L'ASSOCIAZIONE
 
il Sidicino
 
 

Lettere di protesta per le celebrazioni garibaldine

 
Sono giunti al Comune di Teano e sui siti di alcune associazioni non pochi messaggi di protesta per le celebrazioni garibaldine, ai quali ovviamente non è stata data diffusione. Ne pubblichiamo due, indirizzati al Sindaco, rilevati dal Bollettino telematico delle Due Sicilie n. 261 del 21 ottobre, e lo facciamo per dar voce a chi vorrebbe che si parlasse anche "di quel che veramente successe in quei giorni del 1860".
 
IL COLONNELLO GHEDDAFI NON CELEBREREBBE MAI LO SBARCO DEGLI ITALIANI IN LIBIA!
 
 

Si avvicina il 26 ottobre ed è il giorno in cui nel 1860 si realizzò l'incontro, poi divenuto famoso come "incontro di Teano", tra Vittorio Emanuele e Garibaldi.
Ed è proprio in questa cittadina che sale la febbre della commemorazione, febbre che questo anno si somma a quella del bicentenario della nascita del Garibaldi. Quindi gran fermento a Teano con un programma di festeggiamenti non indifferente, esteso, in base alle notizie di cui siamo in possesso, dal 24 al 27 ottobre. In tale programma sono stati inseriti assaggi di prodotti tipici, o almeno definiti tali, mostre di soggetti garibaldini e addirittura si è parlato di pizza garibaldina (!). Inutile dire che è stata mobilitata la banda musicale della città e si prevede la partecipazione della banda, sempre musicale, della NATO.
Ma il clou della manifestazione è previsto per il giorno 26 quando, secondo il programma, alle ore 8 del mattino sarà data la sveglia alla città dalla fanfara della Brigata Garibaldi, per poi passare alla vera e propria cerimonia politico - militare. A tale cerimonia è prevista la partecipazione della inossidabile signora Anita Garibaldi, tenacemente sempre presente nonostante in qualche occasione, come a Bari all'inizio dell'estate, abbia incassato qualche rete per essersi trovata in difficoltà davanti a contestazioni riflettenti la morte della sua omonima antenata o giudizi espressi sul grande progenitore; alla cerimonia è preannunciata anche la presenza del burbanzoso Duca d'Aosta, in modo da ristabilire le giuste presenze. Il tutto naturalmente con relativi suoni di tromba, corone e discorsi.
Mi si potrebbe dire: cosa vuoi? Perché ti interessi tanto? Non si è forse liberi di esprimere le proprie idee e fare le celebrazioni che si ritengono opportune?
ll fatto è che contemporaneamente, a Vairano Patenora un comune a pochi chilometri da Teano il 25 e 26 si svolgono le stesse analoghe manifestazioni volendo ricordare lo stesso evento, ossia l'incontro, che, secondo una certa corrente di pensiero non sarebbe avvenuto a Teano bensì a Vairano Patenora. Inutile dire che anche in tale città ci sarà una fanfara di bersaglieri, ma non avendo quella della Brigata
Garibaldi il dono della bilocazione, questo secondo comune si accontenta di una fanfara di riserva, quella proveniente da Guidonia Montecelio. È chiaro che anche a Vairano non mancheranno le autorità civili, politiche e militari e perché no anche qualche discorso. Una curiosità che andrebbe appagata sarebbe quella di vedere, come scrive il Mattino del 17 c.m., "Ia proiezione di filmati e documentari dell'epoca" poiché non credo che all'epoca si girassero film di alcun genere.
Ma la cosa essenziale che mi piace far notare è questo sovrapporsi di cerimonie, questo affannarsi a chi fa di più e chi fa prima e questa ricerca di primogenitura.
Mi sembra che in tal modo si sfida il ridicolo e questo potrebbe anche star bene, ma il fatto è che si sfida il ridicolo spendendo denaro pubblico (nessuno mosso da grande passione mette le mani nelle proprie tasche) per celebrare un evento che noi meridionali dovremmo ricordare come un fatto storico negativo: fu il momento in cui tutto il Sud, mani e piedi legati, venne consegnato al padrone che arrivava dal Nord e la cosa più triste è che ormai con le revisioni storiche, con l'approfondimento scientifico su testi, documenti e ricerche d'archivio quanto sopra è ben noto. Invece si continuano a ripetere le stesse falsità, le stesse ingiurie, le stesse mistificazioni e si continua a calpestare la dignità, l'identità, l'orgoglio meridionale, mentre continuiamo ad essere trattati da colonia, i nostri giovani sono costretti ad andare a lavorare al Nord se non in altri paesi europei, l'economia nostra non progredisce, le nostre infrastrutture sono neglette, e così via. Intanto 33 giovani ex alunni delle scuole primarie di Teano vengono inviati in pellegrinaggio a Caprera contribuendo a confondergli sempre più le idee, rafforzando quella convinzione di sudditanza che ci ha ucciso e continua a ucciderci: celebriamo ed onoriamo il liberatore poiché eravamo arretrati, ignoranti, incapaci, sfaticati, senza assistenza sanitaria, senza scuole, ecc.
Così si è detto ed insegnato per decenni e decenni e alla fine ce ne siamo convinti noi stessi.
E non si può riconquistare l'orgoglio di essere se non si cancella un tale modo di pensare: la celebrazione di una conquista di cui fummo vittime certamente non ci aiuta!
E voglio fare ancora una considerazione: il giorno 29 ottobre (quindi quasi nella stessa data della celebrazione di cui sopra) ricorre l'anniversario di un episodio bellico di grande valore per il popolo meridionale. In quella data mentre i nostri soldati si ritiravano su Gaeta, un nostro reparto formato da due compagnie di Cacciatori al comando del Capitano Domenico Bozzelli si attestava sulla sponda destra del Garigliano nei pressi del ponte di ferro per fermare o almeno rallentare l'assalto piemontese. La sproporzione di forze era grande ma i nostri, nonostante l'ordine di ritirata, rimasero sul posto facendosi massacrare ma senza cedere, primo fra tutti il Capitano Bozzelli che abruzzese di Castel di Sangro proveniva dalla bassa forza ed era giunto a quel grado dopo anni di lavoro e sacrificio. Nella stessa circostanza cadde il Colonnello Matteo Negri, proveniente questo dai corsi regolari dell'Accademia Militare, e cadde perché colpito mentre orgogliosamente a cavallo dirigeva il fuoco di artiglieria in appoggio ai Cacciatori.
Con tali Ufficiali di diversa estrazione ma di eguale valore militare, caddero tanti artiglieri e cacciatori: erano tutti regnicoli, nostri compatrioti.
E oggi Essi vengono ingiuriati celebrando la vittoria di quel nemico contro il quale si batterono.
Il colonnello Gheddafi non celebrerebbe mai lo sbarco degli italiani in Libia!
AII'amico Romano chiedo di mandarmi in rete, ai Direttori dei quotidiani chiedo di pubblicare la lettera ed al Sindaco di Teano chiedo di leggermi con serenità dandogli la disponibilità per eventuali ulteriori considerazioni.

