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Recensioni:

 
"La chiesa cattolica contemporanea. Dalle basi tridentine alle prospettive di Giovanni Paolo II"
di Filippo Carcione - Arte Stampa Editore, Roccasecca, 2009
 
(si riporta, di seguito, una sintesi della recensione a cura di Vincenzo Alonso, pubblicata sulla rivista “Civiltà Aurunca”)
 

Filippo Carcione, è docente di Storia del Cristianesimo e delle Chiese presso la Facoltà di Lettere e filosofia dell'Università degli Studi di Cassino.
La ricerca è la sintetica ricostruzione di quattrocentosessanta anni di Storia della Chiesa, a partire dal Concilio di Trento (1545-1563), i cui postulati, a giudizio dell'autore, segnano, in maniera profonda, l'identità della Chiesa cattolica contemporanea. E' il cammino della Chiesa cattolica dal Concilio di Trento al pontificato di Giovanni Paolo II, durante un arco di tempo attraverso cui la Chiesa ha dovuto (saputo) convivere con “le contraddizioni medievali”, mantenendo ferme alcune posizioni, quali la Tradizione, la Gerarchia e il Papato, con l'obiettivo di offrire, nel tempo, un adeguato modello organizzativo, difendendosi strenuamente dagli attacchi dal mondo laico e non cristiano (dunque a-cattolico).
L'autore nell'introduzione al suo lavoro fissa gli obiettivi attraverso l'elaborazione e la codifica di tutti quei necessari elementi strutturali che caratterizzano la Chiesa come Istituzione, postulando una serie di aspetti inderogabili come la “caratterizzazione verticale e dogmatica”, la “vocazione universalistica” (con particolare riferimento al significato etimologico del termine cattolica), “l'apologia di spazi temporali” ed ultima, “la rivendicazione di un dialogo giuridico con la cosa pubblica”. Carcione, traccia un percorso scorrevole, condensato di date, personaggi, pontefici, encicliche, che rappresentano un autorevole aiuto didattico.
Dal quadro tracciato l'autore pone in evidenza che la Chiesa di Roma vive il presente ma ha bisogno, sempre, di una bussola sicura per poter gestire le epoche attraverso le idee di salvezza e di trascendenza, motivi che si scontrano con la realtà del mondo attuale, dominato dal liberalismo, dal capitalismo, fondato sulla produzione, il profitto e il consumo dei beni razionali ed essenziali, che rappresentano la vita e il progresso dell'uomo. Tutto ciò, però, per la dottrina cattolica ha la caratteristica dell'inganno e dell'idolatria, ferma sulle posizioni dogmatiche e dei continui divieti. Perciò alla Chiesa di Roma è richiesto un rinnovamento profondo, non sulla strada (quasi) percorsa da Giovanni Paolo II, nemmeno quella intrapresa da Joseph Ratzinger (Benedetto XVI). Molto tempo è ormai passato dal Concilio Vaticano II e la Chiesa è tuttora ancorata ad una superata teologia della natura, incapace di convivere con la laicità, che presuppone la storia e la vita stessa degli uomini. Lo stesso dicasi per il concetto di modernità, il cui termine richiama la questione (irrisolta) tra creazione ed evoluzionismo, conducenti ad un radicale mutamento dello statuto antropologico umano, pensiero che chiama direttamente in causa la volontà della Chiesa di Roma, con l'obiettivo di essere pronta ad agire di conseguenza per affrontare, senza alcuna dietrologia, l'azione del cattolicesimo più vivo, e non retrivo, sulla questione modernità, costituita, soprattutto, sulla vivacità intensa delle dinamiche umane. In tal modo la Chiesa, come Istituzione (e con essa il Cattolicesimo), non smarrirebbe la sua identità, anzi, proseguirebbe nella lunga tradizione culturale, per ri-appropriarsi di quel ruolo millenario innovativo atteso dagli stessi credenti. La speranza è uscire dall'integralismo, in cui è piombata di recente, evocando addirittura l'adozione di un Concilio Vaticano III. Carcione ha volutamente sollecitato le problematiche poste, nel tentativo di smuovere le coscienze intorno al significato etimologico di laicità, improntato, pedagogicamente ad intraprendere un “nuovo percorso pastorale”, attraverso il postulato di educazione alla laicità (da non confondere con laicismo), per invitare il mondo laico (credente e non, chiesa compresa) a trovare un significato axiologico comune.

(da Il Sidicino - Anno VII 2010 - n. 2 Febbraio)