L'ASSOCIAZIONE
 
il Sidicino
 
 
La fontana di S. Maria la Nova
 
Lettera aperta al Sindaco di Teano
 

Gent.mo Sig. Sindaco
Abbiamo letto con grande interesse e soddisfazione la recente delibera n. 156 del 26/08/2014 adottata dalla sua Giunta Municipale, avente come oggetto la “Riqualificazione e ristrutturazione urbana, piazza S. Maria La Nova, via Pioppeto e piazza Duomo, atto di indirizzo”. Sono due le ragioni dell'interesse e della soddisfazione: in primo luogo perché l'ipotesi di“riqualificazione” pone il problema di intervenire con una certa urgenza - ancorché in forma limitata e circoscritta soltanto ad una piccola area - sul grave stato di degrado architettonico, ambientale e sociale che sta trasformando la città vecchia in una città fantasma e in un ghetto per extracomunitari; in secondo luogo perché, partendo da Via Pioppeto, consente di aprire uno squarcio di riflessione sull'area archeologica, sui danni forse irreparabili causati da interventi sciagurati sulla stessa e sulla prospettiva di sviluppo della nostra città che potrebbe essere innescata proprio dalla valorizzazione dell'immenso patrimonio archeologico sepolto sotto gli orti che degradano verso il Savone. Vogliamo perciò discutere brevemente della proposta della Giunta, punto per punto, con uno spirito niente affatto polemico, ma cercando di dire qualcosa di utile per Teano.

LA VASCA
Conosciamo tutti la storia della Vasca, il suo viaggio da Piazza del Plebiscito di Napoli alla Piazza Duomo di Teano ad inizio novecento ed il suo successivo spostamento, dettato da motivazioni poco chiare, da Piazza Duomo a Largo Santa Maria La Nova. Si tratta certamente di un elegante ed imponente elemento di arredo urbano che ha subìto già un forte danno a seguito del taglio di due spicchi che ne ha alterato la funzionalità e ridotta la grandiosità. La storia delle città è fatta di episodi come questo: percorsi stradali che vengono modificati, palazzi o anche interi quartieri che vengono demoliti, monumenti che vengono trasferiti da un posto all'altro, innesti di nuovi elementi architettonici in vecchi contesti. Col tempo i mutamenti si sedimentano nella memoria collettiva e danno una nuova identità e talvolta una nuova denominazione allo spazio urbano. Così è successo per la “Vasca”. Entrata a far parte, da oltre mezzo secolo, del contesto urbano di Santa Maria La Nova e depositatasi nell'immaginario collettivo, il sito che la ospita, infatti, ne ha preso il nome ed è comunemente noto a tutti come “sott 'a vasca”.
Allo stato attuale la Vasca versa in un deplorevole stato di abbandono indegno di una città rispettosa del suo passato. Dopo aver subìto tentativi maldestri di riparazione con martelli pneumatici, è stata di recente sottoposta agli urti di mezzi pesanti che ne hanno scomposto la struttura.
Nella Delibera ci sembra quasi che si voglia porre una sorta di stretto rapporto tra la rovina della Vasca ed il degrado sociale e ambientale del rione che la circonda, per cui essa va “liberata” da tale contesto e restituita ad un habitat più consono.
Non è così. Crediamo che sia esattamente il contrario. Il degrado della Vasca non è che un elemento inquietante, soltanto un particolare del più generale quadro di abbandono dell'intero centro storico, che coinvolge il tessuto edilizio dei due borghi medievali, quello alto e quello basso, la Viola, San Lazzaro, San Pietro, San Benedetto e perfino la parte più monumentale della città che si va progressivamente svuotando di abitanti, di attività, di servizi. A niente è servito purtroppo il vigente Piano di Recupero, che avrebbe dovuto garantire la salvaguardia innanzitutto e, poi, la restituzione ad una piena vivibilità di uno straordinario patrimonio di architetture, di storie personali, di cultura, di tradizioni, di mestieri. Nell'indifferenza generale sono stati operati nel tempo tantissimi interventi irrispettosi dell'edilizia storica, veri e propri sfregi alla nostra “grande bellezza” che hanno prodotto una immagine caotica e poco decorosa della città antica ed hanno distrutto pregevoli tracce della nostra storia.
Proviamo allora a rovesciare la prospettiva. Invece di rimuovere la Vasca da un quartiere che l'ha fatta propria e la sente come parte integrante della propria esistenza, sarebbe forse più opportuno ricostruire intorno ad essa un ambito di nuova vitalità che si innesti rispettosamente sul grande passato che quei quartieri ancora raccontano. Al contrario, la rimozione della Vasca suonerebbe come un ulteriore segno di abbandono e di declassamento dell'area e segnerebbe un ulteriore passo sulla via del degrado di tutta la piazzetta, facendola precipitare nel caos di un piazzale invaso da veicoli di ogni tipo, proprio dinanzi ad una delle Chiese più importanti di Teano.

