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Avanti, Savoia!

 

Leggo su il Sidicino del luglio scorso - numero interamente dedicato all'ingresso in diocesi di S. E. Mons. Aiello - nell'articolo a firma Adelgarius (?) che, prima del Concilio, il Vescovo assumeva anche il titolo di Cavaliere dei Santi Maurizio e Lazzaro.
È una fortuna che siamo dopo il Concilio! Perché attualmente il Gran Maestro del suddetto Ordine è nientemeno che Vittorio Emanuele di Savoia: non c'è da onorarsi! Basta ricordare che il Cardinale Angelo Sodano, già Segretario di Stato della Santa Sede, ha restituito il collare della Santissima Annunziata ricevuto, presumo, nell'ultima recente visita in Vaticano, dopo la cessazione dell'esilio.
Tale notizia (che la dice lunga) la rilevo da FERT agenzia di stampa dell'UMI (Unione Monarchica Italiana) di cui è direttore responsabile il dott. Sergio Boschiero che avemmo come relatore al Club Sidicino il 24 aprile 1999 nell'azienda agrituristica san Massimo, sulla collina di sant'Antonio.
Il relatore rivendicava il legittimo diritto degli eredi Savoia di rientrare in patria e noi con lui.
Eredità dissipata dalla dabbenaggine a dir poco dell'ultimo aspirante re.
Distrutto il decoro, già in bilico per fatti e fattacci precedenti, personale e della famiglia! Calpestata la dignità di una istituzione che pur alligna negli Italiani.
Un linguaggio da casenna, quello di Vittorio Emanuele.
Quando frequentavo la caserma (intendo dire: quando giovanissimo vivevo l'ora goliardica) si era più castigati!
Tra i reati non ascrivibili a qualche articolo di codice v'è quello di totale libertino disprezzo della donna che emerge dalle intercettazioni telefoniche, come ha giustamente rilevato il premier Romano Prodi. Chi ha la responsabilità di memoria storica dovrebbe assumere una visione non commerciale della propria vita!
Irripetibile il grido di battaglia: Avanti, Savoia!
Il settimanale GENTE del 3 agosto, ripreso dal telegiornale di Emidio Fede, annunzia l'abdicazione del “pasticcione” altrove definito “porcello”; atto ritardato dai recenti avvenimenti giudiziari.
Seppure l'abdicazione alle prerogative ex reali purificasse le istituzioni sabaude, che ne sarà della corte composta da loschi figuri, da mestatori internazionali, da agenti di commercio, mezze figure indegne di rispetto?
Saranno dimessi dagli Ordini dinastici anche essi? Chi separerà il grano dal loglio? Il settimanale DIPIU' dell'editore Cairo (3 agosto) dà il più completo resoconto delle malefatte sovrane. Il racconto raggela il lettore come il battito delle ali di Lucifero gela il Cocito dantesco!
A buon ragione Umberto II volle nella bara i sigilli reali a significare: “Consummatum est”.

Lucio Salvi
(da Il Sidicino - Anno III 2006 - n. 9 Settembre)