L'ASSOCIAZIONE
 
il Sidicino
 
 

Mobilitazione per salvaguardare il Parco Archeologico

 
 
Come anticipato nel numero scorso, pubblichiamo parte del lungo documento sottoscritto dalle associazioni culturali e ambientaliste, provinciali e locali, inviato al Ministero per i beni culturali, alle Soprintendenze, alla Direzione regionale per i beni e le attività culturali, al Comune, alla Provincia e all'Ente Parco di Roccamonfina, che illustra la situazione di estrema gravità che investe l'area della città antica di Teanum Sidicinum.
È appena passato un anno da un'analoga iniziativa a difesa del Teatro romano, minacciato dal cemento e purtroppo dobbiamo registrare l'assoluta contraddizione tra quanto detto e promesso dai nostri Amministratori. È giunto il momento di intervenire “perché non è più il momento dell'enunciazione di intenti, bisogna, abbandonando la logica di interventi episodici e simbolici, avviare una programmazione che sia frutto di un disegno strategico complessivo” come con vigore e trasporto ha sottolineato Martino Amendola su il Sidicino di febbraio.
 

La continua e costante aggressione edilizia dell'area archeologica dell'antica Teanum Sidìcinumparticolarmente virulenta negli ultimi mesi, mette in serio pericolo non solo l'integrità della città antica, ancora per larga parte miracolosamente risparmiata dalla invadenza delle nuove costruzioni, ma anche l'idea di realizzare un Parco Archeologico, frutto di un disegno complessivo di salvaguardia e valorizzazione del paesaggio e della eredità storica della capitale dei sidicini.
Sull'argomento l'Amministrazione ha espresso pubblicamente la volontà di perseguire una politica di valorizzazione dell'area archeologica sia attraverso il PUC in itinere e sia nel corso di un importante convegno sul Parco Archeologico di Teano. Tuttavia è opportuno registrare una evidente contraddizione tra gli indirizzi politici dell'Amministrazione e l'azione tecnico amministrativa degli apparati comunali in merito al rilascio di permessi di costruzione all'interno della città antica. Dopo la stagione delle nefandezze urbanistiche incarnate in modo emblematico negli interventi edilizi di Viale Ferrovia, di borgo S. Antonio Abate e del complesso residenziale cosiddetto dei “Siciliani”, che determinarono la prima grande e insanabile lacerazione tra il tessuto edilizio del centro storico e la Teano d'epoca romana, si pensava che si fosse fatta strada nei nostri amministratori la consapevolezza che la sorte futura della città si dovesse costruire necessariamente attraverso uno sviluppo armonico ed equilibrato, centrato sulle risorse storiche, culturali e ambientali presenti nel territorio. Obiettivi di portata strategica e di valore incommensurabiie, che possono fare crescere ì'intero comprensorio sidicino sotto il profilo culturale, sociale ed economico, affrancandolo, nel contempo, da biechi e sordidi interessi personali, che mirano solo a distruggere le risorse esistenti.
Negli ultimi anni le considerevoli scoperte archeologiche, insieme alle indagini non distruttive della British School di Roma, hanno maggiormente chiarito la struttura urbana della città antica e l'intensità degli edifici all'interno di essa, confermando quanto tramandato dalle fonti antiche e cioè che Teanum Sidicinum era una delle più grandi città della Campania, ricca di complessi monumentali di eccezionale valore.
Quindi, un sito di notevole importanza, calato in un contesto ambientale molto suggestivo e fortemente storicizzato non solo dalla presenza dei resti archeologici, ma anche quella di antiche fattorie e di mulini posti lungo il fiume Savone, all'interno del quale qualsiasi attività umana di trasformazione deve essere subordinata alla salvaguardia dei beni archeologici ed anche dell'ambiente naturale. Questi presupposti sono fondamentali per la realizzazione del Parco Archeologico in quanto esso costituisce “un assetto giuridico-amministrativo di un insieme territoriale, in virtù delle cui finalità globali e specifiche la salvaguardia e lo sviluppo degli elementi naturali ed umani che lo costituiscono sono promossi e disciplinati in un regime di reciproca compatibilità” (Giacobini, Romani 1992, p. 65). L'elevato livello di conoscenza della storia della città, anche attraverso una cartografia archeologica abbastanza esaustiva del territorio, conosciuta bene anche dagli amministratori e dagli uffici tecnici del Comune di Teano, non ha impedito il grave deterioramento in atto dell'area archeologica, in nome di uno sviluppo solo quantitativo e ritenuto senza alternative in altre direzioni di crescita.
Oggi assistiamo al proliferare di tante, ormai troppe, nuove abitazioni su zone della città antica, in particolare ci si riferisce a tutta quell'area ubicata tra l'altura di masseria Loreto, S. Pietro a Fuoco, il teatro ed i terreni posti ad ovest della via Ferriera Vecchia. Proprio su quest'ultima area è in corso la costruzione di un fabbricato in cemento armato, che va a compromettere un settore della città ricco di presenze monumentali, quali il teatro e un grandioso ninfeo poliabsidato del l sec. a.C. Tale intervento, inoltre, pregiudica anche l'integrità ambientale del luogo, alterando in modo irreparabile quel continuum visivo nei confronti del complesso architettonico del teatro e degli edifici monumentali ad esso limitrofi.
Oltre a questo intervento se ne segnalano altri, come uno sbancamento alla base della collina di Loreto, ed altri sulla sommità della collina in prossimità della masseria di epoca medievale. Dai fatti elencati sorge il sospetto che ci sia una precisa volontà indirizzata ad una profonda destrutturazione dell'idea di Parco, limitando la sua estensione a pochi episodi della città antica e, per ciò stesso, minandone il disegno complessivo di fruizione, di valorizzazione e tutela. Il Parco Archeologico trova la sua ragione d'essere se la tutela viene estesa non solo a tutta la città antica, purtroppo già notevolmente ridimensionata per le gravi distruzioni subite con gli interventi edilizi degli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso, ma anche alle aree esterne ad essa, includendo le grandi necropoli e la fitta rete viaria antica ancora in massima parte esistente. Solo la continuità delle aree monumentali, delle strade, dei quartieri abitativi ed anche delle aree libere, che comunque avevano una precisa funzione e significato all'interno della struttura urbana, assicura la ragion d'essere di un Parco Archeologico.
Inoltre, la continua trasformazione dei terreni da appezzamenti agricoli in aree edificate renderebbe il Parco difficilmente realizzabile anche sotto l'aspetto economico, per i notevoli costi che la comunità dovrebbe affrontare per espropriare le proprietà gravate dai nuovi fabbricati, la cui acquisizione è indispensabile per dare continuità al sistema di percorribilità e fruizione dell'area.
L'armonizzazione tra le necessità della vita moderna e l'obbligo etico della conservazione delle testimonianze giunte dal passato è auspicabile e certamente realizzabile. Tutto questo presuppone una nuova visione della politica e del concetto di programmazione e sviluppo del territorio.

ITALIA NOSTRA; WWF; LEGA AMBIENTE; LIPU; ACLI "ANNI VERDl”; PROLOCO DI TEANO E BORGHI; TOURING CLUB; “IL CAMPANILE”; “I PALAZZUOLI"; “TEANO JAZZ”; “MASSERIA FELIX”; COLDIRETTI; C.l.A.; A.R.C.l "POPLUNA”.

(da Il Sidicino - Anno IV 2007 - n. 4 Aprile)