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Frammenti d'archivio

Il culto di Giunone Populonia in territorio teanese

 

Il Bullettino Archeologico Napoletano n. LXI del 1 maggio 1846 riporta la lettera che Theodor Mommsen inviò all'editore del bollettino, cav. Francesco M. Avellino.
È un'interpretazione tecnico – scientifica che, Mommsen, scrittore e archeologo acclarato, nonché storico, numismatico, giurista, epigrafista fa “intorno ad alcune iscrizioni dell'antica Teano Sidicina nelle quali si fa menzione di Giunone Populonia”.
Come in tutte le cose che ci ha lasciato, s'intravede la passione che Mommsen ha messo nei suoi studi e la meticolosità della sua ricerca, frammista all'umiltà che lo eleva.
Le prime tre lapidi sono sepolcrali, mentre la quarta, la più antica delle altre, è sacra.

 
La prima iscrizione, (alta palmi 6 cfr.) copiata da lui stesso qualche giorno prima della lettera, in Teano, “dove serve di colonna sotto la casa de Santis” non si parla, come scrisse il Broccoli “de' Vlviri di Tiano”, “ma, bensì di un alunno della defunta, detto Teanensis, che, a spese sue, secondo la disposizione testamentaria del padre della sacerdotessa, le fece il mausoleo”.
La seconda iscrizione (alta palmi 5), quando il Mommsen la prese in esame, “era rovesciata sul fianco in maniera che alcune lettere restavano sotterra. Perciò non posso assicurare” la versione di Broccoli o di Hoar.
La terza iscrizione (alta palmi 6 e1/2) lo interessa solo a decifrare la parola indicata come EIESIAE o LIPSIAE dai suoi predecessori in FELSIAE.
La quarta “lapida” vede concentrarsi maggiormente la sua attenzione: “Essa è alquanto più antica delle altre, sta in grosso blocco di pietra per servirsene come pezzo di fabbrica”.

In seguito ai vari usi e riusi che il blocco di marmo ha subito “l'interpretazione non è tanto facile, e non ardisco già di riconoscere un qualche nome nelle prime righe, quasi fosse MESSii Filius STICH… Nepos?. NSOr ABAVOS PATRIS MEI; ben è chiaro che hanno detto ABAVOS. PATRIS. MEI. per evitare la parola piuttosto giuridica di atavo, e che si tratta nell'iscrizione della restituzione di un'ara dedicata alla Giunone Populona fatta dopo quattro generazioni, ciò che ,atteso che il nostro marmo stesso forse appartiene al primo secolo, fa rimontare il culto della Giunone Populona a tempi assai antichi e forse anteriori alla guerra sociale”.
(La guerra sociale dal latino socius, alleato; anche denominata guerra italica o marsica dal 91 all'88 a.C. vide opposti Roma e i municipia dell’Italia fin allora alleati del popolo romano. N.d.R.)
Quanto sopra affermato dagli studi del Mommsen, sta a suffragare e a ricordare che, in territorio teanese, il culto alla dea Giunone Populona si era già propagato nel primo secolo avanti Cristo.

Mariavittoria Riccio
(da Il Sidicino - Anno XI 2014 - n. 2 Febbraio)