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Un'unzione pestilenziale

 
accadde a New York all'inizio del secolo scorso, nell'anno 1906
 

Un membro della ricca famiglia newyorchese Warren (upper class) si ammalò di tifo. Una vergogna perché il tifo era considerato prerogativa delle classi povere, figlio della sporcizia e della miseria. Il tifo di solito colpiva i non abbienti, coloro che non potevano permettersi l'igiene. Spesso era mortale. (Qualche storico asserisce che il disastro che colpì l'armata napoleonica in ritirata dalla Russia sia stato in buona parte causato dall'epidemia di febbre tifoide oltre naturalmente che dal freddo e dal gelo!).
A distanza di pochi giorni, nella stessa famiglia si verificarono altri casi: si contagiò la madre, una sorella, due cameriere e il giardiniere. A questo punto, la cuoca irlandese si licenziò senza preavviso e senza spiegazioni. Paura di contagiarsi? Senso di colpevolezza? Non si sa.
La cuoca Mary Mellon compariva e scompariva dal mercato del lavoro e sempre si verificavano casi di tifo (oggi diciamo salmonellosi) dove passava. Finché un ingegnere sanitario si mise faticosamente sulle sue tracce e affrontatala le chiese il sangue le feci le urine per esaminarle.
Mary Mellon lo fece fuggire rocambolescamente inseguendolo con un forchettone da arrosto.
L'ispettore tornò in forze: la cuoca venne trasferita in un ospedale per l'isolamento, in un'isola della baia di New York. Dove stette due anni. Dopodiché, sentendosi lesa nei diritti (non si era mai ammalata di tifo, non credeva o non voleva credere di essere portatrice sana, unico peccato quello di non essersi sottoposta alla richiesta colecistectomia) - la cistifellea è serbatoio dei bacilli di Eberth - adì le vie legali.
Invocò l'habeas corpus, quindi; cioè il diritto di essere portata davanti al giudice in tempi brevi.
Il giudice le diede ragione e la rimise in libertà. Ma non poté ridarle quella fama di buona cuoca per ricche famiglie. Al contrario la sua nomea era tale che veniva chiamata Typhoid Mary, Maria Tifo !
Un ritratto pubblicato dai giornali e riprodotto sulla copertina del libro “Il segreto di Mary la cuoca” la mostra al lavoro con il grembiule professionale che fa cadere teschi umani nella padella fumante che tiene in mano! Il lavoro variò e scese di livello e Mary Mallon caduta in miseria volle rientrare in quell'ospedale della baia di New York dove si era sentita prigioniera, in quarantena fino alla morte.
Morì da benestante. La tomba della serial killer è nel Bronx; il motivo inciso nella pietra non ha sottintesi: Gesù abbia misericordia.
A raccontare questa storia di untori – storia già nota nei libri di igiene – è Anthony Bourdain in un recente libro finito di stampare nell'ottobre 2011.
L'autore, strano a dirsi, è un rinomato chef, una star, laureato al Culinary Institute of America, e scrittore di successo nel campo cultural –gastronomico. Rivelò i “dietro le quinte ”più disgustosi della Grande Mela in un bestseller e propone in altre opere le prelibatezze estreme nel mondo. In questo giallo della cuoca Mary ci sono tutti i caratteri della spy story: il sospetto, l'investigazione dello zelante ispettore sanitario dott. Soper (uno Sherloch Holmes), il pedinamento, la scoperta del sordido alloggio, la conoscenza dell'amico di Mary (un clochard ) che viene circuito da Soper e convinto, grazie all'alcool e a qualche dazione di denaro, a tradire la sua donna facendola incontrare con il segugio cosa che lei non voleva assolutamente fare, ecc.
Mary Mallon era una irlandese fiera, aggressiva, rabbiosa a buon ragione, una povera donna in fin dei conti, cui la società del tempo fece del torto ( l'opinione pubblica si era divisa come nell'affare Dreyfus ). Anche lei aveva fatto inconsapevolmente dei torti ai tanti morti – le furono attribuite migliaia di vittime - che non potettero reclamare semplicemente perché non c'erano più !...

Lucio Salvi
(da Il Sidicino - Anno IX 2012 - n. 4 Aprile)