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Sic transit gloria mundi

 

La regina di Palmira, oggi Tadmor in Siria, dopo la morte del marito, nel 267-268 d.C., approfittando delle condizioni di debolezza delle province estreme dell'impero, estese il proprio dominio su Mesopotamia, Palestina ed Egitto; avviando una politica espansionista volta alla conquista dei territori romani in Oriente.
Coraggiosa, intelligente, ambiziosa, sposa e madre perfetta, amante della cultura ellenistica e della letteratura alessandrina, poliglotta, Zenobia sottovalutò la pronta risposta dell'imperatore Aureliano che, giunto con un potente esercito alle porte di Palmira nel 272, prima di attaccare propose alla regina dignitose trattative di pace, offrendole di lasciare i privilegi e di farla vivere con tutti gli onori in un'altra città. Al fermo rifiuto, Aureliano rase al suolo la meravigliosa capitale. Zenobia abbandonata dagli alleati egiziani, tentò la fuga verso la Persia a cui avrebbe chiesto soccorsi. Venne fatta prigioniera nell'attraversate l'Eufrate.
Nel 274 Roma celebrò il trionfo dell'imperatore restauratore dell'Oriente e dell'Occidente rappresentati, nel corteo, da due fantocci. Zenobia venne fatta sfilare insieme agli schiavi ed ai trofei, coperta di gioielli e con ai polsi catene d'oro. Come pure carri regali, uno dei quali la regina si era fatta costruire per sé in vista di una vittoria che non era giunta.
Ai senatori romani che sogghignavano per il trionfo su una donna, Aureliano rispose: Non sapete che donna è Zenobia!
La romantica storia della virago si chiuse con il matrimonio con un patrizio romano e con una serena vita in una villa di Tivoli da comunissima, ricca e fedele matrona romana.
“ Così passa la gloria del mondo!” era la formula di ammonimento che veniva pronunciata, mentre si bruciava della stoppa, durante l'investitura di un nuovo pontefice.
Giambattista Tiepolo immaginò il trionfo di Aureliano come uno spettacolo sontuoso. Il dipinto del 1722-23 è a Torino nella Galleria Sabauda.
Sullo stesso tema alla National Gallery di Washington vi è la regina che arringa i suoi soldati e al Museo del Prado Zenobia di fronte ad Aureliano.

Lucio Salvi
(da Il Sidicino - Anno VII 2010 - n. 11 Novembre)