L'ASSOCIAZIONE
 
il Sidicino
 
 
La riscoperta degli antichi mestieri: "IL CALZOLAIO"
 
Intervista ad Antonio Pirone, l'ultimo calzolaio di Teano
 

Seguendo la cronaca nazionale ed estera abbiamo purtroppo capito che la grave crisi economica che condiziona le nostre vite ormai da tanti anni è lontana dal concludersi. È una crisi che riguarda tutto il mondo occidentale e attraversa tutta la nostra amata penisola, poi, com'è noto, qui da noi al Sud è particolarmente accentuata. Una crisi che si manifesta soprattutto come mancanza di lavoro e che colpisce principalmente i giovani (i dati nazionali indicano soprattutto la fascia d'età che va dai 15 ai 29 anni).
Noi frequentiamo la III media, quest'anno dovremo fare una scelta importante che riguarda il nostro futuro, quindi questi argomenti ci interessano molto. Confrontandoci poi, su questi temi, con gli adulti (insegnanti, genitori, ecc.) abbiamo capito che se da una par per noi c'è un universo tecnologico fatto di computer in connessione perenne, smartphone, social e tutta una serie di strumenti inimmaginabili anni fa, dall'altra ci si rende conto che le opportunità di lavoro che le generazioni precedenti alla nostra hanno avuto erano maggiori. È una triste contraddizione ma è chiaro che la sola tecnologia non basta.
Sempre grazie al mondo dell'informazione e ai nostri insegnanti, abbiamo scoperto che una buona risposta alla mancanza di lavoro è stata data in questi ultimi anni dalla riscoperta dei cosiddetti “antichi mestieri”, quelli che facevano i nostri bisnonni, messi un po' da parte successivamente ma che oggi stanno tornando. Pensiamo a tutta una serie di forme di artigianato tornate alla ribalta che non solo consentono di lavorare ma anche di mantenere la tradizione.
Nel nostro territorio ci siamo guardati un po' intorno e abbiamo incontrato una persona che “un antico mestiere” lo fa da una vita e abbiamo pensato che scambiare due chiacchiere con lui potesse essere interessante. Il signore in questione è il calzolaio Antonio Pirone, titolare della bottega “La Rapida” di Piazza Umberto I.
In questo cammino intrapreso, il signor Pirone si è dimostrato un ottimo compagno di viaggio. Gentilissimo, cortese e disponibile, ci ha regalato un'ora del suo tempo prezioso (e una rondella da ciabattino ciascuno che conserveremo come ricordo di questa bella giornata). Il suo mondo è fatto di pura abilità manuale, relazioni umane vissute in maniera semplice e diretta, importanza dell'antica tradizione artigiana; tutte cose che nella società di oggi devono essere riscoperte e salvaguardate.

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L'intervista

1) Quando è iniziata la passione verso questo mestiere?
A 10 anni avevo bisogno di un paio di scarpe e così andai con mia madre in una bottega in cui si riparavano quelle vecchie e si vendevano anche nuove. Appena entrai fui colpito dall'odore che si sentiva in quella bottega, una volta usciti, dissi a mia madre che mi aveva colpito il contesto e quel tipo di lavoro; lei non ci credeva tanto, ma io ancora oggi conservo una grande passione per questo ambiente. Pensate che il giorno dopo cominciai a lavorare a bottega, e, da 52 anni, non ho ancora smesso.

2) Ha lavorato sempre in questa bottega o è stato da qualche altra parte?
Qui a Teano dal 1984 al 1996 la mia bottega era in Piazza Vittoria. In precedenza ho lavorato anche a Sparanise. Ormai sono 22 anni che lavoro in questo luogo.

3) La stampa locale si è mai occupata di lei in passato?
Si, diversi giornalisti si sono interessati alla mia attività. Ricordo ad esempio la cronista Maddalena Bovenzi che molti anni fa mi ha fatto una bella intervista (NDR: l'interessato ci mostra una foto di quel momento).

4) Tra qualche mese cambierà l'amministrazione, lei conosce Teano come pochi, che cosa si aspetta per la sua categoria dalla prossima amministrazione?
Nulla. La politica locale, nelle varie amministrazioni che si sono succedute, non ha mai mostrato un particolare interesse né per il mio lavoro né per il piccolo artigianato in genere.

5) Consiglierebbe ad un giovane fare questo mestiere? Quale sono le difficoltà?
Certamente, se questo lavoro viene fatto con cuore, impegno e una grande passione come quella che io ho da tantissimi anni. Le difficoltà sono più che altro relative ai costi e alla gestione amministrativa di una piccola bottega, ma è un discorso che in Italia si applica a tante altre piccole attività. Anni fa ho avuto degli apprendisti che però hanno seguito poi, strade diverse.

6) Come è cambiato il suo lavoro nel corso degli anni?
È cambiato moltissimo. Una volta scarpe e borse erano fatte per durare ed era normale ripararle, oggi determinati articoli sono fatti per “l'usa e getta”. Diciamo che oggi il mio impegno è nel “salvare” quegli articoli di qualità che, ovviamente, sono di meno.

7) Fare questo lavoro è un'impresa faticosa o è un'impresa facile da svolgere?
Come tutti i mestieri anche questo richiede impegno e volontà, ma per me, che lo amavo già da bambino, questo lavoro non è mai stato faticoso. Sono stato fortunato perché ho impiegato il tempo della mia vita nel fare ciò che desideravo da piccolo.

8) Il calzolaio è un lavoro maschile, consiglierebbe questo lavoro ad una donna?
Certamente. Tutt' oggi ci sono molte donne che si sono appassionate a questo mestiere, ripeto, non è una questione di genere ma di impegno e passione.
Io imparai da un maestro (ancora oggi vivente) cercando sempre di cogliere con lo sguardo i movimenti delle sue mani.

9) Pensa che un suo familiare possa raccogliere la sua eredità professionale?
Quando mio figlio era piccolo lo portavo con me per trasmettergli questa passione, poi lui ha seguito altre strade (ha scelto la carriera militare). Ora non mi resta di aspettare che mio nipote quando sarà grande possa seguire le mie orme, ma è piccolo ha solo 5 anni (scherza il signor Pirone).

Mary Arnaldo, Imma De Fusco,
Francesca Grieco, Alessio Mastrostefano

(da Il Sidicino - Anno XV 2018 - n. 3 Marzo)