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Date a Cesare...

 

La diffusione su intemet dei redditi italiani - un'iniziativa troppo cruda e improvvisa che ha generato qualche morbosità - ha dato luogo ad una levata di scudi generalizzata che lascia perplessi. Ne hanno
parlato il giornale francese Le Monde e il britannico Guardian il quale ricorda la reazione rabbiosa di Beppe Grillo, fino a pochi giorni fa paladino della libertà del web. ll New York Times ha dedicato un articolo alla vicenda e si è chiesto, ironizzando sugli superevasori fiscali: “Il ricco paga le tasse? L'ltalia lo dice a tutti. L'atteggiamento di molti italiani nei confronti delle tasse è più o meno il seguente: perché pagarle se nessuno le paga?“
L'iniziativa che dovrebbe accrescere il senso di responsabilità del contribuente, suscita in quanti protestano, sentimenti diversi. Paura delle tasse o vergogna che dovrebbe derivare dalla ricchezza eccessiva?...
“Il ricco è ingiusto o è erede di ingiustizie!” pontificò saggiamente Leone Xlll.
Se la ricchezza è frutto di onesto lavoro non ci si deve vergognare e non aver paura. Altrimenti si è fuori dal consorzio civile: non si vive depredando il prossimo per il proprio tornaconto. L'evasione fiscale è un illecito contro i concittadini. Dovremmo essere fratelli... cerchiamo almeno di non essere lupi contro lupi.
Nella corrispondenza del 7 maggio sul quotidiano LA STAMPA due lettori che si firmano dichiarano: Finalmente si squarcia il velo di omertà che copriva le ricchezze occulte, perché è questo il vero significato di questi elenchi, ora so che Tizio e Caio che hanno villa al mare e alloggi in montagna raccontano balle al fisco. Ho scoperto che io (una autentica poveraccia) incasso e pago il doppio di un noto Cardinale e Principe della Chiesa. Ecc.
Da un'inchiesta del settimanale Panorama (n. 21 del 22 maggio 2008) risulta che 9,6 milioni di italiani sono a reddito zero pari al 24,16% cioè un italiano su quattro non versa le imposte perché non guadagna nulla oppure rientra nella no tax area o è un evasore.
L'agenzia delle Entrate calcola che gli indigenti sono poco più di 4 milioni; ed il restante 5,6 milioni?
Sarà vero che “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva": Articolo 53 della Costituzione italiana? La osanniamo; basterebbe rispettarla!
A chi non lo fa quando non gli conviene, ricordo il comportamento del filosofo Socrate al quale venne consigliata dai desolati affettuosi discepoli la fuga dal carcere per evitare la morte. Se - disse l'Ateniese - incontrassi le Leggi mentre fuggo e, richiesto, ne spiegassi il motivo, queste mi rimproverebbero pressappoco così: Quando noi (le Leggi) ti facevamo comodo, ci hai obbedito; ora queste stesse Leggi ti impongono di restare in carcere! Devi ugualmente osservarci.
Dare a Cesare, dunque, quel che è di Cesare... ma non di più.
Lo sosteneva anche l'economista parsimonioso Luigi Einaudi divenuto in seguito il primo Presidente della Repubblica.

Lucio Salvi
(da Il Sidicino - Anno V 2008 - n. 6 Giugno)