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Poesia - Che strano mondo quello d'oggi!

 

Giorni duri quelli della pandemia!
Reclusi in casa come topi impauriti, aspettavamo di uscire dalla tana,
di sbirciare fuori dal mondo, di sopravvivere. E ci rendevamo conto della fugacità e della precarietà dell'esistenza umana: della fugacità del vivere,
dovuto a un qualcosa non dipendente dalla nostra volontà.
Poi sopraggiunse la cattiveria e la prepotenza umana , che pretendeva di decidere della vita e della morte di altri esseri umani, per la sola sete di dominio e di potere, per il solo desiderio di decidere e di comandare, a costo perfino, di estinguere se stessi e altri, con armi di distruzione di massa.
Che strano mondo quello d’oggi!
Alle ineluttabili avversità proprie del mondo, che provocano dispiaceri e dolori, che arrecano distruzione e morte, ci si aggiunge con inspiegabile comprensione, la guerra inutile, che procura altre ferite e altro dolore.
Che strano mondo quello d'oggi!
Che parla sempre di pace e di amore,
che si reputa più progredito e avanzato,
ma macina sempre più disprezzo e odio. Profondamente e repentinamente s'involve e regredisce.
Che strano mondo quello d'oggi!
Che sembra tornare indietro anni luce. Sembra aver perso la memoria degli errori e delle carneficine passate. Sembra essere sprofondato nel più cupo e regredito evo.
Che strano mondo quello d'oggi!
In cui le parole e i versi dei letterati e dei
poeti non hanno più eco felice e riscontro facondo di sapienza.

Pasquale Mesolella
(da Il Sidicino - Anno XIX 2022 - n. 5 Maggio)