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in fondo al cuore e in fondo alla classifica
 

Correvano gli anni Cinquanta e correvano gli studenti in medicina da un punto all'altro per le strade di Napoli con destinazione le aule dislocate in varie zone. Correva pure al galoppatoio l'ottimo Gastone Lambertini anatomista che si presentava in aula bello, gioioso, elegante, pieno di verve con stivali e frustino in mano. Fresco di affanno sportivo e forse non solo di quello… Pubblicava a quei tempi una esauriente “Anatomia dell'uomo” in sette volumi non sempre reperibili allora come adesso.
Insegnava a quei tempi biologia il genetista Giuseppe Montalenti che osava contradire l'agronomo russo Lysenko sostenuto da Stalin il quale affermava erroneamente che l'ambiente modifica il patrimonio genetico. Idea risibile. Il regime voleva contrapporre una genetica comunista ad una genetica borghese! Lo ricorda Paolo Franchi nel libro “Giorgio Napolitano, la traversata dalle Botteghe oscure al Quirinale”.
L'Università Federico II è ora in fondo alla classifica dell'ANVUR, l'Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca.
Più volte dall'agosto scorso ad oggi i quotidiani sono tornati sull'argomento; non ultimo il 9 settembre sia pure per sottolineare i meriti dell'Istituto Suor Orsola Benincasa che ha scalato le classifiche nazionali giungendo al secondo posto assoluto nella graduatoria sui risultati della ricerca in Italia ed al primo posto tra i piccoli Atenei.
La critica al Rapporto ANVUR nasce dal fatto che esso applica parametri identici a realtà assai diverse, con notevole incertezza statistica come si legge nella presentazione, cosa che conferma la serietà dell'impegno dell'Agenzia. Notevole il divario tra Nord e Sud.
I criteri bibliometrici sono stati oggetto di forti riserve da parte di istituzioni scientifiche internazionali: dall'Accademia dei Lincei all'Accademia francese delle scienze alla Fondazione europea delle scienze.
Lo stesso calcolo del numero dei lavori esaminati è criterio discutibile perché smembrando in più parti lo stesso lavoro se ne aumenta falsandone il valore. Come se uno studioso pubblicasse l'edizione della Divina Commedia in un solo volume ed un altro pubblicasse separatamente le tre cantiche; ed un altro ancora pubblicasse separatamente ogni cantica. Che sono cento.
Nel Rapporto (185mila contributi esaminati da 15mila esperti) manca una valutazione del contesto di lavoro dei ricercatori: consistenza di laboratori e biblioteche, alloggi per gli studiosi, ambienti di lavoro.
“Che senso ha - si chiede il prof. Marino Regini, Ordinario all'Università statale di Milano - mettere insieme criteri eterogenei basati su indicatori discutibili a ciascuno dei quali viene attribuito un peso del tutto arbitrario?”
L'Università di Shangai fa una sua classifica. Vien fuori che le Università americane sono le migliori; seguono quelle inglesi (sono stati presi in esame solo studi in inglese). Le nostre restano indietro: Pisa e la Sapienza di Roma avanti a tutte. La Sapienza oscilla tra il 107° ed il 216° gradino.
Il prossimo anno arriverà un'altra graduatoria voluta dall'Unione europea: si chiamerà U-Multirank. Dal verbo to rank , classificare.
Una buona notizia dell'ultima ora (17 settembre): la pagella annuale del Financial Times piazza al 17esimo posto l'ateneo Bocconi di Milano per il corso di laurea biennale tenuto completamente in inglese.
La nostra SUN (Seconda Università di Napoli) è in buona posizione all'interno della débâcle nazionale con i suoi 30mila studenti e mille docenti e orientamento in ingresso e placement in uscita (concreta possibilità di trovare un lavoro).

Lucio Salvi
(da Il Sidicino - Anno X 2013 - n. 9 Settembre)