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Cose di Francia e cose nostre

 

Per l'attentato del 13 novembre a Parigi e lo sterminio di tanti innocenti il giornale Libero ha emesso un urbi et orbi “Bastardi islamici“ che ha il difetto della onnicomprensività ma il fatto che mai, dico mai, un musulmano abbia denunziato un compagno di fede per terrorismo la dice lunga sulla condivisione di idee in quella atmosfera religiosa Integralista.
Nella mitologia nazionale - scrive Daria Galateria sul quotidiano La Repubblica - il borgo cittadino di Saint Denis, popolato da musulmani e sede del covo jihadista scoperto e neutralizzato a colpi di arma da fuoco, è stata la culla cristiana del paese. La sua abbazia è dedicata al primo vescovo di Parigi, Dionigi, il santo decollato che con il capo sul braccio, camminò dichiarando che solo il primo passo è difficile; in essa vi si rifugiò, evirato, Abelardo a espiare l'amore ardente per Eloisa.
La basilica è il sacrario dei re di Francia, vi giace anche quel Philippe figlio di Luigi il Grosso, ucciso a 15 anni da un porco che aveva fatto imbizzarrire il suo cavallo: caduta e morte ignominiosa che indusse il re ad assumere il colore blu del mantello di Maria Vergine.
Ancora oggi i calciatori si chiamano i Blues. Equivalente dei nostri calciatori della nazionale, gli azzurri.
Il grido di guerra degli eserciti di Francia era: Saint Denis! L'eguale italiano dell'esercito risorgimentale era: Avanti Savoia!
Di “cose” in comune Francia - Italia ne abbiamo tante. Lo storico Stefano Tabacchi parla del famoso cardinale italiano Giulio Mazarino, che governò la turbolenta nazione francese con alterne vicende, nel libro della Salerno editrice, da poco in libreria.
Contro di lui le “mazarinades” libelli satirici; di cui anche il porporato si servì contro gli avversari. Analoghe alle romane pasquinate, pamphlet popolari contro il retrivo governo papalino.
Da non confondere con le “mazarinettes”, lo stuolo di giovani donne della famiglia Mazarino che si trasferirono in Francia e furono debitamente ben accasate dall'amabile zio Giulio con nobili rampolli d'oltrealpe.

Lucio Salvi
(da Il Sidicino - Anno XII 2015 - n. 12 Dicembre)