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Indice Giuseppe Toscano
 
 

Vivere con le diversità

 

In questi giorni negli intervalli dei programmi televisivi passa lo spot di un preparato che usiamo in cucina, il sugo di pomodoro, per condire, e non solo, il piatto più significativo della cucina italiana: gli spaghetti.
Chi raccoglie i pomodori sono uomini di colore, sicuramente immigrati viste le loro fattezze fisiche oltre il colore oscuro della pelle. Raccolgono l’oro rosso delle nostre campagne, il pomodoro, con naturalezza, convinti di essere un anello necessario per una economia che senza la loro presenza non avrebbe più futuro. Infatti con il loro lavoro difendono un prodotto unico di cui il popolo italiano ne ha una necessità giornaliera.
Della carne e di altro se ne può fare a meno ma di un piatto di spaghetti al pomodoro, no.
In modo speculare a questa convincente scelta, è una coraggiosa sfida, di una grande società di distribuzione che, oltre a commercializzare il suo prodotto, lancia un messaggio di rispetto e di accoglienza nei confronti di immigrati, si legge sui social una dichiarazione spregevole ed ignominiosa, e non è la prima volta, di un personaggio femminile, conosciuto da tutti i frequentatori dei social e dei talk televisivi, che si esprime nei confronti degli immigrati in modo offensivo ed inqualificabile e nei confronti delle donne immigrate esagera talmente definendo tutte le donne immigrate delle put….ne.
È una donna, considerata la sua collocazione politica - ideologica, abituata ad usare toni forti per meravigliare chi l’ascolta o la legge.
Con la sua spregiudicatezza che la contraddistingue nel costruire su di un singolo episodio teorie o immaginazioni sproporzionate, spesse volte chiamata a proposito come opinionista nelle varie comparsate televisive, offre sempre spettacoli irriverenti e di basso gusto.
Queste due narrazioni di vita e di costume che riguardano due mondi che poi è sempre quello dell’immigrazione, anche se apparentemente confliggono tra di loro nel modo in cui vengono presentati, non lasciano dubbi che questa donna, come altri, si vuole ergere a giudice di drammi umanitari che non hanno frontiere.
Nessuno può barrarsi gli occhi oppure girare la testa altrove o far finta di non sapere che ormai la nostra società si sta trasformando in una società multietnica e con il passare degli anni il colore della pelle di molti italiani ed europei non sarà solo bianca ma anche di un colore diverso.
Tale realtà è conseguente alla globalizzazione che ha creato popoli più aggressivi e progrediti economicamente e popoli più deboli ed esposti a questo nuovo tipo di colonizzazione creando sacche di povertà in tali paesi, aggravate anche da forme di governo inette, corrotte e totalitarie, costringendo masse di popoli a cercare ricchezza e libertà nei paesi che per loro appaiano garanti di tali diritti.
È una migrazione incessante che non può essere fermata da nessuno, ma può essere gestita, facile a dirsi ma difficile da realizzare, nel creare nei paesi di origine dei migranti le condizioni umane e sociali di ricchezza e di libertà utilizzando le ricche risorse che i loro territori posseggono.
Se questo non avviene la colpa è imputabile solamente all’egoismo smodato dei cosiddetti popoli civili e democratici, tra i quali ci siamo anche noi, ed i governanti corrotti di quei paesi.
Hanno banchettato e banchettano con le ricchezze di questi popoli ed ancora oggi lo fanno non lasciando cadere dalle loro tavole nemmeno una briciola di pane.
Nei confronti dei migranti che sono alla ricerca del benessere e della libertà e che si avventurano per mare o attraversano frontiere ostili e minacciose per entrare in un paese che loro hanno sognato come paese libero in cui realizzare la loro dignitosa esistenza, si è creato, in chi vive nel benessere e nella libertà, un risentimento rancoroso perché la presenza degli immigrati mette in crisi il loro mondo e non vogliono che altri disturbano un torpore di benessere privo di comprensione e di altruismo.
Gli Stati che si definiscono civili e democratici giungono anche a sottoscrivere patti scellerati per bloccarli ai loro confini, per sigillare le frontiere con muri ed altro, lasciandoli morire al freddo sulle montagne e soprattutto morire in mare, basta che non vengono a disturbare un mondo che di loro non ne vuole assolutamente sapere.
