L'ASSOCIAZIONE
 
il Sidicino
 
 

Comunicato del Coro Polifonico di Pignataro Maggiore

 

Nell'estate 2007, un gruppo di amanti della musica corale e del canto fondò una nuova realtà artistica, il Coro Polifonico di Pignataro Maggiore. Nel corso degli anni, la compagine si è arricchita sia quantitativamente, registrando l'iscrizione di coristi provenienti dall'intero agro caleno e la collaborazione di noti artisti, sia qualitativamente, ottenendo prestigiosi riconoscimenti nella regione Campania, partecipando a rassegne di ottimo livello e affermandosi come uno dei migliori cori della provincia di Caserta, dal repertorio incentrato in particolare sulla musica sacra e sulla tradizione classica napoletana.
Peccato che a Pignataro il Coro non possa usufruire di una sede stabile per le attività di concertazione né di una sala da concerto dove potersi esibire. Le difficoltà sono dovute non solo ad una carenza di strutture adatte ad attività di questo tipo, ma anche ad un atteggiamento a dir poco ostruzionistico di don Pasqualino Del Vecchio, parroco cosiddetto moderatore della Comunità (ma di quale Comunità stiamo parlando? Dubitiamo assai che a questo parroco stia a cuore la cura della Comunità nella sua interezza!). Al Coro è negato l'accesso a qualsiasi chiesa (pur essendo Pignataro dotata di numerosi luoghi di culto, alcuni inutilizzati per fini liturgici); la sala degli Amici della Musica, sita nel Palazzo Vescovile e adibita ai concerti organizzati dalla meritoria e storica associazione, è di proprietà ecclesiastica, e il parroco puntualmente esercita il suo potere gestionale per impedire al Coro di esibirvisi. Date queste difficoltà e considerando che sul territorio di Pignataro non esistono altri spazi che abbiano un'acustica favorevole all'attività concertistica, il Coro, paradossalmente, ha al suo attivo pochissimi concerti nel paese di cui porta il nome.
L'ultimo episodio risale ai primi giorni di luglio. La nuova amministrazione comunale, ben predisposta nei confronti del Coro, nell'ambito dell'Estate Pignatarese, aveva programmato per lo stesso coro un concerto da tenersi il giorno 12 luglio nel cortile del Palazzo Vescovile, unico spazio aperto dall'acustica accettabile, particolarmente adatto per concerti estivi, ma sempre di proprietà della parrocchia. Il parroco, in un primo momento, aveva dato il consenso; successivamente, dopo essere stato informato del coro che avrebbe dovuto esibirsi, ha negato lo spazio causando l'inevitabile cancellazione dell'evento.
Interpellato sull'argomento da terze persone, il parroco ha affermato che “gli spazi della Chiesa sono aperti a tutti coloro che prendono parte, curandola, alla liturgia parrocchiale” e, da quanto emerso da dichiarazioni di persone vicine allo stesso parroco, sembra che le strutture ecclesiastiche vengano concesse “solo ai gruppi istituzionali della parrocchia e a quanti si muovono per la promozione dello spirito religioso e solidaristico”. In parole povere, solo chi si avvale dell'ambito titolo di 'operatore pastorale', ovvero 'anima umile disposta a obbedire e servire il parroco', può usufruire degli spazi di proprietà della Chiesa; chi invece vuole coltivare la propria fede senza frequentare le sacrestie deve accontentarsi di strutture civili, e, se queste mancano, deve mettersi l'anima in pace e sperare in qualche miracolo… Si tratta di un criterio irragionevole che pone una netta linea di demarcazione tra i pochi eletti delle schiere angeliche parrocchiali e i dannati che preferiscono stare alla larga da banali dinamiche di potere. Alla faccia dell'espressione che S. Ambrogio coniò per indicare la Chiesa: 'casta meretrice', ossia Colei che tutti accoglie senza discriminazione alcuna. Non solo: si tratta di una clamorosa eccezione rispetto a quanto accade nel resto della diocesi e persino a Teano, sede vescovile, dove i locali ecclesiastici, incluse le chiese adibite a fini liturgici, sono concessi anche per attività musicali di tipo profano. Possibile che manchi una linea comune nell'intera diocesi che regoli l'utilizzo per fini musicali e concertistici dei siti religiosi? È necessaria una regolamentazione precisa di tali questioni, affinché tutti i parroci della diocesi vi si attengano in maniera omogenea, per evitare che le antipatie personali o la scarsa sensibilità artistica di taluni causino episodi spiacevoli come quelli subiti dal Coro Polifonico.
È necessario anche segnalare che il cosiddetto moderatore di Pignataro Maggiore non ha mai ritenuto di dover rispondere formalmente alle varie richieste del consiglio direttivo del Coro di poter far uso degli spazi ecclesiastici per tenervi concerti, d'altronde rigorosamente di musica sacra. Il Presidente ha dovuto prendere atto dei rifiuti silenti e, di conseguenza, da tempo ha troncato ogni rapporto con il suddetto cosiddetto moderatore, avendo constatato l'impossibilità di un colloquio civile e costruttivo con tal parroco.
Con questo comunicato non pensiamo di poter cambiare qualcosa. Il clero, tradizionalmente conservatore, è in gran parte ostile all'innovazione e all'ascolto di suggerimenti utili ad una sana collaborazione. Ci sentiamo però in dovere di denunciare pubblicamente un atteggiamento inaccettabile e discriminatorio, tenuto proprio da chi predica l'unità e la pace della comunità in cui opera.

Guglielmo De Maria (Direttore del Coro Polifonico di Pignataro)
Antonio Martone (Presidente del Coro Polifonico di Pignataro)
I coristi tutt
i

(da Il Sidicino - Anno VIII 2011 - n. 8 Agosto)