L'ASSOCIAZIONE
 
il Sidicino
 
Indice per autore
 
Indice Guido Zarone
 
 

Padre della Patria (e non solo)

 

Vittorio Emanuele II di Savoia fu tanto caro ai Teanesi da indurli a intitolare al suo nome il Corso che, forse non tutti lo sanno, si chiamava allora Corso Ludovico Abenavolo. A Garibaldi invece l'omaggio toponomastico fu reso con grave ritardo, nel 1960, in occasione del primo centenario dell'Incontro, Via Mercato divenne Via Garibaldi.
Del resto, dopo l'Unità non ci fu città o paese in Italia che non intitolò strade o eresse monumenti e lapidi al Padre della Patria. Le strade, le piazze, le gallerie a lui dedicate, a differenza di quanto è poi avvenuto per i suoi successori, sono rimaste tali anche dopo la caduta della monarchia, segno che anche i figli della Repubblica hanno in simpatia il personaggio.
Vittorio Emanuele godette gran fama. Fu celebrato come Re galantuomo, quasi fosse una dote rara in un re e tutti gli altri fossero re mascalzoni. Alla sua morte si celebrarono funerali dappertutto. Anche il Municipio di Teano gli tributò solenni onoranze con un rito celebrato il 28 gennaio 1878 nella chiesa di S. Francesco, con la partecipazione non certo entusiastica del clero, espropriato di quasi tutti i beni immobili, con le porte delle chiese parate a lutto e il tumulo decorato da iscrizioni celebrative composte dal prof. Luigi Boragine.
Di lui si disse tutto il bene che si poteva, ma nessuno esaltò mai la sua singolarissima prolificità.
Vittorio Emanuele ebbe almeno sedici figli, cosa non rara in quel secolo; solo che li ebbe, legittimi, morganatici e adulterini, da sei donne.
Appena ventiduenne, nel 1842, sposò nel castello di Stupinigi l'arciduchessa Maria Adelaide d'Asburgo Lorena, figlia dell'Arciduca Ranieri e di Maria Elisabetta di Savoia. La sposa aveva vent'anni. Da lei ebbe otto figli: uno
ogni anno dal 1843 al 1847, poi altri tre nel 1851, 1852 e 1857, anno in cui l'ancor giovane regina morì in conseguenza del parto.
La primogenita Maria Clotilde nacque nel 1843 e sposò per ragioni di Stato, nel 1859, Girolamo Bonaparte, passato alla storia come Plon plon, uomo brutto d'aspetto e di pessimo carattere dal quale si separò nel 1870.
Seguirono, uno dopo l'altro: l'erede al trono, Umberto I; Amedeo, primo Duca d'Aosta, che nel 1870 accettò la corona di Spagna offertagli dalle Cortes per poi rinunziarvi nel 1873; il Duca del Monferrato Eugenio, morto ventenne; Maria Pia, che divenne regina del Portogallo avendo sposato nel 1862 Luigi l di Sassonia Coburgo Gotha.
Nel 1851 nacque Carlo Alberto, Duca del Chablais, che morì a soli tre anni. L'anno seguente, nacque e subito morì un principino che ebbe lo stesso nome del padre. Un altro Vittorio Emanuele nacque nel 1855 e morì a pochi mesi, preceduto nella tomba dalla madre.
Vittorio Emanuele rimase vedovo, ma non inconsolabile.
Nel 1852, da una nobile veneta, aveva avuto un figlio, nato nel castello di Stupinigi, tenuta di... caccia dei Savoia, che morì poco dopo la nascita. Dalla stessa dama ebbe l'anno seguente una femmina che fu battezzata con i nomi di Emanuela Maria Alberta Vittoria e il cognome di Roverbella.
Ad epoca più remota rimonta la notissima e travolgente relazione con Rosa Vercellana, la Bella Rosin, che il sovrano avrebbe sposato già nel 1855 se Cavour non lo avesse fermamente impedito. Morto il Cavour, poté finalmente sposarla, anche se morganaticamente, nel 1869 a San Rossore. La Rosina dal 1859 era diventata Contessa di Mirafiori e Fontanafredda. Da lei, vivendo ancora la regina Maria Adelaide, aveva avuto due figli, poi riconosciuti per morganatici e perciò esclusi dalla successione, che assunsero il cognome Guerrieri: Vittoria, nata nel 1848, ed Emanuele, nato nel 1851 e riconosciuto nei titoli matemi di Conte di Mirafiori e Fontanafredda, trasmessi poi a figli e nipoti.
La storia ricorda ancora altri figli del Sovrano.
Nel 1858 ebbe un figlio da una maestra di Frabose al quale fu dato il nome di Donato Etna e che morì nel 1938, Generale di corpo d'armata e Senatore del Regno.
Da Virginia Rho ebbe altri due figli, Vittorio di Rho Guerrieri, nato nel 1861 e Maria Pia, nata nel 1866, sposata al Conte Montecuccoli.
Di un'ultima figlia, morta poco dopo la nascita, non si conosce con esattezza il nome. L'ebbe dalla Baronessa Vittoria Duplessis.

Guido Zarone
(da Il Sidicino - Anno II 2005 - n. 8 Dicembre)

TEANESI
VOI
CUI NEL 1860
TOCCO' lN SORTE
AVERE NELLA VOSTRA TERRA
IL PRODE GUERRIERO
L`INVITTO DIFENSORE D`ITALIA
IL GRANDE MONARCA
VITTORIO EMANUELE II
CHE
SUI CAMPI DEL VALORE
RIVENDICO' AL POPOLO
L'INDIPENDENZA E L'EGUAGLIANZA
RACCONSOLATEVI
EGLI MORI' A RIVIVERE IMMORTALE
CHE
LE MEMORIE DE' GRANDI
ETERNERA' LA STORIA

Una delle iscrizioni poste nella Chiesa di S. Francesco, ai lati del tumulo, in occasione della celebrazione in suffragio di Vittorio Emanuele il 28 gennaio 1878.