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Un idolo dei nostri tempi

 
 

Al Festival di Cannes di questo maggio 2016 si proietta il film LOVING. Compare sul tappeto rosso o, come si suol dire in inglese red carpet, la top model fatale Kate Moss, anni 42, in abito monospalla color arancio fuoco, come recita il Corriere della sera del 17 maggio.
Ecco cosa scrisse il giornalista freelance Hugh Aldersey-Williams in «Favole periodiche».
«Nel 2008, il British Museum commissionò una statua a grandezza naturale della modella Kate Moss. L'opera venne realizzata interamente in oro. Esposta nella Nereid Gallery, intitolata Sirena, vicino ad una statua di Afrodite che fa il bagno.
La prima cosa che colpisce il visitatore è la sua minutezza, accentuata dal fatto che la statua la raffigura aggrovigliata in una posizione yoga dall'aria particolarmente scomoda. L'oro non è tirato a lucido tranne il volto perfettamente liscio. La sua espressione senza vita, con lo sguardo perso nel vuoto, ha l'effetto inquietante – del tutto inatteso- dato il profilo mondano del soggetto – di trasportare lo spettatore al di fuori del tempo: non si tratta più della rappresentazione di una celebrità del XXI secolo, ma di una figura depersonalizzata e detemporalizzata, il cui naso affilato e le cui labbra sporgenti non sembrano appartenete ad una persona in carne ed ossa ma a una maschera funeraria (viene alla mente quella di Tutankhamon) o a una statua votiva. L'opera è stata realizzata con una quantità di oro pari al peso della modella, 50 chili. È internamente vuota. Un particolare che potrebbe costituire già in se stesso una sorta di commento artistico».
Sarebbe curioso sapere cosa ha attirato tanta gente alla mostra: il culto della celebrità o quello dell'oro?

Lucio Salvi
(da Il Sidicino - Anno XIII 2016 - n. 6 Giugno)