L'ASSOCIAZIONE
 
il Sidicino
 
 
Gli interventi di risistemazione della pavimentazione di Piazza Umberto I
 
 

Gli attuali lavori di manutenzione della pavimentazione in blocchi di basalto della piazza Umberto I di Teano, eseguiti nell'ambito del progetto di risistemazione della piazza e di restauro della “Casina”, per le modalità e le tecniche di lavorazione impiegate arrecano, a parere dello scrivente Comitato, gravissimi danni alla stessa, pregiudicandone l'aspetto funzionale, estetico, e la sua conservazione nel tempo.
È utile, a tal fine, ricordare che la pavimentazione della piazza, insieme a tutta quella dell'intero Corso Vittorio Emanuele, fu eseguita intorno alla metà del XIX secolo sull'onda dei rifacimenti stradali che interessarono buona parte delle città meridionali in epoca borbonica. Precisando e sottolineando, inoltre, che nel secolo XIX il basolato diverrà la pavimentazione di riferimento per tutte le piazze e le strade cittadine del Sud d'Italia e molti capitolati d'appalto riportavano puntigliose descrizioni sulla forma e sulle dimensioni dei basoli, secondo l'uso a cui erano destinati (marciapiede, carreggiata, cunetta per l'acqua), e sulle modalità della loro messa in opera.
Tali pavimentazioni costituiscono, quindi, dei veri monumenti a scala urbana, che vanno difese e conservate adottando i criteri del restauro.
Scendendo in dettaglio, per quanto riguarda i lavori in corso della pavimentazione della Piazza Umberto I, si deplora l'uso inappropriato dei martelli percussori per ripristinare le superfici d'usura dei basoli, in sostituzione della lavorazione manuale con la martellina, che ad avviso del Comitato in parola costituisce l'unica tecnica d'intervento valida a garantire, da un lato, una regolare superficie antiscivolo e dall'altro consente di non esporre il blocco a fratture interne e a lesioni gravi.
I basoli, inoltre, sono stati smontati senza una loro numerazione preventiva e privi di segni di riferimento delle giunture tra un blocco e l'altro. Procedere in questo modo provoca, nella fase di rimontaggio, una scorretta e approssimata ricollocazione dei blocchi, la cui conseguenza è l'alterazione del loro andamento planimetrico e anche del disegno originario della pavimentazione.
Si rimane ulteriormente perplessi sull'utilità di sigillare con l'asfalto i giunti posti tra i basoli.
Tale intervento, oltre ad essere visivamente antiestetico, rende oltremodo poco funzionale il calpestio alle calzature femminili con tacco, particolarmente nei mesi estivi per lo scioglimento del catrame.
Le colature di asfalto non sono che un mero palliativo alle infiltrazioni delle acque meteoriche, che invece sono scongiurate montando correttamente i blocchi e, principalmente, assicurando una manutenzione ripetuta nel tempo della pavimentazione. Infine, si ritiene abbastanza singolare la sostituzione dei blocchi di basalto con lastre sottili di Pietrarsa, di resistenza meccanica diversa rispetto ai materiali originari e che, per la loro colorazione molto scura, arrecano disomogeneità cromatica all'insieme della pavimentazione.

Comitato per la salvaguardia della Casina e di Piazza Umberto I

(da Il Sidicino - Anno X 2013 - n. 1 Gennaio)