L'ASSOCIAZIONE
 
il Sidicino
 
 
In ricordo di Angelo D'Errico...
 

Architetto teanese, emigrato… al sud, ma legatissimo alla sua Teano, valente artista proveniente dallo Istituto Artistico di Cascano di Sessa, scomparso l'anno scorso a poco più di sessant'anni.
Gli amici ed i parenti hanno inteso ricordarlo allestendo una mostra dei dipinti, tutti di loro proprietà, eseguiti dal pittore tra Teano e Vibo Valentia, dove viveva da quasi trent'anni, nella sala dell'Annunziata, in Teano, aperta dal 6 al 14 ottobre.
Riportiamo qualche brano della presentazione di Angelo, scritta per l'occasione dal suo amico Claudio Gliottone:
“Trasferitosi in Calabria, lavorò sodo, e la stima e l'apprezzamento dei suoi nuovi concittadini non tardarono ad arrivare: fu progettista di importanti lavori, come la costruzione della nuova sede della Questura proprio a Vibo Valentia, prossima ad essere proclamata Provincia.
La sua vita era ormai lì, ma Teano era sempre nel suo cuore. Avvertivo come pochi questo segreto sentimento, questa legittima voglia che aveva di lasciare un segno nel paese natale, attraversato solo dalla sua fanciullezza e poca giovinezza. Si offrì l'occasione di un finanziamento straordinario della Unione Europea ed ebbi l'opportunità di renderlo felice battendomi, da assessore, per ottenere quel finanziamento e per far assegnare a lui il progetto; nacque il recupero del vecchio edificio dell'Istituto Regina Margherita, di proprietà comunale, da decenni in completo abbandono.
Vi si dedicò con gioia e trasporto ed ottenne risultati eccezionali, ma ancora non fruibili per la città, perché le opere pubbliche si sa quando iniziano, ma mai quando finiscono. Portano comunque la sua indelebile firma, e prima o poi Teano ne godrà.”
Amava molto il mare, Angelo, e ricordo fantastiche arrabattate “pesche miracolose” fatte su trabiccoli di natanti, con mezzi di fortuna: come di assolate giornate vissute sulle spiagge della Sicilia, che amavamo con la stessa intensità. Anche un indimenticabile viaggio a Parigi, vissuto buona parte nelle sale del Louvre, ad ammirare capolavori che lui, appassionato d'arte, ci descriveva nei minimi particolari. Avevamo lasciato le nostre famiglie, per ritrovarci ancora una volta giovani spensierati: e fu bellissimo.
Altra sua passione era l'arte, e la pittura in ispecie. Disegnava e dipingeva con maestria: nelle sue opere erano ricorrenti il mare, le barche, o figure dagli atteggiamenti e dalle espressioni sempre trasudanti velata tristezza. Gli piaceva riconoscersi nei volti dei pagliacci, costretti a mostrarsi felici anche con la morte nel cuore: quasi un tragico doloroso presentimento di una vita che non sarebbe durata a lungo.”

(da Il Sidicino - Anno IX 2012 - n. 10 Ottobre)