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Matteo Renzi e le scimmie

 

Accolgo l'invito che il cardinale di santa romana chiesa Gianfranco Ravasi rivolge ai lettori del BREVIARIO “Scimmie” sulla prima pagina del Domenicale del Sole24Ore del 23 marzo 2014 a leggere il Salmo 73 di Asaf, un antico poeta biblico.
Il Monsignore inizia con la citazione di uno scritto del romanziere francese Honoré de Balzac da “Il giglio nella valle” che per la sua valenza riporto integralmente. “Gli arrivisti sono come le scimmie: durante la scalata si ammira la loro destrezza. Una volta arrivati in cima, non se ne vedono che le parti vergognose”.
Un ritratto folgorante di certi tipi umani!
Il Salmo sapienziale presenta il dramma della tentazione del giusto di imitare l'agire dell'empio, il suo travaglio interiore e il superamento espresso dalla confessione solida nella fiducia in Dio. Obietto: gli arrivisti sono dei reprobi; o piuttosto degli esseri umani che comprensibilmente aspirano ad una scalata sociale? Salvo l'utilizzo di modi e mezzi leciti. Machiavelli giustifica anche i modi illeciti.
Penso al premier democratico Matteo Renzi che si spulcia sulla cima dell'albero conquistato…
Passo ad altro tipo di arrivismo più lieve meno greve per un sorriso che ci rinfranchi delle pesanti considerazioni sulle condizioni umane suddette.
Ad un ballo alla corte inglese, a Sandringham, Elisabetta venne preferita alla madre dal partner abituale, sir Frederick Ashton, di quest'ultima (la regina madre).
Ovviamente dato il rango: non si poteva rifiutare un ballo alla propria regina. Ma mentre la coppia volteggiava accanto al suo tavolo la Queen Mumm sibilò ad Ashton: “Arrampicatore sociale!”. (da “Il romanzo dei Windsor” di Antonio Capranica).

Lucio Salvi
(da Il Sidicino - Anno XI 2014 - n. 4 Aprile)