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Indice Emanuele Verdolotti
 
 

Unità d'Italia 150° anniversario

 

La ricorrenza, il prossimo 17 marzo 2011, del 150mo anniversario dell'unità d'Italia, fornisce lo spunto per delle brevi riflessioni che riguardano non solo il passato recente del nostro Paese ma che, inoltre, concernono direttamente la città di Teano. Premetto, al riguardo, che condivido, in linea di massima, le osservazioni già sviluppate, in un precedente articolo su “il Sidicino”, dal dr. Claudio Gliottone, per quanto concerne l'inquadramento storico di quel fenomeno noto come Risorgimento che portò alla nascita del Regno d'Italia ed ebbe il suo naturale punto di sbocco nella proclamazione di Roma capitale d'Italia (1870-71). Al di là dei giudizi che si possono avere sugli avvenimenti che si susseguirono nel periodo 1815-1861, non si può negare che l'agognata unificazione -politica- della penisola italiana rappresenta uno spartiacque fondamentale per quanto concerne le vicende storiche, politiche, culturali, economiche e sociali della nostra Patria. Evidenti sono le ricadute di tali avvenimenti sulla realtà odierna, e sulle caratteristiche del nostro paese, anche in riferimento alla storia del post-unità per come si è sviluppata, con tutte le sue contraddizioni e le sue peculiarità.
La ricorrenza del 150mo anniversario sta suscitando, almeno parzialmente, dibattiti, convegni, discussioni in merito alle problematiche sopra accennate, che ancora oggi sono sotto gli occhi di tutti: anche l'attenzione dei mass media è percepibile, tramite reportages dedicati ai “luoghi del Risorgimento” o anche speciali televisivi che si interrogano sul senso e sulle vicende note e meno note- di quel periodo.
In un contesto del genere, ben può inserirsi anche il famoso “incontro di Teano”, quasi a voler suggellare l'inesorabile svolgersi degli avvenimenti culminati con l'unità d'Italia. Oltre alla valenza simbolica che gli si voglia attribuire, non si può dimenticare che esso ha un valore storico che sanziona, per così dire, la nascita di un nuovo Stato, poi formalizzata nel marzo 1861. Indubbiamente, per valutare obiettivamente le cose bisogna prescindere dalla retorica cui, da una parte e dall'altra, si è sempre fatto ricorso ogni volta che si è tentato di tracciare un'analisi dell'evento in sé e di tutte le conseguenze che ne sono derivate.
La ricorrenza del 150mo anniversario dell'incontro, il prossimo 26 ottobre, può allora rappresentare l'occasione per interrogarsi e fare un po' il punto della situazione, senza indulgere ad una sterile rievocazione del passato, ma tenendo ben presenti anche questioni attuali al centro del dibattito politico e culturale, come ad es. quelle concernenti il c.d. federalismo (in specie per quanto riguarda la struttura dello Stato, come delineatasi a partire proprio dal 1860, e giunta fino a noi, attraverso le esperienze dell'Italia liberale prima, di quella fascista poi e, attualmente, di quella repubblicana). Già nel'ottobre 2004 a Teano, in un interessante convegno, organizzato dal "Circolo Unità d'Italia", erano stati affrontati particolari profili relativi ad aspetti magari poco conosciuti da parte dell'opinione pubblica, ma di sicura rilevanza almeno per quanto concerne le conseguenze che la politica economica del post-unità aveva avuto, ad es., sull'agricoltura dell'ex Regno delle due Sicilie e, in particolare, su quella dell'attuale provincia di Terra di Lavoro.
Si può fondatamente ritenere, senza enfasi, che dibattiti del genere costituiscano occasione per riflettere concretamente sul passato recente, e per verificare i riflessi e le conseguenze che possono riscontrarsi nella realtà di tutti i giorni. D'altra parte, eventi simili sono anche un modo per consentire a piccoli centri come Teano di avere una certa risonanza al di fuori del perimetro del territorio comunale. È in quest'ottica, perciò, che appare di estrema importanza, date anche le celebrazioni ufficiali per il 150mo anniversario dell'unità d'Italia, organizzare un convegno di studi, un dibattito, o anche, più semplicemente, un momento di riflessione che abbia, da un lato, come punto di partenza il fatto storico dell'incontro tra Giuseppe Garibaldi e Vittorio Emanuele II ma che, dall'altro, sappia far riferimento a ciò che tale evento ha rappresentato e significato per l'Italia di allora e, soprattutto, per l'Italia di oggi, senza retorica ma con obiettività e rigore storiografico. Da questo punto di vista, c'è da augurarsi che anche l'Amministrazione comunale decida di fare tutto il possibile per far sì che l'anniversario dello storico incontro non scivoli via in maniera più o meno anonima, ma consenta di aprire una riflessione -quanto meno culturale-potenzialmente suscettibile di avere echi a livello nazionale. Mi auguro, inoltre, che vi possa essere una seria collaborazione anche con la società civile affinché, nell'interesse di tutta la cittadinanza, ci si impegni a partecipare in modo degno alla ricorrenza di un anniversario tanto importante quanto, purtroppo, spesso misconosciuto.

Emanuele Verdolotti
(da Il Sidicino - Anno VII 2010 - n. 5 Maggio)