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Un'altra storia: Gabriella Gribaudi

 

Assumere, come propria, la seguente dichiarazione come fa la prof. Maria Gabriella Gribaudi docente di storia contemporanea all'Università di Napoli è tutto un programma: “L'idea che alla gente modesta o cresciuta in un ambiente analfabeta non rimarrebbe alcun modo di lasciare traccia mi disturba. Posso scrivere su grandi personaggi, sulle regine e sui re, non mi sento proprio una storica al loro servizio. Hanno avuto i loro storici. Sono gli altri che hanno bisogno di me!”
Il Club Sidicino ospitò la Gribaudi dieci anni or sono (esattamente il 25 luglio 2006) - presente il Sindaco di Teano ing. Raffaele Picierno - nella Casina rosa sulla strada per Casi, per la presentazione di “Guerra totale” della Bollati Boringhieri. “Tra bombe alleate e violenze naziste, Napoli e il fronte meridionale 1940-44”.
Molte pagine descrivono il rastrellamento del settembre 1943 ed il bombardamento alleato di Teano.
Ora all'inizio del 2016 l'editore Donzelli pubblica della stessa storica “Combattenti, sbandati, prigionieri” “Esperienze e memorie di reduci della seconda guerra mondiale”.
Il 7 agosto scorso (2016) nella Domenica de Il Sole24Ore ve ne è un ampia recensione e del testo e dell'opera complessiva della Gribaudi, recensione lusinghiera e certo meritata.
Basta consultare l'ampio curriculum su Wikipedia.
La storica “diversa” dà voce a reduci frastornati tra propaganda fascista e realtà bellica, confusione ideologica e istinto di sopravvivenza. L'arrivo a casa era sempre estenuante e scioccante. Chi scrive, a quel tempo decenne, raccolse la testimonianza del cugino teanese Antonio F. reduce da un campo di concentramento nazista ed affetto da sindrome di Giles de la Tourette, che addetto a sbucciare patate cercava di alimentarsi facendosele schizzare in bocca per non farsi vedere dagli aguzzini, pena nerbate. E ricordo ancora che, per riscaldarsi i prigionieri erano costretti a stare addossati l'uno contro l'altro come sardine in scatole.
La formazione intellettuale della Gribaudi - scrive Goffredo Fofi – le ha permesso una libertà e un'ampiezza di sguardo che pochi storici possono vantare. Torinese, ha studiato con Rossi Doria a Portici e intrecciato storia e sociologia in modi originali e forti.
Le storie che la Gribaudi ha raccolto con i suoi allievi fanno parte di un archivio di interviste, ricerca collettiva sui modi in cui fu vissuta la guerra dai terrificanti bombardamenti alle atrocità perpetrate nei campi di prigionia.
Fatti terribili ed orribili: un prigioniero frustato a sangue e cosparsa la schiena di potassa; una ferita al dorso, impossibile a medicarsi per la dislocazione, infestata dai pidocchi ematofagi; la pelle che veniva via insieme ai calzini di piedi congelati; ecc.
C'è da osservare che i reduci parlavano dello loro sofferenze ignorando del tutto quelle che noi italiani avevamo inflitto ai nemici.
Ed il peso elettorale che i reduci non ebbero al referendum istituzionale del 2 giugno 1946 che segnò la caduta della monarchia in Italia! Su uno scarto di voti di due milioni avrebbero avuto significato.
“L'Italia è una repubblica democratica” recita la Costituzione.
Sarebbe stato più giusto affermare che l'Italia è uno stato democratico.

Lucio Salvi
(da Il Sidicino - Anno XIII 2016 - n. 9 Settembre)