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Erbe velenose - Gigaro chiaro

 
 

Il gigaro chiaro è una piccola pianta erbacea dei sottoboschi appartenente alla famiglia delle Araceae, comunemente conosciuta come Calla selvatica o Pan di serpe. È una pianta velenosa che viene coltivata anche a scopo ornamentale in vaso e nelle aiuole in giardino.
Il nome scientifico deriva dal greco Aron, ma anche dall’ebraico “AR”; in entrambi i casi questi due termini significano calore e si riferiscono al fatto che queste piante quando sono in piena fioritura emettono calore, caratteristica particolare del genere. Il nome specifica italicum si riferisce alle località dei primi ritrovamenti.
Tutta la pianta è velenosa, il solo contatto con la pelle provoca dermatiti. Il componente velenoso è l’acido ossalico che però scompare con la cottura; infatti in tempi di carestia le popolazione contadine ne mangiavano i tuberi dopo cotti. La parte ipogea di questa pianta contiene amido, grassi e saponine.
La pianta ha un sapore acre di pepe.
Nella medicina popolare un preparato, polverizzando i tuberi, come antielmintico e antireumatico.
Questa pianta ha spesso interessato i botanici per la particolarità di trattenere i vari insetti pronubi; essi sono attirati dall’odore (nauseabondo per gli uomini) emanato dai fiori ma anche dalla temperatura più elevata prodotta all’interno della spata; è da notare che essa aperta è sempre rivolta a sud.
Si sono verificati casi di avvelenamento mortale in bambini.
Quando sono le bacche a presentare il maggior pericolo di avvelenamento è facile per tutti mettersi al sicuro con una conoscenza anche elementare, ma questo non si può pretendere dai bambini che attratti dai colori vivaci, se ne possono cibare con facilità. È il caso del Cigaro!
Le foglie, astate e lucenti, sono di un bel verde intenso per cui è facile accoglierlo nel nostro giardino. Già le magnifiche foglie sono fortemente velenose. Il suo bianco fiore a imbuto, poi, si orna di vistose bacche, prima verdi, successivamente rosse e cosi si mantiene piuttosto a lungo, ma è anch’esso mortale.
Lungi da noi il pensare che proprio un bambino possa privare questa pianta del suo bell’ornamento, saremmo testimoni di una scena veramente straziante: infiammazioni alla bocca e alla faringe, vomito e abbondante salivazione, aritmia e tachicardia, spasmo generale, coma!

Sergio Pompa
(da Il Sidicino - Anno XVIII 2021 - n. 3 Marzo)