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Niet. Polina deve morire

 

Si dice spesso che il mese di Febbraio è corto ed amaro perché porta con sé freddo e vento. Il Febbraio 2022 oltre ai soliti capricci di un tempo incerto ci ha portato il vento violento della guerra ricacciandoci nuovamente nel buio di un tunnel da cui faticosamente ne stiamo uscendo. Non bastavano due anni di paure e di rinunzie dovute ad una pandemia da virus quando siamo stati tutti sorpresi, perché violenta come il vento di Febbraio, dalla inopportuna e tragica decisione di Putin, Presidente della Confederazione Russa, di invadere con il suo potente esercito l’Ucraina, una nazione ai suoi confini.
Sono sicuro che quello che sto scrivendo oggi, quando sarà letto, potrebbe considerarsi non attuale perché la partita che ha aperto un signore della guerra nei confronti di un avversario quasi nudo è giunta ad una conclusione, si spera, non catastrofica per il popolo ucraino, debole ed inerme.
Eppure questo signore che governa la Confederazione Russa aveva sino a pochi anni fa suscitato ammirazione da parte delle nazioni occidentali per le sue posizioni moderate di apertura ad un mondo economicamente globalizzato ed in competizione, giocando le sue carte di produttore di materie prime che hanno arricchito lui ed i suoi fedeli oligarchi sino a condizionare alcune Piazze Affari come la famosa City di Londra crocevia di un liberismo sfrenato ma anche antesignana di moderni imperialismi economici che prima o poi sfociano in dittature.
Gli affari, i profitti, i condizionamenti nei confronti di nazioni bisognose di materie prime, come l’Italia assetata di gas e povera di materie prime, il comprarsi con la corruzione e senza porsi nessun limite i vari procacciatori di affari di ogni nazione occidentale, gli italiani sempre in prima linea in questi giri loschi, hanno creato intorno a quest’uomo un mito quando lo stesso uomo, sino a pochi anni fa, era a Dresda come colonnello del Kgb.
Tutti sapevano della sfrenatezza di quest’uomo che nel giro di pochi anni ha fatto il vuoto intorno a sé eliminando chi gli aveva messo nelle mani un enorme potere, ma tutti erano convinti che quello che accadeva in Russia sarebbe rimasto ivi circoscritto, non è stato così.
A tutto ciò bisogna aggiungere la sottile ed incessante penetrazione con la creazione di mezzi informatici di disinformazione e di condizionamento nella vita politica di ogni paese occidentale che ha facilitato la sua boria di un uomo solo al comando convincendolo che bastava una passeggiata del suo poderoso esercito e nel giro di un solo sole assoggettare al suo potere la riottosa Ucraina.
Ed è guerra con tutte le sue sfaccettature drammatiche e che i moderni mezzi di comunicazione in modo spietato e veritiero la fa entrare nella nostra vita generando anche nelle menti dei più riottosi che i margini sono stati rotti e che le armi ormai parlano con i loro suoni di morte.
I risvolti della prepotenza di questa guerra concepita anni addietro e in modo meticoloso e chirurgico messa in campo in questi giorni colpendo gli assetti strategici dell’Ucraina ed occupando le città più significative trova una sua spiegazione, mi si perdona l’eufemismo, nel pensiero unico e distorto di un uomo che considera le nazioni e i popoli confinanti con la Confederazione Russa suoi nemici se non aderiscono alle sue imposizioni che ne limitano la libertà e l’indipendenza.
Il pensiero egemonico, proprio dei dittatori, di considerare limitata la libertà e la sovranità di una nazione, se accettato, fa ritornare indietro il mondo di quasi un secolo quando un altro efferato dittatore, Hitler, con gli stessi metodi che sta adottando il Presidente russo, occupò territori dell’Europa centrale con il beneplacito silenzio dei governanti di allora ed si sa dove poi si andò a finire.
La Storia a quest’uomo non ha insegnato niente anzi l’arroganza lo porta a dire di voler pulire l’Ucraina da governanti drogati e nazisti.
Se i popoli europei che si considerano liberi e democratici non fanno corpo unico per convincere con gesti decisi e convincenti quest’uomo che in modo provocante e sfacciato minaccia e sfida tutti a non intervenire in ciò che sta facendo occupando la libera e democratica l’Ucraina, allora bisogna aspettarsi che prima o dopo la stessa fine spetterà alla vicina Repubblica Moldava, alla repubbliche baltiche ed alla Finlandia.
Intanto le notizie di una nazione che resiste alla dura occupazione di un esercito alle bande di tagliagole pretoriane addestrate a fare pulizia di coloro che si oppongono ad una capitolazione dura e vendicativa, scandisce ogni giorno il ritmo dell’agonia di un popolo che democraticamente ha scelto di essere libero e di vivere il presente ed il suo futuro con nazioni, quelle europee, in cui vige un reciproco rispetto dei diritti che ogni popolo esprime attraverso la sua storia.
Ora il popolo ucraino combatte, resiste e si spera che possa realizzare questo sogno di libertà!
E la libertà ha un costo che noi, e ci dobbiamo considerare fortunati per aver messo in un angolo personaggi che vorrebbero scimmiottare il dittatore russo, dobbiamo fermamente difendere diventando in modo convinto parte attiva perché la nostra libertà, le nostre conquiste, il nostro vivere civile non deve essere inquinato e sovvertito da chi apre la propria bocca nel diffondere le sue verità che solamente menti malate possono accettare.
Convincere chi crede che gli asini volano pur non avendo le ali è difficile, seguire come i moderni mezzi di comunicazione raccontano questa tragica storia che sta vivendo il popolo ucraino è necessario per avere la contezza di una verità che non può essere nascosta ed edulcorata.
Una guerra non distribuisce rose o garofani, una guerra porta con sé distruzione, morte e dolori che rimarranno nella memoria dei popoli.
Nel secondo giorno di invasione da parte dell’esercito russo dell’Ucraina una macchina con un famiglia a bordo, marito e moglie con tre figli, stavano percorrendo una strada di un sobborgo a nord - ovest di Kiev in direzione da cui arrivavano i carri armati di Mosca.
La macchina si è trovata in mezzo ad un blitz di sabotatori russi ed i soldati hanno iniziato a sparare contro il loro obiettivo. Polina, una ragazzina di 10 anni che era in macchina con i suoi fratelli ed i suoi genitori è finita tra i proiettili ed è morta con loro.
La ragazzina frequentava l’ultimo anno delle elementari e, dalle notizie riportate, era una allieva della scuola di danza del teatro di Kiev.
Polina non potrà realizzare più il suo sogno come tante altre ragazze non potranno realizzare i loro perché la guerra ha negato loro di vivere.
La sorella di Polina, Sofia di 13 anni, è stata portata in terapia intensiva, il fratello in un ospedale pediatrico dove è morto nei giorni successivi.
È una delle tante pagine di un diario di guerra.
Ne leggeremo molte in questi giorni.

Giuseppe Toscano
(da Il Sidicino - Anno XIX 2022 - n. 3 Marzo)