Mani che si sfiorano nell'affresco michelangiolesco della Cappella Sistina. Quelle del Dio creatore e quelle del primo Uomo, a infondere la vita. Mani che si sfiorano, le rugose di un vecchio e quelle morbide di un bambino a trasmettere un messaggio opposto, sulla suggestiva copertina del recentissimo libro di Concita De Gregorio, dal sottotitolo “Imparare a dirsi addio”.
La vita e la morte sono una corona sola formata da due fronde attorte: scrisse D'Annunzio.
Che cos'è la vita? “La vita non è che un'ombra che cammina; un povero commediante che si pavoneggia e si agita sulla scena del mondo per la sua ora, e poi non se ne parla più. Una favola raccontata da un idiota, piena di rumore e di furore, che non significa nulla” Macbeth.
Giunge da Pfaffikon, a pochi chilometri da Zurigo, una telefonata agli amici in Italia che comunica l'avvenuto suicidio assistito di Lucio Magri. La società si interroga se è giusto, se è lecito. Interviene su Il Sole-24 Ore mons. Bruno Forte, Arcivescovo di Chieti-Vasto e Dacia Maraini su la Repubblica.
Certo colpisce la determinazione razionale con cui l'intellettuale Magri ha affrontato il percorso burocratico teso alla propria eliminazione. E' la precisione e il controllo delle emozioni che impressiona. Ci vuole coraggio per essere coerenti fino in fondo. Magri ha dovuto andare in Svizzera perché in Italia vige il divieto cattolico a disporre del proprio corpo. La Chiesa che ha accettato per secoli la pena di morte e la tortura ha da ridire sulla libera scelta di morire perché così facendo la persona sfugge al controllo di chi vuole stabilire il destino delle anime e dei corpi. Per essa il libero arbitrio è inaccettabile; tutto può essere perdonato salvo la sovrana decisione di sé.
L'Antistite (fratello dell'Ordinario di Economia dei Trasporti all'Università di Napoli, prof. Ennio Forte) dopo una esposizione esauriente del curriculum politico, si chiede se quella di Magri sia stata una morte da ribelle o da conformista ed ha l'impressione di trovarsi dinanzi più ad un cedimento che a una ribellione: “tutt'altro che una riscossa anticonformista”. Ed invoca un atto di coraggio collettivo di fronte alla crisi economica e sociale attuale per non cadere nel baratro, in nome della solidarietà umana.
A questo punto chi scrive vince il tabù sulla…non-vita e decide di dire la sua. Per ragionare con sé, per i lettori ( si spera sempre, attraverso le lettere, in un colloquio), per i nipoti per i quali il citato libro della De Gregorio -“ Così è la vita” - si dispiega.
Certo l'atmosfera in cui il “ribelle” Magri si è tolta la vita è triste, squallida addirittura lugubre.
Mi prefiggo invece un convito con gradevoli conversari e con il saluto degli amici, anche con il brindisi per chi parte; con ascolto di canti e versi disimpegnati. Che assomigli quanto più possibile a un evento fortuito ineludibile della vita quotidiana.
Bisogna parlarne, della morte, per rivendicarne il diritto che appartiene all'uomo e non alla divinità e per sottolineare il concetto che essendo assolutamente prevedibile (anche se non auspicabile) non desti meraviglia.
Steve Jobs nel famoso discorso agli studenti di Stanford, il 12 giugno 2005, disse: “Death is very likely the single best invention of Life”. La morte è la migliore invenzione della vita. Pessimismo di chi era consapevolmente attanagliato dal cancro.
La mela morsicata (Apple) ha una storia che merita essere raccontata. L'inventore del computer Alan Turing fu condannato per omosessualità a sottoporsi ad una cura di ormoni femminili che lo devastarono nel corpo e nella mente. Si suicidò morsicando una mela immersa nel cianuro. Decisione inoppugnabile!
Indro Montanelli sosteneva l'eutanasia quando il dolore o la lesa dignità della persona per difetto di autonomia diventano incompatibili con l'esistenza. Non a caso la clinica svizzera ha nome Dignitas!
Chi scrive, anziano medico, più volte è stato avvicinato da un concittadino che gli racconta le sue devastanti dolorose patologie che lo stanno portando ad una forzata inoperosa immobilità e gli chiede cosa pensa del suicidio.
Serenamente, pacatamente, la penso come Lucio Magri.
Vano è piangere quando viene il tempo della dipartita: la vita che continua è bella!
Le lacrime appesantiscono il volo verso la polvere cosmica.
“e ritorni la polvere alla terra, com'era prima (Qoèlet)”
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LA VERITA' IN VENDITA
(da “ Il canto degli uccelli “ di Anthony de Mello )
Non potevo credere ai miei occhi quando lessi l'insegna del negozio: IL NEGOZIO DELLA VERITA'.
Lì vendevano la verità.
La commessa fu molto cortese: Che tipo di verità desideravo acquistare, la verità parziale o la verità totale?
La verità totale, ovviamente.
Niente falsità per me, nessuna difesa, nessuna razionalizzazione. Volevo la mia verità pura e semplice e tutta quanta.
Mi indicò l'altro lato del negozio, dove si vendeva la verità totale.
Il commesso che era là mi guardò con commiserazione e indicò il cartellino del prezzo.
Il prezzo è molto alto, signore, disse.
Quant'è? Chiesi io deciso ad ottenere la verità totale a tutti i costi.
Se lei prende questa, disse, dovrà pagarla perdendo il riposo per il resto della sua vita.
Uscii tristemente dal negozio.
Avevo creduto di poter avere tutta la verità per un prezzo modesto. Non sono ancora pronto per la verità. Desidero ardentemente pace e riposo di tanto in tanto. Ho ancora bisogno di ingannarmi un po' con le mie difese e razionalizzazioni. Cerco ancora il rifugio alle mie convinzioni indiscusse.
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L'Autore Anthony de Mello (Bombay 1931 - New York 1987) era un gesuita, precursore della New Age; di dubbia ortodossia. Nei suoi libri sono evidenti influssi delle correnti spirituali taoiste e buddiste.
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La BdF di Costantino Kavafis
(a proposito della Manovra di Mario Monti)
"Per dar certezze alla mia vita dura
prenderò dalla Banca del Futuro
solamente pochissimi denari.
Dubito che abbia grandi capitali.
E pavento oramai che ai primi venti
di crisi, a un tratto smetta i pagamenti".
Lucio Salvi
(da Il Sidicino - Anno IX 2012 - n. 1 Gennaio) |
