L'ASSOCIAZIONE
 
il Sidicino
 
 

La scomparsa di Don Michele Lamberti - 2

 

Una profonda commozione ha ghermito i nostri cuori quando abbiamo appreso della scomparsa di Don Michele Lamberti. Abbiamo imparato a conoscere questa nobile figura di uomo e prete esemplare, attraverso la collaborazione col Prof. De Monaco per la pubblicazione del libro “Vecchie Strade”. Lo abbiamo stimato e siamo giunti ad ammirarne l'essenzialità, ad apprezzarne la vasta erudizione, la profondissima umanità.
Se n'è parlato lungamente e ci sembra di averlo conosciuto di persona, sempre presente, discretamente, in punta di piedi come gli era naturale; delicatamente, senza invadere.
Ci è apparso come arcobaleno luminoso che legava il cielo alla terra, punto di riferimento, faro di luce per chi cerca la pace nel buio della notte della disperazione.
Le sue braccia erano sempre aperte come Cristo, accogliente, benedicente, amante; soccorso degli indigenti, parola di verità. Dai pulpiti di tutta la regione instancabile predicatore, precorritore dei tempi, parola consolante, riflesso del Dio di amore, del Dio di misericordia, del Dio di luce.
Allegro, vitale, MUSICALE, di quella musica che rigenera i cuori aridi e fa fiorire rose sulle pietraie dell'indifferenza.
Uomo della SPERANZA e del discernimento, a volte olocausto di incomprensione, ma sempre affabile e disponibile.
Fonte di conoscenza per giovani gravati da studi complicati. La canonica, aperta a tutti a tutte le ore del giorno e della notte, era sempre al punto di esplodere per la presenza di una variopinta folla di persone alla ricerca di valori, di una parola di conforto, di un sorriso, di una benedizione .
Sempre attento alle altrui necessità, capace di cogliere i sentimenti più delicati, dipinse con partecipazione la vita di Mons. Carmine Rocco, Nunzio Apostolico della diocesi di Teano-Calvi in Brasile: “Il fascino di una terra. Lo suggestionava il Rio delle Amazzoni, la misteriosa foresta amazzonica, il ritmo sublime del samba, il favoloso carnevale di Rio. Al folklore tipico della gente brasiliana offriva la partecipazione più cordiale e sentiva rinascere dentro di sé l'amore nostalgico per la terra lontana, così affine al suo Brasile” (Una Vita per la Chiesa - Mons. Carmine Rocco Nunzio Apostolico in Brasile, Marigliano, 1984).
Piacevole affabulatore, vivace narratore di barzellette per tutti i gusti che sapeva porgere con levità, pastore angelico, aggregava le sue “pecore” con una facilità sorprendente; sacerdote instancabilmente orante, pronto a gravarsi del peso delle altrui colpe, sempre disposto a farsi ponte di pace, di riconciliazione.
Lo riempivano di gioia soprattutto gli incontri con Mons. Sperandeo, che egli soleva chiamare rispettosamente il “mio Vescovo”. Avvertiva la vulcanica carica umana e la sublime ricchezza spirituale del Presule, cui era legatissimo e che gli chiedeva pareri, costantemente, in frangenti che richiedevano EQUILIBRIO, DISCERNIMENTO, CARITA', PIETAS; rispettoso delle libertà individuali e della memoria degli Avi.
Semplice, completo, di un eclettismo variegato; non prete da sagrestia, ma ponte, caleidoscopio di sincera Umanità, attuale e sempre in costante aggiornamento, niente polvere o ragnatele, ma solo linda specchiata nitidezza.
Tanto eclettico da essere tifoso passionale (era juventino, non perdeva una partita della squadra del cuore e ne sapeva le formazioni a memoria), cenobitico miniaturista, fine scrittore, premuroso professore, abile musicista e altro ancora.
Ogni anno cesellava il suo prezioso presepe, completandolo qualche ora prima della mezzanotte della Vigilia di Natale. Poi, dopo cena, presso il grande ruggente camino, si ritagliava uno spazio di intensa meditazione, prima della Messa Grande, reclinando il capo, assorto, placido, luminoso.
Era veramente “povero” nell'accezione più aderente al Vangelo e non lo celava. Viveva sobriamente, provvedendo da sé ai suoi bisogni.
Alieno dal pesare sugli altri, spesso soffriva signorilmente in silenzio; un silenzio che sapeva di cielo, di mare, di prati erbosi, d'infanzia. Un silenzio di stelle

(da Il Sidicino - Anno I 2004 - n. 10 Ottobre)

Con Mons. Sperandeo in occasione dell’intitolazione della piazza di Furnolo a G. B. Morrone.
L’apostolato del sorriso