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Indice Lucio Salvi
 
 

Essere non Essere

 

Al titolo devi aggiungere una virgola, caro lettore: la puoi mettere dopo essere oppure dopo il non e prenderà significati opposti. Alla maniera dei responsi sibillini.
Parlerò dell'uno (vivere) e dell'altro (non essere) serenamente come chi, incalzato dagli anni, ha raggiunto una serena visione dei contrari.
Dunque, in Olanda i promotori della campagna per il diritto al suicidio assistito garantito a tutti gli over 70 che lo desiderino sono riusciti a raccogliere oltre 100mila firme: un traguardo che consente loro di esigere un dibattito parlamentare sull'argomento; dibattito che si farà dopo le elezioni politiche del 9 giugno.
Nonostante l'idea incontri grande opposizione, il movimento ha il suo peso in un paese che per primo ha legalizzato, nel 2002, l'eutanasia volontaria per i malati terminali, pur con forti vincoli e con una opinione pubblica confusa a seconda di come viene posta la domanda.
Gruppi religiosi e la principale associazione medica olandese si sono espressi contro.
La perplessità amletica del titolo si situa tra il “sopportare le insidie” ecc. o ribellarsi ad esse. Il problema in esame, invece è differente.
“Sono allo stremo. La vita mi disgusta, è insapore, senza sale né senso. Fossi affamato più di Pierrot, non mi andrebbe egualmente di ingoiare la spiegazione offerta degli uomini. Ficcano il dito nella terra per annusare in che paese stanno; io ficco il dito nella vita, non sa di niente. Dove sto? Cosa vuol dire: il mondo? Cosa significa questa parola? Chi mi ha tirato proditoriamente nella faccenda e adesso mi ci lascia dentro? Chi sono io? Come sono entrato nel mondo? Perché non m'hanno interpellato, perché non m'hanno istruito su regole e costumi, invece d'intrupparmi quasi che fossi stato comperato da un mercante di mozzi? Come sono diventato socio nella grande impresa che chiamiamo realtà? Perché devo essere socio? Non è facoltativo? E se devo esserci costretto, dov'è allora il direttore? Dove devo rivolgermi col mio reclamo? Dopotutto, la vita è un dibattito posso chiedere che il mio parere venga inserito nell'ordine del giorno? Se bisogna prendere la vita com'è, non sarebbe meglio stabilire com'è?”
Questo, l'angoscioso teosofo danese, padre dell'esistenzialismo, Sören Kierkergaard, vissuto nella prima metà dell'Ottocento, in La ripetizione.
Riaffiora il pensiero di Indro Montanelli il quale sosteneva che di fronte all'estremo dolore ed alla perdita della dignità e del decoro della persona per intervenuti problemi di motilità e di capacità intellettive menomate debba essere riconosciuto all'individuo il diritto di scegliere l'eutanasia.
Niente paura: se ci siamo noi, la morte non c'è; se c'è la morte non ci siamo noi!
Che è un sonno senza fine, placido e avventuroso perché ci si ritroverà granello di polvere nella polvere, o grumo di argilla tra le argille (come scriveva il poeta persiano Omar Kayyam ) e ci si aggregherà ad altri atomi in una diversa esistenza.
“Laudato si', mi Signore, per sora nostra morte corporale” cantava Francesco d'Assisi!
Il dubbio socratico della sorte migliore tra chi va (chi muore) e chi resta (in vita) si attesta sul “non so”, la certezza essendo solo del dio.
Chi a Dio non si attiene, potrebbe scegliere la… sceneggiata di Augusto, l'imperatore, il quale vestito di porpora, rifatto il trucco e pettinato chiese sorridendo: Sono un bravo attore? Applauditemi se ho recitato bene la parte!
Pacuvio governatore della Siria - lo scriveva Seneca al suo amico in preda a scrupoli e in vena di pentimenti aveva l'abitudine, quando partecipava a un'orgia, di allestire a fine serata le proprie esequie. Si faceva adagiare su un lettino e lì restava immobile come se fosse davvero morto; mentre i suoi amanti, maschi e femmine, levavano in coro alti lai.
Allora, per l'occasione, invitiamo all'ultimo convivio gli amici, per salutarli affettuosamente uno ad uno (caso mai augurando lunga vita…) e chiediamo l'applauso finale. Alla maniera di Nerone o di Petronio; come narra Tacito nell'ultimo libro (il XVI) degli Annali.
“La vita non è che un'ombra che cammina; un povero commediante che si “pavoneggia e si agita, sulla scena del mondo, per la sua ora, e poi non se ne parla” più; una favola raccontata da un idiota, piena di rumore e furore, che non significa “nulla.”(Macbeth)

Lucio Salvi
(da Il Sidicino - Anno VII 2010 - n. 6 Giugno)