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Maometto

 

Un vice ministro dell'attuale governo italiano ha proposto una legge per introdurre l'ora di religione islamica delle scuole. L'emerito cardinale Georges Cottier teologo della Casa Pontificia si è espresso nella stessa direzione sia pure consigliando cautela, al fine di trovare un antidoto al fondamentalismo e perché la conoscenza della propria identità è un requisito indispensabile per il dialogo e la integrazione.
A Canale 5, domenica 8 novembre, Daniela Santaché ha scatenato una violenta polemica con il presidente del Centro Islamico di Milano per una sua affermazione sulla pedofilia di Maometto, dimenticando il contesto storico. E' attuale chiedersi quale il pensiero di Maometto personalità umanamente suggestiva e religiosamente carismatica, di cui è incerta la data di nascita (570/580 d.C.)?
Alcune cose dei propri correligionari arabi non garbavano al futuro profeta, mercante meccano. Il politeismo, per esempio e la poligamia. Tre divinità e per giunta di genere femminile. Occorreva un solo dio a guidare l'umanità e senza immagine, senza che avesse un volto, in modo che la religione fosse il più spirituale possibile. Troppe mogli per un solo uomo. Tre o quattro potevano bastare. Per sé il discorso era diverso. Allah gliene permetteva quante ne voleva. Lo autorizzava per interposta persona (l'angelo Gabriele) che quando Maometto andava in trance ( epilessia ?) gli dettava le sure coraniche dove c'è di tutto e di più; sure (capitoli) che è arduo accostare agli avvenimenti di quel tempo lontano. “ Rimettere sure e versetti nel loro ordine divino è un compito superiore alle forze umane “: lo sostiene giustamente il prof. Alfonso M. di Nola antropologo e storico delle religioni.
Dell'ampio permesso (avere quante donne desiderasse) la stessa terza moglie l'attraente A'isha (Maometto si era fidanzato all'età di 50 anni; lei ne aveva 17) ne parlava con disappunto e forse con humour verso la prodigalità sessuale di Allah esclusiva per il Profeta.
Di questa graziosa (“mia piccola rosa” la chiamò Maometto quando un raggio di sole le illuminò il viso) e suscettibile A'isha val la pena raccontare una disavventura. Attardatasi lungo un percorso, perse il tram - voglio dire la carovana -. Un cammelliere la riportò a casa sul suo cammello. Apriti cielo! Le malelingue ne dissero di crude e di cotte. Maometto titubò. Infine decise che ogni accusa aveva bisogno di quattro testimoni. E del notturno viaggio di A'isha non c'erano testimoni!
(La donna era determinata. “La sposa guerriera” così il romanzo dell'americana Sherry Jones, appena edito dalla Newton Compton. In assenza del Profeta – ormai deceduto – A'isha diresse una battaglia dall'alto della cavalcatura. Venne detta la Battaglia del Cammello).
Dei beni della prima moglie vedova, Maometto ne aveva usufruito per i suoi affari di mercante e di profeta. Una volta, acceso di passione per una bellissima Maria volle possederla subito e sul letto di Hafsa, la quale essendo lei legittima consorte come le altre nove, protestò: “Allah si dà sempre un gran da fare per saziare le tue voglie!”
Hafsa era figlia di un personaggio importante che succederà a Maometto: la sua collera non era quindi un fatto trascurabile!
Dell'altro non garbava all'integralista Maometto. Il fatto che nelle taverne gestite per lo più da cristiani ed ebrei sulle vie carovaniere regnassero il vino il gioco d'azzardo la prostituzione. Quindi i primi due vizi furono proclamati fuori legge, opera di satana. La vita delle donne fu strettamente confinata in limiti che vanno dal burka alla lapidazione alle nerbate. Secondo i casi.
Maometto era un commerciante carovaniero poi trasformatisi in legislatore guerriero e sopratutto proclamato dal compiacente Gabriele profeta. Apparteneva ai Quraish, tribù che non lo sostenne quando il profeta cominciò ad esternare le proprie elucubrazioni religiose, fantasie orientali. Fino al punto che dovette fuggire con il seguito dalla Mecca e rifugiarsi a Medina. La Mecca era pur sempre la capitale della religione dei padri che era anche della sua fede in attesa della svolta, una vera e propria riforma, che egli stava imprimendo agli arabi ed al popolo del deserto, i beduini.
Ad una rilettura del Corano si ha la precisa impressione che esso sia derivata dalla Bibbia per la presenza di personaggi comuni ai due testi, devotamente accolti. C'è Gesù Maria l'arcangelo Gabriele Satana Adamo, Mosè e sopratutto c'è Abramo dalla cui schiava Agar era nato Ismaele eroe eponimo della stirpe araba.
