
Certo che per concepire una cosa del genere ci vuole molta fantasia e poco amore per la verità; per le autorità che l'hanno realizzata, o forse solo consentita, ci vuole anche una buona dose di spregiudicatezza.
Il monarca sabaudo si sarebbe posto lì, in alto, in una posizione assolutamente priva di riparo, per immolarsi, inutile vittima di una guerra che aveva già vinto per merito della Massoneria e degli Inglesi e per demerito di Napoleone III e di quasi tutti gli alti ufficiali napoletani.
È pacifico che Vittorio Emanuele quel giorno non si mosse da Teano e nemmeno Cialdini raggiunse S. Giuliano, inviandovi in sua vece l'aiutante Piola Caselli. La battaglia, o meglio lo “scontro”, come si trova definito nei documenti militari dell'epoca, in realtà si svolse più a Sud, tra Cascano e S. Maria La Piana. A S. Giuliano vi fu solo un contatto di artiglieria: poco dopo il ponte, i bersaglieri furono accolti dall'artiglieria borbonica con pezzi caricati a mitraglia e dovettero soccombere.
Fortuna che lo scarsissimo gusto di chi ha commissionato la targa traspare con tanta evidenza dal carattere usato, degno dei vecchi sussidiari per le elementari. Perlomeno il passante intelligente è indotto a non prenderla sul serio.

Guido Zarone
(da Il Sidicino - Anno V 2008 - n. 10 Ottobre)

(foto di Mimmo Feola)