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Ipazia come Carneide: chi era costei?

 

La United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization (UNESCO) dell'ONU ha intitolato ad IPAZIA un progetto per la ricerca scientifica femminile.
Il regista spagnolo Alejandro Amenábar ha impegnato 50 milioni di euro per un film, non ancora in uscita in Italia, su IPAZIA intitolato AGORA.
Il teatro si è impadronito del Personaggio con rappresentazioni al Castello Odescalchi di Bracciano, al teatro Belli, a Lo Spazio di Roma. Lo spettacolo racconta l'ultimo giorno d Ipazia dal risveglio al mattino seguito dall'uscita di casa per recarsi alla sua scuola, sino all'aggressione e alla morte.
Alla cospicua bibliografia esistente si è aggiunto, da poco, un romanzo storico edito da La Lepre che narra la vita ed i sogni della scienziata del IV secolo, che tiene separati, nel racconto, l'una dagli altri!
La bibliografia più antica si rifà ai seguenti testi: 1) Socrate Scolastico, Storia ecclesiastica, La morte di Ipazia; 2) Filostorgio, Storia ecclesiastica; 3) Sozomeno, Storia della Chiesa. Tutti contemporanei della Martire. Ed ancora: 4) Damascio, Vita di Isidoro; 5) Giovanni di Nikiu, Cronaca. La morte di una maga.
Damascio (480-550) filosofo neoplatonico e ultimo direttore dell'Accademia di Atene, presenta la fine di Ipazia come una follia perpetrata dalla folla e per invidia del vescovo Cirillo; Socrate, di fonte cristiana equilibrata, si preoccupa di salvaguardare la nobiltà della donna e di difendere il vescovo; Giovanni di Nikiu vissuto nel VII secolo trasforma Ipazia in una vera e propria strega e Cirillo - santo per la Chiesa - in eroe che salva la fede.
Chi era, dunque, Ipazia di Alessandria? In primis, era una scienziata matematica astronoma con un centro studi che ruotava intorno alla famosa Biblioteca. Inventò l'astrolabio antico strumento usato dai naviganti per misurare l'altezza degli astri sull'orizzonte; l'idroscopio che esplorava il fondo del mare; l'aerometro che misura la densità dei gas; il planisferio che dà la rappresentazione grafica della superficie terrestre.
Non è poco se si pensa che visse dal 370/375 al 415.
Ipazia fu una filosofa. Il movimento appena nato ad Alessandria era la fase conclusiva del pensiero greco classico. Un misto di contaminazione del pensiero platonico e pitagorico con i motivi religiosi (molti ed in aspro contrasto) propri dell'ellenismo. Il principale filosofo fu Plotino, il quale (udite! udite !) progettò la fondazione di una città di filosofi nella Campania. L'imperatore Gallieno gli diede il suo assenso ma il progetto andò a vuoto. Gli sarebbe riuscito… se avesse progettato una città di camorra!...
Ipazia fu, soprattutto, vittima del fondamentalismo religioso che ripudia la cultura e la scienza e tenta di soffocare la ragione. Con il suo martirio cominciò il declino di Alessandria, famoso centro della cultura antica di cui era simbolo la grandiosa biblioteca. Molti studenti, dopo la sua morte, lasciarono la città e cominciò il declino.
Raffaello la immagina serena con addosso una mantellina, il tribon, mantello del filosofo, già in uso presso gli Spartani (fonte: Rocci), di tradizione ellenica e pitagorica; corto, allacciato sulla spalla, di colore azzurro come il cielo di cui intendeva percepire l'armonia astrale, nel “La scuola di Atene”.
L'unico personaggio che guarda il pubblico.
Il pittore preraffaellita Charles William Mitchell la raffigura di sgargiante bellezza, denudata dai fanatici cristiani, schiacciata contro l'altare sul quale verrà seviziata, accecata, scorticata. I resti saranno bruciati nell'inceneritore delle immondizie!
L'inchiesta giudiziaria promossa dall'Autorità centrale si chiuse con un nulla di fatto perché - fu riferito - la martire si era trasferita ad Atene!...
Ipazia non si sposò perché aveva “sposato la verità”. Non si convertì ad alcuna fede perché in cambio avrebbe, sì, ricevuto sovvenzioni per i suoi studi ma avrebbero deviato l'orbita della propria anima e limitato gli orizzonti.

Lucio Salvi
(da Il Sidicino - Anno VII 2010 - n. 1 Gennaio)