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Indice Angelo Nicosia
 
 

Fabrateria Nova: gli scavi archeologici dell'antica città

presso il lago di S. Giovanni Incarico
 

Fig. 1: Schema delle strutture messe in luce nel settore orientale della città.
 

Il “Progetto Fabrateria Nova” è iniziato nel 2007 con lo scopo di indagare i diversi aspetti, urbanistici, storici e sociali, di una colonia fondata dai romani nel 124 a.C. Sotto la direzione della Soprintendenza ai Beni Archeologici del Lazio il Progetto vede coinvolti il Comune di S. Giovanni Incarico, le università di Cassino e del Salento e l'Istituto Archeologico Germanico di Roma.
Fabrateria Nova fu una piccola città romana situata lungo il percorso della Via Latina tra Frosinone ed Aquino a ridosso di due ponti che varcavano in quel punto il fiume Liri. L'interesse per questo sito archeologico è dovuto proprio al fatto che si conosce il preciso anno di fondazione della città, il 124 a.C. durante le guerre sociali, e che la città rappresenta la naturale continuità della più importante Fregellae completamente distrutta dai Romani l'anno precedente e i cui resti si trovano a circa 2 km distanti.
Il sito archeologico di Fabrateria Nova si trova in località La Civita nel comune di San Giovanni Incarico, su un esteso terrazzo fluviale pianeggiante circondato dal corso del fiume Liri, che in questo tratto dal 1925 è stato trasformato in lago artificiale. Le indagini geofisiche sul terreno e le campagne di scavo susseguitesi quasi annualmente dal 2007 hanno permesso di ricostruire graficamente la struttura dell'impianto urbano di tipo ortogonale che rispetto all'asse sud-nord risulta declinato di 13 gradi verso ovest. Tutte le strutture finora conosciute si inseriscono perfettamente all'interno di questa griglia regolare. Il sito urbano venne poi probabilmente abbandonato nel corso del VI secolo.
Finora era stato parzialmente scavato un piccolo anfiteatro, localizzato in una inconsueta posizione centrale della città, e con le indagini dal 2007 è stato possibile individuare gran parte delle strutture che definiscono l'impianto urbanistico del settore orientale.
In tre diversi punti del suo tracciato rettilineo ovest-est è stato messa in luce la pavimentazione del decumanus maximus (forse la stessa Via Latina) rispetto al quale è impostata la griglia urbana. Il basolato, costituito in parte di pietra nera basaltica e in parte di pietra bianca calcarea verso il centro, è caratterizzato da leggera pendenza verso i lati dove una canaletta sotto il marciapiede raccoglieva e convogliava le acque piovane. Lungo questo asse stradale, e nel suo versante settentrionale, è stata individuata una piccola piazza rettangolare porticata con al centro i resti di un tempietto su podio di età augustea. Quindi oltre, verso oriente, un edificio termale del I secolo d.C. e a seguire una grande piazza di circa metri 100x100. Questa appare essere l'elemento urbanistico più importante della città. Sul lato orientale, dove il terreno degrada in basso verso il fiume e che rappresenta il limite della città, si trova un monumentale criptoportico di terrazzamento largo metri 11,50 e diviso internamente da un muro di spina in due corridoi. Sui lati settentrionale e occidentale la piazza era circondata da due muri paralleli che comprendono un susseguirsi di ambienti da identificare forse con tabernae. Perfettamente al centro della piazza si innalzava un grande tempio su podio (tempio A) affiancato alla sinistra, verso ovest, da altri due templi più piccoli (tempio B e tempio C) a distanze regolari di 3 metri l'uno dall'altro e tutti con le facciate rivolte a sud.
Il più grande tempio A, di cui restano gran parte del podio, che misura circa metri 24x19 e alto circa metri 2,40, e i muri di fondazione della cella interna, di circa metri 13,50x8,70, addossata direttamente al muro settentrionale del podio stesso. Il podio risulta costruito con un muro interno in cementizio e con un rivestimento esterno di grossi blocchi di travertino che presentava verso la base una sporgenza raccordata da una cornice decorativa. Lo scavo archeologico all'interno del podio ha permesso di capire che davanti alla cella vi era un ampio porticato sorretto da una doppia fila ciascuna di quattro colonne frontali scanalate (diametro metri 0,92), mentre è incerto se il porticato si sviluppasse anche ai due lati o se queste alae fossero chiuse da muri e quindi se lo spazio interno al podio fosse tripartito. Questo ultimo particolare, assieme ad altri di cui si ha conoscenza soprattutto di tipo epigrafico (CIL X, 5575 e 5576) e artistico (teste di Giove e di Minerva), farebbe sospettare che il nostro tempio A potesse essere stato il capitolium della città. Tuttavia al momento viene esclusa la possibilità che qui vada localizzato il foro.
Le datazioni proponibili per queste strutture templari riportano ad una età tardorepubblicana e comunque prossima all'anno di fondazione della stessa colonia, per cui è da ritenere che l'area della grande piazza sia stata urbanisticamente progettata già nella prima fase di insediamento dell'abitato.

Angelo Nicosia
(da Il Sidicino - Anno XII 2015 - n. 4 Aprile)


Fig. 2: Particolare del muro del podio del tempio A.