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Indice Lucio Salvi
 
 

E vinceremo

 

La campagna di Russia (che per gli italiani fu campagna di Ucraina ) rappresenta uno dei capitoli più amari e sofferti della nostra guerra 1940-45. Un fronte immenso, lontano dai confini, un alleato potente e prepotente a cui ci si era affiancato più per vanagloria che per spartirsi l'eventuale futuro bottino, un clima invernale rigidissimo.
Noi vaso di coccio tra due colossi in lotta.
Conclusa la drammatica guerra contro la Grecia, sopravvenne un periodo di incertezza sulla destinazione successiva tra le forze aeree di base a Tirana. Il 22 giugno 1941 la Germania aveva attaccato l'Unione Sovietica con obiettivi Leningrado Mosca e Kiev ricca di petrolio e carbone. Dopo qualche mese di contatti con il Comando superiore tedesco, il 25 luglio si costituì il Comando Aviazione del CSIR (corpo di spedizione italiana in Russia). Due reparti di volo decollarono da Tirana e Monstar ed attraverso la Jugoslavia e la Romania raggiunsero Tudora, in Ucraina, sede del primo concentramento delle nostre forze aeree inizialmente di circa 1900 uomini.
L'8 agosto Mussolini e Hitler visitarono su un quadrimotore tedesco lo schieramento del fronte. Non poca apprensione durante il volo dei condottieri a causa di una breve guida del veicolo da parte dell'audace Duce del fascismo!
Il contatto tra i nostri uomini del CSIR e la popolazione ucraina fu tutt'altro che bellicoso: difficilissimo l'impronta del conquistatore al cospetto di un oceano di spaventosa miseria! Spesso gli avieri si riunivano e mescolavano i loro canti nostalgici con quelli incomprensibili della gente locale povera e misera che chiedeva un po' di cibo elargito volentieri dai nostri.
Il 27 agosto la prima missione di guerra: impossibile valutare il risultato poiché in tali casi vincitori e vinti si dicono vittoriosi. Così degli altri numerosi duelli aerei. Qualche incidente da fuoco amico di cui furono vittime i nostri con le inevitabile scuse germaniche, a causa di errate frequenze radio. Un inconveniente di volo era dovuto all'essere “cabriolet” gli aerei italiani. Quando pioveva i piloti restavano a mollo!
Moltissime azioni di guerra, assegnate al reparto italiano, furono svolte a protezione del settore germanico!
Giunta la stagione autunnale, la terra cominciò ad indurirsi dal ghiaccio fragile e sottile; il paesaggio già verdeggianti di girasoli, si incupì e questa trasformazione del panorama iniziò a spegnere le nostre iniziali illusioni.
A novembre mancò la benzina perché mancavamo di autobotti!
Il “ generale ” inverno bloccò l'avanzata tedesca e capovolse le sorti del conflitto. Per far volare gli aeromobili, bisognava scaldarne i motori con stufe catalitiche. A quelle temperature (-30°, -35° C) dall'Italia arrivò un carico di frigoriferi (sic!) ordinati la primavera precedente. Perseveranza della italica burocrazia!
Intanto gli italiani dell'ARMIR (Armata italiana in Russia guidata dal gen. Giovanni Messe e successivamente dal gen. Italo Gariboldi) presi prigionieri furono avviati ai campi di concentramento con marce forzate sotto bufere di neve. In Siberia la mortalità raggiunse cifre spaventose: fame e gelo imperversavano. Un pugno di miglio, cetrioli, cavoli, qualche pomodoro verde quando andava bene. Ricercatissimi i…topi dalle orecchie aguzze e senza coda. Rei…di aver rosicchiato le code lignee dei nostri “ferri da stiro” (leggi: aerei) impedendone il decollo! Casi non infrequenti di cannibalismo: ne parla anche Curzio Malaparte in Kaputt. I prigionieri, giunti a destinazione, trovavano già pronte fosse comuni. La qualcosa fa presumere che i russi prevedevano con certezza la fine dei prigionieri a causa del gelo e del loro inumano trattamento.
L'equipaggiamento dei soldati era completamente insufficiente ed identico (oltre a quello indossato sul fronte greco-albanese) a quello in dotazione per chi combatteva d'inverno sul fronte africano di Libia!
Aerei da museo (“vetrine volanti” in legno tela vetro ed impalcatura di ferro), organizzazione elefantiaca, ed imperdonabile impreparazione, fecero il resto!
La guerra che coinvolgeva oltre ai tedeschi e gli italiani, gli slovacchi i croati gli ungheresi i rumeni i polacchi conobbe una fase di vittorie (Battaglia di Natale, quella aeroterrestre di Karkow, la battaglia del Don e quella della sacca di Izyum) che si chiuse con il sopraggiungere dell'inverno. Scarsamente operativi i russi che si limitarono a sorvegliare il fronte ed a respingere gli attacchi. La offensiva sovietica che risultò vittoriosa fu sferrata nel novembre dell'anno successivo e, subentrato l'inverno, portò alla tragica ritirata con un'ecatombe di uomini.
Venne l'8 settembre 43, data di pubblicazione dell'armistizio firmato a Cassibile in Sicilia il 3. Il pilota Roberto Salvi, padre di chi scrive, che aveva fatto parte del Gruppo Trasporti “ Felice Terracciano “ aderì al Corpo degli Alpini - gruppo Brigate Nere - giurando “ davanti a Dio ed ai caduti per l'unità, l'indipendenza, l'avvenire della Patria“ “di servire e difendere la Repubblica Sociale Italiana nelle sue leggi e nelle sue istituzioni, nel suo onore e nel suo territorio, in pace e in guerra”.

Lucio Salvi
(da Il Sidicino - Anno VI 2009 - n. 11 Novembre)