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I saggi del vecchio millennio

 

Domenica 12 Dicembre 2004 io e gli altri Capi Clan/Fuoco e Maestri dei Novizi dei Gruppi Scout Teano I e Sparanise I, abbiamo accompagnato i nostri ragazzi (tutti d'età compresa tra i 16 e i 21 anni), a trascorrere una giornata allegra e spensierata con i Nonni di Teano, ossia gli ospiti della Confidenza Castallo Fratelli. Dopo aver trascorso con loro una giornata tanto bella, da sembrare a tutti noi surreale, sono rientrata a casa e non ho potuto fare a meno di riflettere e di sentire l'esigenza di condividere con altri il frutto di tali mie riflessioni…
Permettetemi prima una leggera divagazione teorica, di cui vi sarà chiaro il motivo, se avrete solo un po' di pazienza…Erik Erikson, un noto psicoanalista infantile, ha elaborato la teoria psicosociale dello sviluppo, che si distingue da tutte le altre teorie dello sviluppo della personalità, perché comprende l'intero ciclo vitale e non si arresta alle soglie dell'età adulta, come in genere avviene. L'autore, ritiene che in ogni fase della vita, l'individuo deve superare una crisi per accedere alla fase successiva, e nell'età finale, l'uomo affronta l'ultima crisi, quella che si combatte tra “integrità”, intesa come l'accettazione del proprio trascorso ciclo di vita (comprese le opere incompiute), e la “disperazione”, intesa come il rimpianto per le vite non vissute. Il risultato ideale di tale crisi, è la sopraffazione dell'integrità venata da una disperazione realistica, misto che l'autore riassume in una parola: “Saggezza”.
Tutti vi chiederete l'utilità di una simile esposizione teorica, ed eccomi al dunque. Ho utilizzato uno squarcio della teoria di Erikson per arrivare all'osservazione di quella giornata che più mi ha fatto riflettere: la saggezza come tratto comune degli ospiti della Confidenza Castallo. Ognuno di loro è molto diverso dagli altri per la storia che ha vissuto, ma ognuno di loro è un tesoro assoluto per la nostra società. Qualora decidiate di conoscerli, c'è chi vi racconterà di come ha vissuto la prigionia della II Guerra Mondiale; chi vi canterà le vecchie canzoni napoletane di un tempo; chi vi descriverà la fatica del lavoro manuale nei campi; chi vi parlerà di come il matrimonio era vissuto durante la propria giovinezza e delle strategie che si utilizzavano per non sposare l'uomo imposto dai genitori, ma quello scelto per amore; chi vi travolgerà con una vita segnata da gravi dispiaceri susseguitisi l'uno dopo l'altro, con un disegno a dir poco brutale….Nonostante la diversità di tali racconti, questi saranno legati da un filo comune che vi guiderà attraverso la lettura di un libro che parlerà di un secolo di storia che la maggior parte di noi non ha avuto la fortuna/sfortuna di conoscere, ma che potremo vivere attraverso di loro e guardare attraverso i loro occhi! E' per questo motivo che dovremmo considerare i Nonni di Teano, e gli anziani in genere, come saggi del vecchio millennio, da ascoltare con dedizione e da cui imparare a guardare alla vita non come ricerca della complessità e dell'agio, ma come risorsa di semplicità ed umiltà, valori sempre più rari nei nostri giorni. In un'epoca in cui la società considera gli anziani sempre più come persone “che ormai hanno vissuto la loro vita” e per questo non più degni d'attenzioni (es.: costruzioni di centri sociali su misura per loro, strutture specializzate per curare malattie fisiche e psichiche tipiche dell'invecchiamento, assistenze domiciliari costanti, ecc…), dobbiamo riflettere sulla fortuna di avere nel nostro paese un “miraggio”, una struttura su misura d'anziano come la Confidenza Castallo Fratelli, in cui non stonerebbe una nota di partecipazione in più da parte del singolo “Sidicino” fino all'intera cittadinanza, intesa come Comunità ed Istituzione. I nostri saggi sono lì, ad aspettarci per poter rivivere ancora una volta la “filosofia della loro vita” e noi saremo fortunati a condividerla con loro, perché alla fine quel secolo di storia resterà solo nero su bianco e nessuno più sarà in grado di raccontarlo dandogli i giusti colori, accesi o spenti che siano!
A conclusione di questa mia parentesi di riflessioni voglio lasciarvi con un estratto del testo di una famosissima canzone di Renato Zero, dal titolo “Nei giardini che nessuno sa”, dedicata all'affascinante mondo della “terza età”: “…Ti darei gli occhi miei per vedere ciò che non vedi, l'energia, l'allegria per strapparti ancora sorrisi; dirti sì, sempre sì e riuscire a farti volare dove vuoi, dove sai senza più quel peso sul cuore. Nasconderti le nuove, quell'inverno che ti fa male, curarti le ferite e poi qualche dente in più per mangiare, e poi vederti ridere e poi vederti correre ancora. Dimentica, c'è chi dimentica distrattamente un fiore una domenica…E poi silenzi, e poi silenzi, silenzi…”.

Daniela Spaziano
(da Il Sidicino - Anno II 2005 - n. 1 Gennaio)