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Il delirio totalitario da coronavirus

 

Ebbene si! In questi giorni si decide ancora una volta, forse non sarà l'ultima, di toglierci un po' della nostra libertà per arginare uno sfrenatissimo virus che si diverte a cogliere ogni nostra distrazione dettando a tutti, nessuno escluso, una sua legge incomprensibile ed imprevedibile che ci tiene prigionieri della nostra paura.
Un altro virus spudorato ed aggressivo, questa volta prevedibile da combattere e sradicare dalla vita di ognuno, con la sua arroganza e la sua supponenza vuole convincerci, senza alcuna perifrasi, che ogni vivente deve terminare la sua presenza tra i suoi simili se non può, con le sue forze, essere strumento o mezzo di sviluppo di benessere per il mondo in cui vive.
Questo novello virus della “improduttività”, inventato da qualche mente malata che ha volutamente dimenticato che in altri tempi, non troppo lontano, lo stesso virus convinse altre menti malate ad attuare in modo selettivo tale principio generando guerre e genocidi, ora si vuole prestare da servo che offre al padrone, il virus Covid-19, il materiale necessario su cui può liberamente infierire ed esaurire, a suo piacimento, la sua forza distruttiva.
Queste menti eccelse si alzano la mattina sbadigliando e brancolando nella ricerca di dire ciò che più è assurdo ma convincente per le menti simili a loro, impiegando il loro inutile tempo, non sanno altro che fare, per inventare boutade di cui nemmeno loro ne conoscono la portata e ne immaginano le conseguenze.
Hanno solo bisogno di parlare per usare il loro fiato, speriamo che siano a distanza consentita dal virus per non infettare il loro entourage di nani e ballerine, per rendersi visibili sulla ribalta mediatica degli anonimi ed insignificanti parolai.
Con le loro trovate da strapazzo aggiungono veleno in un pozzo già avvelenato.
Eppure questi ricercatori di raffinatezze lessicali che si sforzano in modo canagliesco di dire ciò che pensano con giri di parole che dimostrano la loro inettitudine e la loro propensione ad un egoismo ripugnante, non dicono, nascondendosi dietro un dito, che di questi “vecchi improduttivi” ne hanno fatto uso, ne fanno ancora, senza alcun scrupolo di ingannarli quando ne chiedono il voto per soddisfare la loro sete di potere e di comando.
Questi personaggi che si sono alleati anche con il diavolo pur di sedere su di una sedia per governare chi li ha eletti promettendo la luna ed il sole e prendendosi nelle loro mani la tutela del bene comune cioè la loro vita di cittadini liberi, cosa hanno fatto di “produttivo” per evitare il disastro pandemico di un virus che usa un linguaggio diverso dal loro e che non fa sconto a nessuno?
Non hanno prodotto nulla, anzi hanno prodotto inefficienza che si è assommata a quella atavica di chi li ha preceduti e non hanno fatto alcun passo avanti positivo costantemente giustificandosi che il disastro annunciato era irreversibile per la colpa di chi li aveva preceduti.
Parolai e non altro, per non dire approfittatori della buona fede di chi li ha eletti.
Hanno perso nella loro boria di potere il contatto con la realtà che è più dura di quella che si può immaginare e se non ci fossero queste persone “improduttive per lo più in pensione” oggi potremmo chiudere il discorso perché la marea della disperazione non avrebbe risparmiato nessuno.
Molte di queste persone che al giorno d'oggi con la loro età non più giovanile hanno maggior bisogno delle altre di essere tutelate da questo virus inarrestabile e che appaiano agli occhi di questi parolai del tempo perduto un peso per la collettività sono state quelle, questa è una verità sacrosanta, che hanno prodotto benessere e libertà di cui tutti noi oggi, compresi coloro che vorrebbero eliminarle perché improduttive, ne godiamo.
Sono, queste persone “per lo più in pensione”, la salvezza di tante famiglie che da sole non saprebbero sbarcare il loro lunario a causa della ristrettezza economica in cui sono cadute dopo i disastri che hanno provocato chi aveva il dovere di tutelare il lavoro e la famiglia.
Le nuove generazioni come potrebbero crescere senza la presenza dei nonni che le accompagnano con il loro calore affettivo e la loro storia?
Il popolo italiano non può rinunciare, a causa di questi maldestri parolai, ad un patrimonio di umanità da tutelare e difendere ad ogni costo per non dimenticare la storia delle nostre origini.
Cosa hanno fatto questi personaggi dalla parola facile e dal linguaggio farsesco e forbito dopo aver avuta la certezza che il virus non era più una barzelletta per l'Italia?
Hanno solamente fatto le loro comparsate nei salotti televisivi dove sono stati trattati come i salvatori delle persone a loro affidate e come portatori di verità e novità che solo loro avevano il diritto di dare.
In realtà nessuno di loro ha fatto quello che doveva fare perché impegnati tutti a curare le loro immagini di Governatori, parola grossa di cui queste persone si fregiano sostituendola a quella di Presidente di Regione meno efficace, e di esperti virologi che invece di trascorrere il loro utile tempo nei propri laboratori nello studiare il virus e le complicanze si sono divertiti a fare da comparse come in uno spot.
È un male congenito quello di parlare troppo, di comparire troppo, di predicare troppo e di ingannare molto.
Perdere il senso della normalità, della correttezza e della verità è diventato un sport in cui tutti si esercitano pur di mantenersi a galla per non affondare per inettitudine ed incapacità.
Le persone che oggi “sono delle persone per lo più in pensione, non indispensabili per lo sforzo produttivo” e che per alcuni non dovrebbero nemmeno essere, nella loro solitudine, accolti nelle Case di Riposo perché rappresentano solo una spesa per la collettività, nella loro vita hanno lavorato per il benessere del paese e per garantire quei diritti, almeno umani ed affettivi, che oggi si vogliono a loro negare.
Si spera, ci auguriamo che sia così, che tutti coloro che governano la cosa pubblica smentiscano queste loro scellerate decisioni con fatti ed azioni, non con parole vuote, ingannevoli ed insincere, e che nei momenti di scelta su chi salvare la vita negli ospedali gli operatori non siano costretti a fare scelte inumane ed insostenibili a causa della inettitudine e dell'irresponsabilità di questi inutili predicatori.
Anche per questi deliranti parolai giungerà il tempo di “essere persone per lo più in pensione, non indispensabili per lo sforzo produttivo”. Si spera per loro maggiore comprensione ed umanità.

Giuseppe Toscano
(da Il Sidicino - Anno XVII 2020 - n. 9 Novembre)