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Indice Lucio Salvi
 
 

Alba o tramonto

 

In occasione del pensionamento di un dipendente dalla A.S.L. che fu valido braccio destro di chi scrive per decenni, ho fatto delle considerazioni beneaugurali che trascrivo.
Premetto che quando la cosa mi riguardò al compimento dei settant'anni – mi riferisco all'attività mutualistica perché quella di igienista era già terminata a 67 nel totale silenzio della (in)sensibile amministrazione comunale verso un servitore trentennale – i clienti (mutuati) si recarono nel mio studio per salutarmi, abbracciarmi, baciarmi come se io fossi sul punto di partirmene per ignota destinazione. Ma invece ero e restavo lì a casa mia come di consueto.
Insomma il finale di un trapasso, vivente il morto…
Scrive l'oncologo Umberto Veronesi su “Tutto Scienze” del quotidiano LA STAMPA il 18 settembre scorso: “…trovo che il pensionamento sia profondamente ingiusto e lo paragono ad una ghigliottina”.
Lo Stato dovrebbe ipotizzare ed attuare una gradualità di perdita del lavoro per evitare nel dipendente la cessazione del ruolo sociale fonte di depressione.
Non è vero che il pensionamento faccia ritrovare una libertà dal lavoro come sentenziò un sindacalista che non aveva mai lavorato. Solito dei capi dei lavoratori. È il lavoro che rende liberi! Quindi darsi da fare, trovarsi un altro impegno sia o non retribuito; occuparsi con attività ludiche, hobby quali l'enigmistica il gioco della dama o degli scacchi, suonare uno strumento musicale, partecipare ad associazioni attive, ecc. Impegnare la mente, insomma. O sarà l'Alzheimer, una sconnessione graduale e totale dei neuroni che si traduce in un incretinimento completo. Larve si diventa. Un noto scrittore (Luciano De Crescenzo) non riconosce i familiari: prosopoagnosia, un gradino del disfacimento.
Per aiutare i derelitti stanno sorgendo dei punti di incontro con i familiari detti “Caffè Alzheimer”. A Caserta ve n'è uno di cui diedi notizia in un numero precedente de il Sidicino.
“Verrà la morte e avrà i miei occhi”, ma non la mia mente!
Buon viaggio nel futuro, Pietro!

Lucio Salvi
(da Il Sidicino - Anno X 2013 - n. 9 Settembre)