L'ASSOCIAZIONE
 
il Sidicino
 
 
Presidio LIBERA - Teano
 
 

A te Antonio dedichiamo il nostro impegno per...

Era il 6 novembre 2004 quando Antonio veniva ucciso con due proiettili alla schiena, in un agguato nel rione “Sette Palazzi” a Scampia. Antonio Landieri aveva 25 anni, stava giocando a biliardino in un circolo ricreativo con i suoi amici quando i killer della camorra fecero irruzione, sparando 16 colpi di arma da fuoco. Gli amici riuscirono a scappare rimanendo feriti mentre Antonio, disabile trovò la morte. Antonio fu ingiustamente ed errenoamente definito un criminale internazionale al punto da essere vietati i funerali pubblici. Ma la famiglia non si è mai fermata di fronte a tale tragedia, e tali calunnie e per 14 anni non ha mai smesso ri ricercare la verità e la giustizia. Il 23 gennaio 2017 la Polizia esegue su ordinanza del Gip el tribunale di Napoli 5 ordini di custodia cautelare nei confronti di coloro ritenuti responsabili di essere gli esecutori materiali dell' omicidio di Antonio Landieri. Cinque componenti del clan camorristico degli “Scissionisti”. Il gruppo di fuoco che eseguì l' agguato era composto da: Giovanni Esposito, Cesare Pagano, Gennaro Notturno, Davide Francescone e Ciro Caiazza. Fino ad arrivare al 4 ottobre 2018 quando si conclude il processo di primo grado contro gli autori dell' omicidio di Antonio dove vengono condannati all'ergastolo Giovanni Esposito, Davide Francescone e Ciro Caiazza, condannati a 17 anni e 4 mesi Giovanni Notturno e Pasquale Riccio. Assolti Cesare Pagano e Giovanni Piana. Si ricorda in particolare il pentimento avvenuto negli ultimi anni di Gennaro Notturno e Pasquale Riccio i quali hanno dichiarato e narrato dei più tremendi omicidi avvennuti durante la faida di Scampia con modalità brutali tra cui anche quello di Antonio.
Tantissime le inziative avvenute in questi anni in memoria di Antonio. Nel 2007 a Scampia è nata l'associazione Vo.di.Sca acronimo di Voci di Scampia, dedicata alla sua memoria, un'associazione di giovani del quartiere Scampia che svolgono attività di recupero e promozione culturale sul territorio. I familiari fanno parte del "Coordinamento dei familiari delle vittime di camorra" e l'associazione Vo.di.Sca collabora con Libera. Ad Antonio è stato dedicato il libro Al di là della neve, storie di Scampia scritto da suo cugino Rosario Esposito La Rossa, vincitore del Premio Siani 2008, trasformato in reading teatrale curato da Mario Gelardi, con l'attrice Maddalena Stornaiuolo. In suo onore da tre anni si svolge a Scampia il Premio Internazionale di Poesia "Antonio Landieri". Sempre sul territorio di Scampia è stato piantato un albero di ciliegio "L'albero Landieri" nei pressi della piazza Giovanni Paolo II. Sul muro di cinta dello Stadio Comunale di Scampia, alcuni giovani del quartiere gli hanno dedicato un murale di 27 metri. L'associazione Vo.di.Sca ha raccolto oltre 1800 firme per dedicargli una strada del quartiere di Scampia: tuttora, si attende una risposta dalla commissione per la toponomastica del Comune di Napoli. Il primo giugno del 2010 a Volvera, nel torinese, Libera Piemonte ha intitolato a suo nome la Cascina Arzilla, bene confiscato alla mafia. Nel novembre dello stesso anno ad Arona (Novara), sulle sponde del lago Maggiore, è nato il presidio di Libera "Antonio Landieri", seguito poi da un altro presidio di Libera dedicato ad Antonio, a Trieste nel maggio del 2011. Ne nascerà un altro ad Aosta all'interno del liceo Bérard nel 2014 e il primo in Campania, a Teano, in provincia di Caserta nel luglio del 2017. Sempre a Teano, nella frazione di Pugliano sono a lui dedicati i beni confiscati. Lo Stadio di Scampia, omologato per 1 300 posti, è intitolato a lui.
Ad Antonio chiediamo scusa per tutte le volte in cui il suo nome è sto infangato. A te Antonio dedichiamo il nostro impegno per il perseguimento della giustizia e la ricerca della bellezza perchè al mondo non esistono posti e momenti sbagliati ma esiste la libertà di giocare a calciobalilla con i propri amici in ogni singolo posto del mondo.
Alla famiglia di Antonio diciamo grazie per averci insegnato che il dolore si trasforma in riscatto sociale, che non bisogna mai arrendersi e stancare di raccontare la verità per salvaguardare il diritto di restituire dignità a chi non può più, che abbiamo il dovere di essere attori in prima linea per la costituzione di una memoria collettiva forte e sana. Perche l' amore vince su tutto, sempre. Grazie a tutti voi.

(da Il Sidicino - Anno XV 2018 - n. 10 Ottobre)