L'ASSOCIAZIONE
 
il Sidicino
 
 
La brigantessa Michelina Di Cesare
 
La manifestazione per i 150 anni della morte
 

Nella storia del brigantaggio postunitario, una delle figure più affascinanti è sicuramente Michelina Di Cesare, donna altera e bellissima, figlia indomita dell'alta Terra di Lavoro, nativa di Caspoli, piccolo villaggio nel comune di Mignano.
Compagna del brigante Francesco Guerra, un ex sergente dell'esercito borbonico che aveva costituito una banda di tutto rispetto, Michelina era dotata di un coraggio non comune.
E proprio per il suo ardimento i piemontesi le riservarono una fine particolarmente crudele.
Nell'agosto del 1868 la banda Guerra fu intercettata da alcuni reparti del 27° fanteria sul monte Morrone, sopra Mignano, nei pressi di una masseria abbandonata.
Nel conflitto a fuoco i briganti ebbero la peggio e Guerra restò ucciso assieme ad altri tre compagni. Michelina, invece, gravemente ferita, venne catturata dai soldati piemontesi che non ebbero alcuna pietà per il suo stato di donna.
Sottoposta ad atroci sevizie ben presto rese l'anima a Dio.
Il suo corpo, nudo e martoriato, fu portato a Mignano assieme agli altri cadaveri dei briganti, esposto nella pubblica piazza e lì rimase per alcuni giorni come severo e crudele monito.
Era il 30 agosto del 1868.
La fine orribile riservata alla fiera brigantessa di Caspoli, conosciuta localmente come “la brigantozza”, non ha però impedito al mito di impadronirsi della sua figura e di renderne immortale il ricordo.
Non è un caso, infatti, se oggi Michelina Di Cesare è diventata il vero emblema del brigantaggio al femminile. E Caspoli, suo paese natale, ogni anno, grazie soprattutto all'impegno instancabile di Maria Cristina Verdone, Angelo Andreoli e del Museo Historicus, sapientemente diretto da Norma Mazzoccoli (un piccolo gioiello che vale la pena di andare a visitare), le dedicano una commossa e sentita manifestazione. Quest'anno, poi, ricorrendo il 150 anniversario della morte di Michelina (1868-2018), l'evento rievocativo è stato quanto mai intenso e toccante. Si è svolto, infatti, un “convegno itinerante” che ha toccato le abitazioni dei briganti locali ossia Alessandro Pace, Giacomo Ciccone e Michelina De Cesare.
A Caspoli, infatti, esiste una “via dei briganti” che passa proprio davanti alle case degli stessi dove una lapide esplicativa ricorda quegli eventi drammatici che costellano la storia dell'unità d'Italia e che continuano a rimanere poco conosciuti.
Durante il tragitto il giornalista e scrittore Fernando Riccardi ha brevemente rievocato le vicende che videro coinvolti i tre briganti mentre la chitarra battente di Benedetto Vecchio accompagnava la singolare “processione” fra le balze scoscese del sentiero, facendo avvertire meno la fatica e il caldo. Giunti alla casa natale di Michelina, il corteo si è fermato per rendere omaggio alla indomita brigantessa.
Qui si è consumato il clou della manifestazione con gli studiosi che hanno ricordato gli ultimi e drammatici istanti della vita di Michelina.
Particolarmente apprezzato l'intervento di Luciano Troiano, presidente dell'associazione “Fontevecchia” di Pescara dove già da qualche anno è stato posizionato un bassorilievo in marmo raffigurante Michelina Di Cesare, di Raimondo Rontondi, che ha recitato una poesia dedicata alla brigantessa e del poeta e romanziere Antonio Valerio Fontana.
Facevano da degna cornice la banda dei “Briganti di Cartore”, capeggiata da Giuseppe Ranucci e il musicista e cantautore Benedetto Vecchio, che ha accompagnato i vari interventi con i suoi deliziosi pezzi.
È stato davvero un bel pomeriggio, semplice ma significativo, che si è concluso con un apprezzato rinfresco, sotto il pergolato della casa di Michelina il cui ricordo, a 150 dalla morte, continua ed essere presente nella mente e nel cuore di molti. E non solo a Caspoli.

(da Il Sidicino - Anno XV 2018 - n. 9 Settembre)

 
(foto di Mimmo Feola)
(foto di Mimmo Feola)
(foto di Mimmo Feola)
30 agosto 1868

Odo il tuo nome che echeggia tra i monti
di questo tuo Sud che ne ha visto le sorti
armata soltanto di fede e speranza
accanto al tuo uomo, con forza e costanza.

Non so pensare ad un amor più grande ancor
di quello per la Patria, sempre in cor,
in quello stesso, fanciulla, chiudesti
affetti, paure, ferite, sentimenti.

Ma quel dì d'agosto su Monte Morrone
tu non lo rammenti? Soltanto terrore.
Col ghigno sul viso sfidando la sorte
braccata e tradita trovasti la morte.

Trovasti la morte in quella tua guerra
in cor combattuta per la tua terra
ov'oggi ancor, pe quei fieri monti,
echeggia il tuo nome e di tutti quei morti.

Echeggia quel nome, di donna fiera
amazzone moderna mai domita, mai arresa.
Echeggia quel nome, di Caspoli bambina
guerriera, brigante, tu, Michelina...

Antonio Valerio Fontana

(foto di Mimmo Feola)