L'ASSOCIAZIONE
 
il Sidicino
 
 

Giuseppe Caputo, un illustre teanese

 
Nella foto: Bologna, 18 settembre 1988, il Prof. Caputo, Direttore dell'Istítuto Giuridico 'A. Cicu" dell'Università di Bologna pronuncia il discorso celebrativo del Giubileo. Nelle celebrazioni dell'VIII Centenario fu il Carducci a tenere I'orazione.
 

Nacque a Teano nel 1936, dove il padre era pretore. Laureatosi in giurisprudenza a Roma, allievo di Arturo Carlo Jemolo, approda all'Università di Bologna nel 1968 come professore incaricato di diritto canonico.
Anche in anni così difficili per la contestazione studentesca, crea un interesse e un seguito straordinario negli studenti. ll suo manuale Introduzione allo studio del diritto canonico moderno, è considerato uno dei testi più importanti della scienza canonistica degli ultimi decenni. Dal punto di vista della ricerca scientifica, mosso dalla passione per il fatto religioso e per la sua incidenza nel mondo del diritto, concentra il suo interesse sui diritti a base religiosa elaborati dalle grandi religioni, Islam, Ebraismo, Induismo. Contemporaneamente coltiva la passione per la poesia: il suo Liber secretus rimanda ai giuristi bolognesi e al loro mondo, in cui avevano trovato sintesi la parola poetica e il verbo giuridico. L'impegno di ricerca e di insegnamento di Giuseppe Caputo si accompagna all'impegno personale: dalla vita accademica al ruolo importante svolto come parte civile nel difficile processo per i fatti del treno Italicus, all'impegno politico vissuto con la fede in un cambiamento possibile. E, infine, l'impegno per portare l'Ateneo di Bologna alla ribalta internazionale: fu il "tessitore" del testo della Magna Charta Universitatum, firmata a Bologna dai Rettori di tutto il mondo, in quel 18 febbraio 1988, quando gli fu affidata la prolusione per l'apertura dell'anno accademico nel lX anniversario della fondazione dell'Alma Mater.
Muore nel 1991, e la facoltà di giurisprudenza nel 1992, dopo una ristrutturazione dei locali dell'lstituto Giuridico e l'apertura di due nuove sale, ne intitola una a lui e l'altra al suo maestro Carlo Arturo Jemolo.

Giurista, uomo di cultura e soprattutto uomo di università, profondamente dedito all'istituzione, come ricordano ancora oggi coloro che seguirono da vicino l"'avventura", nel 1988, della celebrazione del nono centenario dell'Alma Mater, di cui fu uno dei principali animatori. A dieci anni dalla sua scomparsa, l'Ateneo e la Facoltà di Giurisprudenza, dove insegnò Diritto canonico, gli dedicarono un incontro il 22 febbraio 2001 presso la Sala Armi della Facoltà di Giurisprudenza. Al saluto del Rettore, Pier Ugo Calzolari e del preside della Facoltà di Giurisprudenza prof. Stefano Zunarelli, seguì la presentazione del volume "L'itinerario canonistico di Giuseppe Caputo" (edizioni Giuffrè) curato da due discepoli del professore, Fulvio Orlando e Andrea Zanotti. Fu poi la volta delle testimonianze e dei ricordi degli allievi Berardino Cocchianella, Raffaele Botta, Massimo Jasonni e degli amici Cesare Annibaldi e Natalino lrti, cui seguirono le conclusioni del prof. Fabio Roversi Monaco.
Giuseppe Caputo coltivò anche altre discipline: l'attore Raul Grassilli lesse alcune poesie dalla raccolta "Liber secretus", con un sottofondo di musiche per chitarra di Walter Zanetti.

(da Il Sidicino - Anno IV 2007 - n. 3 Marzo)