L'ASSOCIAZIONE
 
il Sidicino
 
Indice per autore
 
Indice Giuseppe Toscano
 
 

I ladri di merendine e le nuove povertà al tempo

del coronavirus
 

Affrontare con animo sereno senza suggestioni un’emergenza reale, quella del coronavirus, che è entrata prepotentemente nella nostra quotidianità e che nessuno può far finta che non esiste, non è un impegno da poco perché si rischia, anche se si é un negazionista incallito, che primo o dopo la si dovrà vivere.
Sono le nuove povertà nate dal coronavirus ed ogni giorno si allargano a macchia d’olio come tentacoli nella nostra società e la condizionano.
Abbiamo sempre desiderato un mondo che corrisponda ai nostri sogni ed ai nostri desideri individuali, ma è il tempo, si spera non sia tardi, di fermarsi ed, a mente serena, affrontare questa nuova e terribile emergenza senza le foschie e le illusioni che i social spargono a larga mano, peggio del coronavirus, su avvenimenti drammatici aggiungendovi una patina di una sapienza spocchiosa ed offrendo un’interpretazione volutamente falsa, tendenziosa e bugiarda.
Tutti coloro che hanno nelle loro mani il potere, benedetto o maledetto, per poter affrontare questa nuova emergenza fanno finta che il problema a loro non appartiene e se le nuove povertà sono sempre più presenti nella nostra quotidianità, bugiardi incalliti, affermano che non è colpa loro ma di coloro che li hanno preceduti.
Essi, oggi, hanno il potere di decidere.
Nulla o niente fanno perché non conviene sfiorare le sacche dei privilegi che si sono costruite per foraggiare inefficienze che portano solo benefici a quell’area parassitaria legata al familismo ed al mondo della collusione, per non dire della corruzione.
Sono i soliti ladri di merendine che rubano dagli zainetti dei bambini ed insieme alle merendine rubano anche i loro sogni.
Li affamano per non farli crescere, ragionare e sognare.
La refurtiva la destinano ad un mondo variopinto e multicolore dove regna il dio dell’inganno e dell’avarizia che predica con voce suadente il nuovo verbo, la nuova novella della fine della povertà e dei bisogni perché gli ostacoli e gli impedimenti che ostavano alla felicità dell’uomo sono stati distrutti spalancando la porta su di un mondo diverso che porta l’uomo alla sua origine quando tutti erano uguali, tutti appartenevano allo stesso branco, tutti avevano tutto e non avevano niente.
Il capo branco dominava ed amministrava l’esistenza di ognuno con ferocia e violenza ma non poteva vietare, perché non ne aveva il controllo, ai sottoposti di sognare.
Le volte e le pareti della caverne si popolarono dei loro sogni con le figure di un mondo che loro incontravano e combattevano per sopravvivere seguendo l’istinto primordiale della sopravvivenza.
Tutto finì quando si uscì dalle caverne.
La ragione e l’egoismo si impossessò di ognuno iniettando in loro un desiderio smodato di potere di sottomettere il più debole usando la forza violenta della clava e della fame. Finirono i sogni.
Oggi si vive la storia che vissero quei primi nostri lontani parenti con l’aggravante di avere dentro il proprio corpo un nemico in più, il coronavirus Covid-19, un qualcosa di piccolo e ripugnante, ma furbo ed intelligente, che a sorpresa prende possesso di ogni corpo, lo destabilizza sino a portarlo alla sua fine.
Questi piccolo, affamato e furbo virus ha dato man forte ai ladri di merendine che hanno, con i loro raffinati marchingegni giustificati dalla suadente quanta machiavellica invenzione di “nessuno rimarrà indietro”, con un fare illusionistico e beffardo hanno tolto quel poco di riserva che ognuno aveva per sé inondando con paroloni e promesse ingannevoli, ma dolcemente preparate, ogni mezzo di comunicazione asservito al loro scopo.
Dal cielo doveva scendere una pioggia di euro da inondare l’intera nazione per sconfiggere la maledizione del virus, invece è scesa una coltre di indifferenza e di pressappochismo che ha acuito disagi e sofferenze e nuovi poveri si sono aggiunti a quelli già esistenti, eppure gli stessi ladri di merendine e loro sodali avevano solennemente affermato che la povertà era stata abolita.
I provvedimenti diluviano ma la realtà peggiora: si è fermato quel poco che si era messo in moto e le profonde ferite che la quarantena del coronavirus ha prodotto non possono essere rimarginate da un colpo di bacchetta magica del mago Otelma, non me ne voglia, perché il virus ha narcotizzato la forza dell’inventiva che l’intero paese possedeva.
Intanto i ladri di merendine si dividono quel tanto che è stato messo in campo per ricostruire il tessuto economico delle attività imprenditoriali messe in ginocchio dalla chiusura e lamentano l’insufficienza degli interventi ma non parlano della spregiudicatezza usata nei loro azzardi finanziari e dei vantaggiosi introiti sperperati nelle loro manie di grandezza che hanno portato le loro aziende sull’orlo del fallimento già prima del virus. Ora vorrebbero risorgere e continuare a rubacchiare scaricandosi definitivamente dalle loro spalle centinaia di lavoratori utilizzando l’alibi del coronavirus.
Alcuni di questi predatori di denaro pubblico in segreto hanno anche brindato in modo maldestro alla nuova ghiotta occasione che gli viene offerta dalla catastrofe della pandemia perché, il loro metodo è antico come il mondo ed è infallibile, attraverso le loro reti di insospettabili lobbisti hanno fatto cadere nelle loro reti ingenui o furbastri politici per rubacchiare le poche merendine che sono rimaste.
Non interessa più far risorgere un paese ridotto agli estremi della sopravvivenza, creare nuova povertà è il fine più sublime a cui ambiscono per poter usare i deboli, i bisognosi, i senza un lavoro come mezzo per distruggere la libertà di un popolo.
Continueranno a rubare le merendine, ma prima o dopo il popolo li punirà.

Giuseppe Toscano
(da Il Sidicino - Anno XVII 2020 - n. 5 Luglio)