VIA PIOPPETO
Per quanto concerne gli interventi prospettati per via Pioppeto è necessario, anche in questo caso, fare alcune precisazioni sulla storia di questa strada.
L'attuale percorso stradale di via Pioppeto fu realizzato intorno agli inizi degli anni Ottanta del Novecento, con lo scopo apparente di creare un percorso “pedonale” di accesso all'area archeologica della città antica. Per la realizzazione di esso fu necessario eseguire un rilevato che superasse il notevole dislivello esistente tra il largo di S. Maria La Nova e il sottostante viottolo, che ricalcava il tracciato di uno dei decumani della città romana. La realizzazione di tale strada, fatto inusuale nel panorama della valorizzazione dei siti archeologici ove di solito vengono esclusi nuovi tracciati viari a favore dell'utilizzo di quelli antichi già esistenti, comportò la distruzione e l'occultamento dei numerosi ruderi antichi posti ai margini del decumano. L'apertura di tale tracciato incentivò una selvaggia edificazione in una zona di grande interesse archeologico, divenendo più un asse di penetrazione alle nuove costruzioni che un percorso teso a valorizzare i resti antichi della città. Infatti, pur essendo concepito sulla carta come tracciato pedonale, esso, di fatto, è stato utilizzato per decenni per il transito di auto e mezzi di trasporto, anche molto pesanti, che hanno favorito, in più occasioni, il dissesto della pavimentazione stradale, non idonea a sopportare carichi viaggianti. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Per le motivazioni sopra esposte, via Pioppeto andrebbe addirittura rimossa per ripristinare i livelli antichi della strada, i solo compatibili con il tessuto urbanistico della città antica, sistemandola unicamente come percorso pedonale di visita all'area archeologica del Teatro-Tempio.
Tuttavia, in considerazione che un tratto di essa, - il primo a partire da piazza S. Maria La Nova, - accede ad un vasto complesso residenziale, se ne potrebbe consentire un uso parziale per il solo traffico veicolare leggero per i soli residenti, e destinare tutta la rimanente parte del tracciato al passaggio pedonale d'accesso all'area archeologica. Tuttavia, qualsiasi proposta di recupero di via Pioppeto, al di là di una immediata messa in sicurezza della stessa, andrebbe fatta in una logica di recupero del tracciato dell'antico Decumano e dovrebbe essere inquadrata in un disegno di valorizzazione dell'intera area archeologica della città antica, studiandone le opportune strategie per attuare un grande Parco Archeologico su tempi medio lunghi, vera e realistica, forse l'unica, prospettiva di sviluppo economico e culturale della città di Teano.
Ci sembra opportuno inoltre fare una nostra considerazione relativamente al percorso che viene affacciato nella Delibera n. 156 per pervenire innanzitutto allo studio di fattibilità, e quindi al progetto preliminare a alla preparazione del bando di concorso di idee. A nostro avviso, vista la complessità degli interventi, in cui vi sono aspetti di natura urbanistica, storici, di restauro e archeologici, riteniamo che essi debbano essere affrontati da figure professionali di alto valore e di assoluta competenza per garantire, fin dalla progettazione preliminare, una corretta valutazione di cosa sia più opportuno fare sotto l'aspetto progettuale e cosa indicare negli indirizzi del bando per il concorso di idee.
A conclusione di questa breve chiacchierata che prende spunto da due piccoli problemi noi pensiamo, signor Sindaco, che sia arrivato forse il momento decisivo per stabilire cosa vuole “fare da grande” la nostra città. E chissà che, ragionando tutti insieme in un confronto di idee e contributi, non si arrivi a capire che l'unica prospettiva per evitare il vuoto di un declino definitivo consista nel progettare e realizzare, passo dopo passo, mattone su mattone, una città della storia, della cultura, dell'arte, dell'archeologia, dell'ambiente, della natura, dei prodotti della terra, probabilmente l'unico vero “motore” di una nuova economia che possa assicurare a tutti - commercianti, artigiani, imprese, giovani, donne - un futuro migliore dell'attuale.

Cordiali saluti.

La Pro Loco Teano e Borghi

(da Il Sidicino - Anno XI 2014 - n. 10 Ottobre)