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Frate Indovino e l'Astrologo di Teano

 

Nell'ottobre scorso. mentre a Torino il presidente della Società meteorologica Luca Mercalli teneva la conferenza dal significativo titolo “Mi spiace, non so dirle se pioverà”, nelle edicole del paese veniva messo in vendita il calendario 2008 di Frate Indovino. Pieno di inutili consigli e di sagge massime, prevede con lungimiranza che d'estate fa caldo, d'inverno potrebbe nevicare, ed altre graziose amenità…
Oggi è possibile prevedere il tempo e si ha una possibilità di verifica immediata, che permette di tarare il modello di previsione. Prevedere il clima è più difficile, non solo perché si ha di fronte un periodo più lungo, ma perché non esiste la verifica immediata.
Questo voler conoscere il futuro non solo meteorologico è un'attività lucrosa che risale ai primordi dell'umanità. Auspici aruspici druidi e poi astrologi chiromanti cartomanti veggenti e chi ha più ne metta. Riesce difficile accettare l'idea che, in un tempo quale il nostro dominato dalla scienza e dalla sua immediata figlia, la tecnica, con i suoi computers telefonini voli planetari ecc. ci siano sei milioni di italiani che credono nei segni zodiacali e ascoltano gli oroscopi, comprano prodotti in erboristeria, si fanno visitare da iridologi e curare da guaritori, credono nella omeopatia e negli extraterrestri, negli angeli, nei diavoli, nelle Madonne che piangono, nel sangue di san Gennaro, nelle stimmate cristiche.
L'astrologia ebbe un momento di grande favore nel Settecento: si consultava l'esperto ad ogni piè sospinto. Non si iniziava un viaggio, non un'impresa, non una battaglia senza consultare l'astrologo. A Teano l'astrologo aveva la sua bella fattoria denominata ancora Masseria dell'astrologo. Importanza dell'uomo e segno dei tempi!
Fiorirono gli almanacchi nel Settecento; di cui eco lontanissima è il calendario di Frate Indovino. Era quella una pubblicazione periodica che, accanto alle predizioni meteorologiche ed all'elenco dei giorni dell'anno, esaminava la totalità degli avvenimenti in funzione degli astri; dava consigli relativi ai contadini e consigli medici. Insomma univa rappresentazione dell'universo frutto dell'ignoranza più sfrenata allo sfruttamento della credulità popolare.
Nel 1680 apparve una cometa eccezionalmente luminosa destinata a lasciare una traccia nella storia della scienza perchè consentì a Newton di scoprire la forma delle orbite percorse dalle comete.
Un anticipatore dell'illuminismo, lo scrittore Bernard La Bovier de Fontenelle, ne approfittò per scrivere una breve commedia contro gli astrologi dal titolo “La cometa” proposta di recente dell'editore “il nuovo melangolo”. In essa un astrologo in perfetta buona fede vuole impedire le nozze di sua figlia in nome del disastro ma il lieto fine prevarrà. Un' ode scritta per l'occasione termina con “L'uomo è fabbro del male, e incolpa gli astri!”

Lucio Salvi
(da Il Sidicino - Anno V 2008 - n. 1 Gennaio)