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Recensioni: "Trasmigrazioni" di Pasquale Mesolella

 
Le trasmigrazioni del senso
 


Ancora un libro del poeta e scrittore Pasquale Mesolella. Dopo “Carme alla mia Terra” (dedicato a Teano), “Tornerò a riprendermi il sole”, “Testamento breve” e “Cose della mia terra”, Pasquale è arrivato da Prato a Teano con un nuovo interessante libro: Trasmigrazioni, edizioni Il Mezzogiorno. Un libro di poesie che è allo stesso tempo un bel libro d'arte. Panovsky diceva che tutta la storia dell'arte é un'ininterrotta trasmigrazione di simboli, motivi, temi, se non addirittura di intere strutture narrative mutuate dalla letteratura.
Così accade anche per i testi: ogni testo, per mettersi in moto, necessita di una relazione dialogica con altri testi, come la conversione di un romanzo in un film, di una poesia in un dipinto. Questo problema si pone, in modo particolare, per i testi estetici e poetici. Se la loro funzione principale, come dice Jurij Lotman, è quella di produrre nuovi significati, questa potenzialità di essere “generatori di senso” necessita, per attivarsi, della relazione con altri testi.
E' il caso di questo bel lavoro di Pasquale Mesolella. Il titolo richiama l'idea della migrazione, dello sconfinamento, alludendo ad un costante fluire teso alla ricerca di una collocazione che per il poeta corrisponde ad una vera e propria emergenza interiore. Nel libro, infatti, vengono presentati testi poetici nei quali si insinuano immagini ricorrenti nell'immaginario dell'autore: simboli, oggetti, condizioni, forme elementari, che evocano l'infanzia e raccontano storie di possibili incontri/scontri esistenziali. L'universo poetico di Mesolella libera la fantasia e sembra riferirsi alla dimensione dell'inconscio e del sogno più che alla realtà. In queste poesie appaiono: un nuovo sole, un deserto che non ha voce, l'acquario della solitudine, l'attesa, la speranza, il tempo che fugge, la sofferenza, la morte, simboli ed emozioni della propria condizione esistenziale. Come spesso accade, anche nelle opere narrative realizzate dell'autore, si crea un'interazione tra la “scena interiore e quella esteriore”; due realtà che si avvicinano e si sfiorano, ma che sono divise da una cortina invisibile. Trasmigrazione è il passaggio, il cammino dei popoli che, per motivi politici, economici, di disagio, si muovono lasciando la patria d'origine alla ricerca di una patria migliore.
Quando i popoli si muovono, vengono in contatto le diverse geografie del pianeta, le diverse culture. In questo movimento si verifica una compenetrazione, una fusione di temi esistenziali (quelli della speranza, della sofferenza, dell'attesa) che si incontrano e si fondono.
Tutto ciò, in campo poetico ed artistico, favorisce appunto, la trasmigrazione, il flusso invisibile ed onnicomprensivo della poesia e dell'arte. Di qui il riferimento, nel titolo, a questo cammino. Perché, come scrive Pasquale, nel

“Richiamo assiduo di versi incomprensibili
Flagellati, esprimemmo anche l'ultimo insidioso pensiero
Che ci potesse rendere ridicoli ad occhi profani.
Come per la cruna di un enorme arcobaleno di sogno
Attraversando il deserto di sofferenza scolpita
Raggiungemmo la collina affrescata di accattivanti memorie
Al vecchio luogo della dolce infanzia sperperata
Per ascoltare ogni vacuo rumore di dolore...”.

Ma l'esile libretto ha soprattutto un merito: quello di puntare sull'utopia della comunione, scommettendo su “soggettività” creative in cammino, che sognano una nuova vita di speranza, che superi le delusioni, per raggiungere una nuova “risurrezione” per la propria esistenza e per quella altrui. Come quelle “donne osannanti della parasceve: belle, genuflesse, convesse e riflesse nei loro veli serici, che non smisero mai d'invocare vecchie litanie misericordiose di sopportazione”. Pasquale Mesolella è approdato alla scrittura ormai maturo. Una vita di sofferenze e diffidenze che ritrova un senso dopo una salutare ed intima ricerca spirituale. Una ricerca fondata sul ricordo, ma anche sul recupero dei sentimenti, dei valori, dei propri luoghi, dei propri cari, della memoria della propria infanzia. La sua antologia poetica “Testamento breve”, per esempio, ci comunica pensieri, emozioni e sensazioni forti: dal mistero della vita alla solitudine, dall'insoddisfazione all'amore per i figli. Pasquale, nato a Teano nel 1949 è funzionario all'INPS di Prato dove vive con la moglie e i figli ai quali ha dedicato quest'antologia. Il suo timore è quello di percepire l'infinita vanità di tutto e di non avere il coraggio confidare il suo segreto ai figli, ma il figlio Luca che è l'autore delle 13 tavole che abbelliscono il libro illustrando ogni singola poesia, segue magistralmente, con il disegno, i passi del papà nell'arte della poesia. Fra tutte le arti, in Cina, il disegno occupa il primo posto, è oggetto di una vera e propria mistica poiché, agli occhi di un cinese, l'arte del disegno rivela, per eccellenza, il mistero dell'universo. Come il disegno, la pittura, altra vetta della cultura cinese è la poesia, perché entrambe sono le più adatte a descrivere la natura (gli spettacoli della creazione) e l'uomo (i suoi moti interiori). Le due arti perciò venivano considerate esse stesse pratiche sacre. La poesia unita al disegno, infatti, permette all'uomo, anche se non è rappresentato figurativamente, di rivelare la sua presenza e di unire alla natura (descritta dal disegno) l'umanità (rivelata dalla poesia).

Paolo Mesolella
(da Il Sidicino - Anno X 2013 - n. 3 Marzo)