Anche i miracoli si somigliano: i datteri maomettani si moltiplicarono come gli evangelici pani e pesci (Mt 14,2)!
Qualche studioso, in base a rilievi architettonici, ritiene che la Ka'ba (edificio cubico al centro della grande moschea della Mecca) era in origine un edificio cristiano-orientale ricco di idoli. Maometto ne distrusse tanti quanti sono i giorni dell'anno (i santi del calendario romano?), nelle sette circumambulazioni rituali che i musulmani ripetono tutt'oggi.
Il messaggio religioso di Maometto fu osteggiato dai concittadini tanto da costringerlo ad emigrare a Medina nel 622. Alla Mecca vi giunge per un pellegrinaggio con opportuni patti di non invasione. Oggi diremmo: con due piedi in una scarpa. Successivamente vi fece ritorno da guerriero vittorioso!
A Gerusalemme ci andò in sogno e su un cavallo alato. Vi stette una notte e l'angelo lo guidò su una scala al sommo della quale poté vedere i peccatori e le loro penitenze. Giurava di esserci stato per davvero in quella città santa di Abramo per evitare di essere deriso.
Episodio analogo al sogno di Giacobbe della Genesi biblica: “ Ed ecco una scala che stava in terra, la cui cima arrivava al cielo” ecc.
La roccia sulla Montagna del Tempio sulla quale Maometto si posò fu racchiusa in un edificio sostituito, trent'anni dopo la sua morte, da un magnifico santuario, la Cupola della Roccia in origine un edificio bizantino. L'interno è decorato con mosaici eseguiti da artigiani bizantini che recano un messaggio islamico: versetti coranici, giardini idilliaci. Decorazioni strettamente aniconiche. E un monito severo: “ …non dire tre: “ - in riferimento alla Trinità cristiana -“ evitalo, è meglio per te”. L’ iscrizione coranica lunga 240 metri che corre alla base della cupola definisce l'Islam la rivelazione finale di Allah superiore a tutte le altre.
( Ario tre secoli prima aveva posto la questione trinitaria nell'ambito della Chiesa. Era stato condannato nel Concilio di Nicea ma, da saggio, aveva consigliato ai suoi seguaci: “ Non fatevi uccidere per le mie opinioni! Potrei avere torto! A nessun uomo è dato il privilegio di non sbagliare”.
Verso Gerusalemme, conquistata una prima volta nel 638, ci si rivolgeva durante la preghiera; oggi verso la Mecca. Viaggiando su linee arabe si trova sempre, in alto sulla parete dell'aereo, una bussola che dà costantemente la direzione precisa.
Corano e finanza islamica. Il colonnello libico Moammar al-Gheddafi ha sostenuto che i cristiani pregano solo in direzione di Wall Street e che sarebbe meglio che pregassero rivolti alla Mecca.
All'origine della finanze islamica vi sono alcuni principi del Corano. E' proibito prestare ad interesse e pretendere la restituzione di una somma superiore a quella concessa. E' proibito speculare su eventi futuri che dipendono dalla volontà di Dio. Questi due divieti colpiscono almeno teoricamente quasi tutti gli strumenti finanziari del capitalismo europeo ed occidentale. Le banche islamiche sono riuscite a inventare strumenti che rispettano i principi coranici e soddisfano le principali esigenze delle società musulmane. Ad esempio la banca musulmana fornisce danaro sulla base della condivisione del rischio tra gli operatori, chi usufruisce del prestito ed i risparmiatori. Sta più attenta alla qualità del progetto economico che il cliente intende realizzare; mentre in occidente si è attentissimi alle garanzie.
Tutte le attività bancarie sono soggette alla vigilanza di un Collegio della legge coranica (Sharia Board) che può destinare a beneficenza gli interessi.
(Si rinvia per maggiori dettagli all'articolo “Finanza islamica” apparso su L'ALTRA VOCE mensile del 1° febbraio 2009 di Solopaca, a firma Benedetto Napolitano)
Maometto morì di malaria (?) nel 632, a Medina, tra le braccia di Aisha. I tre califfi che lo seguirono alla guida dell'Islam morirono di morte violenta. La lotta di successione continua.
Il Profeta sentì il bisogno di una nuova religione che potesse unificare le varie fazioni in lotta l'una contro l'altra in una nazione forte e ricca; una religione la cui etica non più avvinta alla legge beduina della violenza e della vendetta fosse basata su comandi di origine divina e quindi indiscutibili.
Si propose di innalzare il livello morale e spirituale di un popolo mantenuto barbaro dai vasti deserti sterili e ardenti e ne fece una nazione.
La singolare forza della personalità di Maometto consiste nella combinazione dell' elemento mistico-religioso con quello politico-organizzativo; il tutto unito a grande vitalità e passionalità che rendono la sua figura estranea ai modelli cristiani di santità.

Lucio Salvi
(da Il Sidicino - Anno VI 2009 - n. 12 Dicembre)