Eppure si è costretti a convivere con loro perché la forza ed il coraggio che ha questo popolo di migranti sfida ogni ostacolo, sopravvive ad ogni azione persecutoria, supera le dure condizioni di viaggi interminabili, alla fine realizza il suo sogno.
Sono con noi e devono restare con noi perché abbiamo bisogno di loro.
Si ha bisogno di loro perché non si ha più la forza e la volontà di fare i lavori che pochi anni fa servivano per sopravvivere e si approfitta, in modo ignominioso, della presenza di questi diseredati che sono venuti da noi per costruirsi una vita dignitosa per affidare loro i lavori più sporchi e faticosi, con ricompense irrisorie ed in nero violando le norme basilari del rispetto della persona umana.
Lo spot televisivo del succo di pomodoro eccellente per condire i nostri piatti di spaghetti o di altro racconta la bontà della nostra terra, quella italiana, ma poco racconta del dramma che vivono i raccoglitori di pomodoro nelle varie regioni italiane, specie quelle del sud del nostro paese.
Sono sfruttati, dileggiati, confinati in ghetti per non dire in baraccopoli fatiscenti e malsane.
Per non parlare degli immigrati, sfiduciati cacciati ai margini delle comunità, che vengono reclutati da malavitosi che raccolgono il segno della loro disperazione e li reclutano per lo spaccio degli stupefacenti o come manovalanza per rapine o raid punitivi di vendetta di stampo camorristico e mafioso.
Lo spot vuole dare giustizia alle sofferenze, ai sacrifici, alle umiliazioni ed anche alle tante morti di immigrati che hanno segnato i campi del nostro paese lavorando per il nostro benessere e la nostra economia.
Si capirà tale messaggio? Oppure c’è qualcuno che non comprerà il sugo di quei pomodori di quella società perché sono stati raccolti da persone dalla pelle di colore diverso dal proprio?
Le parole denigratorie ed offensive della signora dei social e presenzialista dei talk televisivi che usa nei confronti delle donne immigrate fa pensare che in casa sua non esistono specchi.
Se vi fossero, ma ci sono, dovrebbe specchiarsi spesso e leggere sui lineamenti del suo viso, trasformato da esperti chirurghi in un viso da verginella rifatta ma appassita, e leggere nei suoi occhi il disprezzo per sé stessa, perché donna, per il suo modo di pensare volgare e spregevole.
Lei non si differenzia per nulla da quelle donne che esercitano il mestiere antico come il mondo per scelta o perché costrette da papponi nostrani e non deve in modo assoluto dare della put…na a nessuna donna e soprattutto a quelle donne, le immigrate, che hanno subito violenze inaudite pur di sfuggire alla fame ed alle sopraffazioni nei loro paesi.
Queste donne immigrate denigrate e considerate dalla signora dei talk solo come mercanti del sesso, nella sua famiglia e nelle cerchie delle sue amicizie sono accanto ai propri famigliari anziani, peso scomodo nella nostra società del benessere, per assisterli con cura e con dedizione.
Fa finta di dimenticare, ma lo sa molto bene, che le nobili dimore che frequenta la presenza di queste donne, pagate in nero e con salari da fame, è necessaria per consentire il buon andamento delle stesse.
Questa signora con le sue trovate più ignominiose dà fuoco e sostegno a menti malate che vedono nelle donne, immigrate o meno, un oggetto personale da usare solo per soddisfare i propri istinti bestiali e poi eliminarle.
La cronaca giorno per giorno ci racconta minacce, persecuzioni, drammi che vedono come protagoniste tante donne indifese che pagano con la propria vita solo perché sono donne
Farebbe bene, questa signora dei talk, a misurare bene ciò che gli esce dalla bocca per non istigare maggiormente i maniaci e gli odiatori seriali a continuare a compiere atti di violenza nei confronti delle donne immigrate, donne sfruttate, dileggiate per il colore della loro pelle, considerate merce da poco conto da eliminare anche con la morte.
Questi due fatti sono significativi della nostra società complessa in cui gli immigrati rappresentano una risorsa necessaria per la nostra economia ed un aiuto alle necessità impellenti che una società sviluppata e progredita, come la nostra, ne ha urgente bisogno.
Non si è letto, visto o ascoltato alcun serio commento su questi due episodi sia di sostegno al coraggio della società dello spot o di condanna nei confronti della signora dei social e dei talk televisivi.

Giuseppe Toscano
(da Il Sidicino - Anno XVIII 2021 - n. 12 Dicembre)