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Massoneria fiume carsico

 

Il 1° giugno 2012 al Teatro alla Scala di Milano al Concerto in onore del Santo Padre fu eseguita la IX Sinfonia di Beethoven. Al termine il Papa fece un breve discorso nel quale, tra l'altro, puntualizzò, con una punta di garbata polemica, la differenza fra la concezione della divinità cristiana e quella massonica.
Testuale: “Le parole riprese dall'Inno alla gioia di Schiller (contenuto nel quarto movimento della Sinfonia –ndr-) suonano come vuote per noi, anzi, sembrano non vere. Non proviamo affatto le scintille divine dell'Elisio. Non siamo ebbri di fuoco, ma piuttosto paralizzati dal dolore per così tanta e incomprensibile distruzione che è costata vite umane, che ha tolto casa e dimora a tanti (il riferimento è al sisma recente –ndr-). Anche l'ipotesi che sopra il cielo stellato deve abitare un buon padre, ci pare discutibile. Il buon padre è solo sopra il cielo stellato? La sua bontà non arriva più fino a noi? Noi cerchiamo un Dio che non troneggia a distanza, ma entra nella nostra vita e nella nostra sofferenza.
In quest'ora le parole di Beethoven, “Amici, non questi toni…” le vorremmo quasi riferire proprie a quelle di Schiller. Non questi toni. Non abbiamo bisogno di un discorso irreale di un Dio lontano e di una fraternità che, in mezzo alle sofferenze, sostiene l'altro e così aiuta ad andare avanti. Dopo questo concerto molti andranno all'adorazione eucaristica - al Dio che si è messo nelle nostre sofferenze e continua a farlo. Al Dio che soffre con noi e per noi e così ha reso gli uomini e le donne capaci di condividere la sofferenza dell'altro e di trasformarla in amore. Proprio a ciò ci sentiamo chiamati da questo concerto”.
Riportiamo il testo dell'Inno alla gioia, per meglio capire:
“O amici, non questi suoni! / ma intoniamoli altri/ più piacevoli, e più gioiosi./ Gioia! Gioia!/ Gioia bella scintilla divina,/ figlia di Elisio,/ noi entriamo ebbri e frementi,/celeste, nel tuo tempio./ Il tuo fascino riunisce/ ciò che la moda separò/ ogni uomo affratella/ dove la tua ala soave freme./ L'uomo a cui la sorte benevola,/ concesse il dono di un amico, chi ha ottenuto una donna leggiadra,/ unisca il suo giubilo al nostro!/ Sì chi anche una sola anima possa dir sua nel mondo!/ Chi invece non c'è riuscito,/ lasci piangente e furtivo questa compagnia!/ Gioia bevono tutti i viventi/ dai seni della natura,/ vanno i buoni e malvagi/ sul sentiero suo di rose! / Baci ci ha dato e uva, un amico,/ provato fino alla morte!/ La voluttà concessa al verme,/ e il cherubino sta davanti a Dio! / Lieti, come i suoi astri volano/ attraverso la volta splendida del cielo,/ percorrete ,fratelli, la vostra strada,/ gioiosi, come un eroe verso la vittoria. / Abbracciatevi, moltitudini!/ Questo bacio vada al mondo intero!/ Fratelli, sopra il cielo stellato,/ deve abitare un padre affettuoso./ Vi inginocchiate, moltitudini?/ Intuisci il tuo creatore, mondo?/ Cercalo sopra il cielo stellato!/ Sopra le stelle deve abitare!”
La messa a punto del teologo Ratzinger (il papa) nasce dalla ostilità della Chiesa verso la Massoneria. Ma è un refolo rispetto al turbine della scomunica del 1738 e seguenti. Allora il papato era preoccupato dell'attentato al potere temporale oltre alla deriva ideologica. La Massoneria vanta meriti e demeriti come ogni istituzione umana. All'attivo c'è la Rivoluzione francese figlia dell'Illuminismo, la guerra di indipendenza americana (sul dollaro cartaceo si sono emblemi massonici), il Risorgimento italiano per i molti adepti tra cui Giuseppe Garibaldi.
La stessa Chiesa ha utilizzato i servigi di “fratelli” massoni autorevoli.
Non è più tempo di anatemi che non denunziarono mai esplicitamente alcun errore dottrinale (Aldo A. Mola in Massoneria – Giunti editore).
Sdoganare la Massoneria? Si può!
Il passato non sia zavorra che impedisca al veliero di correre migliori acque.
Il 20 settembre di quest'anno 2012 alla ripresa dei lavori massonici che tradizionalmente iniziano all'equinozio, nella grande festa esoterica –procul este profani! - a palazzo Giustiniani di Roma, smorzati i toni anticlericali; anche se qualche Maestro Venerabile ricordava che la data cade nel momento in cui il Grande Architetto dell'Universo ha voluto far coincidere la festa con la ricorrenza del 20 settembre 1870, fine del potere temporale della Chiesa con la breccia di Porta Pia.
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Le società segrete operano come fiumi carsici: scorrono sotterranei e riappaiono saltuariamente, meravigliando per la improvvisazione. Sono la faccia occulta della storia: possente inarrestabile irrefrenabile. Tale operato è bene espresso in un corposo tomo di più di mille pagine di tal Epiphanius (chi sarà costui? Un “fratello” – così si chiamano gli adepti tra loro - di alto grado? Tanto è minutamente informato!). Il titolo è: Massoneria e sette segrete – Controcorrente edizioni – Napoli.
La lettura dà la precisa impressione che il cittadino sprovveduto è una palla lanciata da gruppi di giocatori invisibili onnipotenti nelle più varie direzioni. Una umanità manipolata dai potenti. Cosa d'altronde nota!

Lucio Salvi
(da Il Sidicino - Anno IX 2012 - n. 11 Novembre)