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A Melfi sulle tracce di Filippo D'Aprile

 
Il Prelato, vescovo di teano dal 1777al 1791, fu sepolto nel 1811 nella cattedrale di Melfi. L'autore nel ricercarne la tomba scopre aspetti poco noti della personalità del vescovo, finito in prigione per aver invitato i fedeli a rispettare la repubblica del 1799.
 

La figura del vescovo Filippo D'Aprile ha sempre suscitato un mio personale interesse per il fatto che, dopo aver retto la diocesi di Teano dal 1777 al 1791, passò a governare quella di Melfi, in provincia di Potenza, città natale di mia madre. In un recente viaggio a Melfi ho cercato di rintracciare la tomba del Vescovo nel duomo di quella città, ma non mi è stato possibile accedervi perché erano in corso i lavori di restauro.
Ho chiesto allora informazioni all'avvocato Vincenzo Navazio, che cura con grande competenza l'archivio diocesano di Melfi, e ho avuto utili informazioni, ma purtroppo ho appreso che non c'è attualmente alcuna lapide sepolcrale del vescovo D'Aprile, andata probabilmente dispersa nei terribili terremoti del 1851 e del 1930 che devastarono la regione del Vulture.
Qualche precisa indicazione ho trovato alle pagine 200 e seguenti del volume Notizie storiche della Città di melfi nell'antico Reame di Napoli, scritto da Gennaro Araneo e pubblicato in Firenza dalla Tipografia Nazionale Sodi nel 1866: "Filippo D'Aprile, patrizio Gallipolitano, dottore dell'una e dell'altra legge, cavaliere dell'insigne ordine Gerosolimitano. Dal Vescovado di Teano fu traslato alli Vescovadi di Melfi e Rapolla nell'anno 1792. Fu persona veramente ammirabile per bontà e soavità di costumi. Amante della concordia e dell'armonia, fu sempre vero paciere. In tempi difficoltosi e calamitosi, per opera sua Melfi fu liberata dalle tristi conseguenze della rivoluzione del 1799 all'arrivo del cardinale Raffò [evidente errore per Ruffo] in Melfi".
E qui lo scritto dell'Araneo si fa interessante perché offre testimonianza di quale dovette essere il travaglio dei vescovi dell'epoca, combattuti tra rivoluzione e restaurazione: "Quando venne proclamata la repubblica scrisse questo Vescovo a' suoi diocesani una lettera pastorale, ingiungendo rispetto ed ubbidienza per quel nuovo governo quale, appena cessato, fu sollecito ritirarsi tra le copie manoscritte da lui firmate all'infuori di una sola, che gli si negò da un soggetto, il cui nome è meglio che vada in oblivione; costui lo denunciò alla Giunta di Stato quale repubblicano, esibendo la detta lettera; ed avrebbe anch'egli subito la sorte di tanti altri celebri uomini, se mediante le sue potenti protezioni, e molte migliaia di ducati spesi per subornare qualche individuo della Giunta istessa, non gli fosse riuscito di far involare dal processo quel documento, sostituendone un altro scevro da ogni dizione ambigua. Pur ciò nonostante fu tenuto ristretto per molto tempo nel monastero dei paolotti in S. Luigi di palazzo a Napoli".
Dobbiamo ritenere che il Vescovo fosse in assoluta buona fede quando scrisse quella lettera, mosso forse solo dalla volontà di sedare gli animi. Durante il suo episcopato a Teano rifulse per grande zelo verso il culto divino e il Seminario, lasciando ricordi del suo governo in preziosi paramenti e nell'artistico portale del seminario, che accrebbe di nuove fabbriche. Anche l'Araneo, concludendo la sua scheda biografica, ne tesse le lodi: "Morì in Melfi da tutti rimpianto nel mese di aprile 1811, e fu seppellito nella cattedrale nel presbiterio accanto all'altare maggiore nel corno del Vangelo".
L'Araneo annota poi che vacò la sede più di sei anni e successore fu Gioacchino De Gemmis Maddalena, patrizio lucerino, di Giovinazzo, di terlizzi. Ed è questo altro motivo che, molto alla lontana, rannoda Melfi a Teano.
Filippo D'Aprile fu dunque sepolto nella Cattedrale e conto di estendere ancora l'indagine per rinvenirne la sepoltura nel duomo di Melfi, al cui fonte fui portato al battesimo, benché nato a Teano, il 27 dicembre di tanto tempo fa.

Antonio Mignone
(da Il Sidicino - Anno V 2008 - n. 3 Marzo)

Ritratto del prelato conservato a Teano
Parte superiore del portale settecentesco del seminario di Teano
La cattedrale di Melfi con uno scorcio dell'episcopio