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De amicitia in senectute

Saranno forse gli anni che passano, recando il loro bagaglio di maturità, che inducono a fare delle considerazioni che potrebbero anche sembrare banali ma che mi fanno riflettere.
Accade che delle parole improvvisamente si illuminino nella nostra mente e noi ne riusciamo a vedere chiaramente il significato più profondo, l'essenza stessa del concetto.
Una di queste idee su cui ultimamente mi sono soffermata è: amicizia.
L'amicizia è un sentimento che ci mette in rapporto con gli altri fin dalla più tenera età; appena siamo capaci di relazionarci con qualcuno al di fuori con la più stretta cerchia familiare.
E sempre gli amici ci accompagnano nel corso della vita, con essi condividiamo gioie, dolori, interessi, delusioni:è un'esperienza talmente forte da essere pari a quella dell'amore. E come l'amore muta nel corso della vita così accade anche per l'amicizia che, addirittura totalizzante nel corso dell'adolescenza, diviene via via più pacata, ma anche più solida, più matura in una parola.
E' ovvio che non tutte le amicizie sono uguali per intensità e lunghezza di rapporto.
Con alcuni amici condividiamo parte del nostro percorso di vita e poi li perdiamo di vista per sempre, con altri, specialmente quelli della gioventù, conserviamo un rapporto talmente intenso che se anche ci vediamo sporadicamente, è come se ci fossimo lasciati il giorno prima ed essi sono un dono prezioso della vita.
Altrettanto importanti, però, sono gli amici che si incontrano nell'età più matura: la scelta degli amici è allora più ponderata, si selezionano persone che abbiano i nostri interessi, con cui condividiamo punti di vista importanti e ci supportiamo a vicenda nei momenti di difficoltà.
Perché è anche questo l'amicizia: una società di mutuo soccorso. Specialmente quando la vita ci rende più fragili, meno sicuri di noi, abbiamo bisogno di sentirci circondati da persone che siano disponibili a supportarci e anche a distrarci dalle nostre preoccupazioni. E a nostra volta dedicare tempo agli altri ci fa sentire più utili e sereni.
Si viene a formare, così, una rete di relazioni molto importanti e ciò può avvenire più facilmente quando si vive in un piccolo centro.
Il conoscersi tutti, che può essere visto in maniera negativa come causa di gelosie e pettegolezzi, può però rivelarsi un valore immenso se ribaltato in maniera positiva. Infatti può essere fonte di maggiore comprensione e tolleranza nei confronti degli altri, perché di tutti si conoscono i limiti, le debolezze, i dolori, che possono spiegare tanti comportamenti a prima vista incomprensibili.
E proprio tenendo conto di queste considerazioni dobbiamo reciprocamente perdonarci e superare anche piccoli torti ingiustamente subiti, qualche sgarbo, qualche caduta di stile che a volte ci amareggiano in maniera eccessiva. Solo così la convivenza con gli altri sarà più serena e noi potremo scoprire il grande valore di “De amicitia in senectute”.

Gemma Tizzano Iannaccone
(da Il Sidicino - Anno IX 2012 - n. 6 Giugno)