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Opinioni a confronto: Wojtyla e Ratzinger

 

A ogni pontificato troppo lungo, e quello di Giovanni Paolo II è stato lunghissimo, ne segue solitamente uno breve; ogni pontificato, rispetto al precedente, deve anche correggere il tiro in qualche cosa.
Benedetto XVI, prima ancora che enunciasse le linee programmatiche del suo pontificato, è stato accolto con molte riserve dai media e dai politici. Abbiamo sentito parlare di Lui come gendarme o mastino e invece è un uomo di grande dolcezza e tale è stato anche nei lunghi anni in cui ha presieduto la Congregazione per la Dottrina della Fede, ricomponendo dissicli e ricucendo strappi. Nei giorni dell'elezione abbiamo sentito dire dai cronisti televisivi e abbiamo letto sulla stampa che aveva scelto il nome da papa in omaggio a Benedetto XV il papa che aveva definito inutile strage la Grande Guerra, e invece ora è palese che quella scelta fu fatta in omaggio a S. Benedetto, Patriarca d'Occidente e Patrono d'Europa, perché questo papa, pastore della Chiesa universale, si sente pur sempre europeo e occidentale e forse questo può dare fastidio a non pochi.
Un papa non ha bisogno di dichiararsi pacifista, è già un facitore di pace; non ha bisogno di conquistare popolarità perché nel Corpo Mistico è già al centro dell'attenzione e dei sentimenti del Popolo di Dio. Per chi non avverte queste cose è difficile, forse è impossibile, dare un giudizio.
L'aborto, per la Chiesa, che lo ha sempre condannato, non può essere giustificato dallo stupro.
Quando nell`ex Jugoslavia le donne violentate furono invitate a non abortire, e furono tenacemente sorrette in ciò dalla Chiesa, era papa Giovanni Paolo II, "il nostro caro Papa” per dirla con Ratzinger.

Guido Zarone
(da Il Sidicino - Anno III 2006 - n. 10 Ottobre)