Giovanni Salemi - Capua

RILEGGIAMO MEGLIO LA STORIA
A nome dei tesserati dell'associazione "DUE SICILIE" di Troja FG, esprimo formale protesta per le celebrazioni a Garibaldi nel vostro comune. Il nizzardo è stato solo I'"utile idiota" per le mire espansionistiche di Vittorio Emanuele su uno dei regni più belli e prosperi d'Europa, mascherate da "UNITA' D'ITALIA". Sapete quanto è costato tutto ciò? Un milione di vite! Un immane massacro perpetrato ai danni dei nostri bisnonni, definiti "BRIGANTI" solo perché difendevano la propria terra da un nemico invasore che aveva assoluta necessità di FAR PASSARE COME MERA OPERAZIONE DI POLIZIA, L'INVASIONE DI UNO STATO SOVRANO CON UNA GUERRA MAI DICHIARATA, IN BARBA A TUTTE LE CONVENZIONI INTERNAZIONALI. L'UNITA' POLITICA I POPOLI LA SCELGONO, NON PUO' ESSERE IMPOSTA CON LA FORZA, ALTRIMENTI SI CHIAMA CONQUISTA.
Ecco spiegato perché il francese "Piemont" dovè impiegare una forza di 120.000 uomini per venire a capo di quattro briganti: essi non erano tali... e soprattutto non furono solo quattro.
Si legge che venivano a Iiberarci dalla "tirannide Borbonica", SI! Dalla tirannide di quei sovrani che per primi in Italia avevano costruito una ferrovia o debellato il vaiolo grazie alla vaccinazione obbligatoria, iniziata I'industriaIizzazione del paese ed una seria politica agricola attraverso le bonifiche dei terreni paludosi e la divisione dei beni demaniali in colonie agricole peri più bisognosi.
Ebbene è successo! l Piemontesi ce ne hanno liberato ed il sud d'italia è diventato d'incanto un paese florido, ricco, dove tutti lavorano e godono di grande benessere ...... o no? .......... o forse, guarda caso dal 1860 con l'unità d'ltalia, un paese che non la conosceva affatto, ha conosciuto il dramma dell'emigrazione di massa, della fame e della miseria improvvise. Meditate è da allora che s'inizia a parlare di questione meridionale... Badate, questo prima non esisteva, non aveva ragione di esistere...
Quindi voi davvero pensate che il nostro meridione sia meglio oggi di quanto non fosse allora. Festeggiate dunque, festeggiate pure, si aprano le danze! Acclamiamo i nostri carnefici così come, a questo punto, prima o poi gli ebrei acclameranno Hitler e si metteranno i nomi di Himmler o Kappler alle strade, così come noi abbiamo le nostre p.zza Garibaldi o c.so Cavour e non già via Ferdinando ll o c.so Regina Maria Sofia.
La sveglia è suonata, ma dal torpore del nostro letto non vogliamo alzarci non riusciamo a sollevare le nostre coscienze... non vogliamo ridare alla nostra terra la grande dignità che gli appartiene...
Diamoci una scrollata!
Ritroviamo la nostra vera identità! Rileggiamo meglio la storia alla luce dei nuovi documenti, oggi esistono, si possono leggere, tutto ci era stato nascosto ai fini della "PIEMONTESIZZAZIONE".
Ma è venuto il momento di dire basta!
Nuove coscienze e spiriti, finalmente liberati da calunnie e falsi miti risorgimentali, si levano alla ricerca della verità storica... Volete esserne parte? Cominciate da ora. Aggiungete qualche appuntamento alle vostre celebrazioni, invitate qualcuno che venga a parlare di quel che veramente successe in quei giorni del 1860, restituirete l'onore alla nostra terra, la dignità ai nostri antenati immolatisi per essa e renderete sicuramente un servizio maggiore a voi, ed a quella unità d'ltalia tanto decantata... ma mai effettivamente raggiunta.

Giuseppe Marino - Troja (FG)

(da Il Sidicino - Anno IV 2007 - n. 11 Novembre)