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Giannotto della Giannottesca

 

Uno dei racconti del Filosofo illuminista Voltaire vissuto dal 1694 al 1778  letto in un libriccino della Universale economica recante l'insegna del canguro dal titolo “Micromegas ed altri racconti” parla di un caso frequente a verificarsi nella vita e che ovviamente può capitare a tutti.
 Il titolo del racconto di cui parlo è: Giannotto e Cola.
I racconti di Voltaire appartengono a quel genere che si dicono “a tesi” vale a dire che essi sono sviluppati sempre attorno ad un tema centrale consista esso in una verità morale o in un problema sociale o filosofico; come rilevano i sottotitoli: l'ottimismo per Candido, il destino per Zadig, la saggezza per Mennone. Tutti racconti brillanti e spesso di tono polemico.
Giannotto e Cola erano due poveracci amici per la pelle. Il primo era figlio di un mercante di muli, il secondo un contadino. Il primo fece fortuna e comprò un titolo nobiliare “ marchese di Giannottesca” e ipsofacto si trasferì a Parigi dall'Alvernia nativa dove chiamò il figlio per dargli un'educazione adeguata al nuovo rango blasonato.
Nel montare in carrozza sui cui fianchi spiccavano le conquistate freschissime insegne – “non c'è barbiere oggidì che non possegga il suo stemma” annota il precettore - Giannotto tese la mano a Cola con un sorriso di altera protezione e partì in tutta la pompa della sua nuovissima gloria.
Il povero affettuoso Cola, amico di un tempo, sentì la disperazione del suo nulla e pianse.
Una volta a Parigi sorse il problema della educazione del figlio marchese secondo il livello sociale raggiunto. Una discussione familiare sulla scelta della professione che si rifà a Rousseau da Voltaire ben poco apprezzato.
Più preoccupato, il Nostro, di criticare confutare o demolire ma il cui sottile sarcasmo vale per efficacia la più saggia delle teorie.
Lunghi confronti in famiglia tra i Giannotti ed il precettore ignorante. Si convenne che tutte le consuete discipline (latino storia geografia ecc.) non servivano a nulla per emergere nella società. Il denaro era (ed è) tutto.
Il giovane marchese visse una vita brillante vuota ma la fortuna cambiò in fretta. I Giannotti della Giannotesca si ridussero sul lastrico, il padre in prigione per debiti, la madre a fare la cameriera.
A questo punto ritrovarono l'amico Cola che viveva agiatamente di lavoro e che si premurò di dare una mano all'antico sodale, di insegnargli un nuovo mestiere consono ai tempi difficili e tornare nella serenità e nell'amicizia di un tempo.
E Giannotto padre e Giannotta madre e Giannotto figlio si accorsero che la felicità non è riposta nella vanità.

Lucio Salvi
(da Il Sidicino - Anno XII 2015 - n. 10 Ottobre)